Torino, verso l'apertura del termovalorizzatore del Gerbido. Intervista a Paolo Foietta (presidente ATO-R)
Dopo le cifre sullo smaltimento dei rifiuti in provincia di Torino nel 2012, Eco dalle Città ha intervistato Paolo Foietta (presidente ATO-R) in vista dell'apertura dell'apertura del termovalorizzatore del Gerbido
13 February, 2013
In termini di produzione di rifiuto urbano residuo ci stiamo avvicinando ad una cifra che rende il Gerbido sufficiente a soddisfare le esigenze di smaltimento del territorio torinese?
La tendenza è quella. Le quantità ormai si stanno avvicinando a quelle del Gerbido per cui stiamo ragionando su questo elemento. Siamo a quota 490 mila tonnellate con una capacità dell'impianto di 421 mila. Il tema aperto è ancora il residuo della raccolta differenziata che si aggira attorno alle 40-50 mila tonnellate. Se riuscissimo a fare ancora più raccolta differenziata e a diminuire i residui della RD saremo molto probabilmente in grado di centrare l'obiettivo dell'autosufficienza. Non abbassiamo la guardia, bisogna lavorare di più soprattutto sulla raccolta differenziata. Questo dovrebbe essere l'argomento su cui concentrare l'attenzione nei prossimi due anni (2013-2014).
Se il Gerbido dovesse ritardare la sua entrata in funzione (termine lavori fine aprile 2013) cosa accadrebbe?
Negli ultimi giorni abbiamo avuto incontri con TRM per capire a che punto siamo. Il ritardo, se ci sarà, dovrebbe essere contenuto, al massimo un mese. Quindi in questi termini non ci sono problemi anche perché la disponibilità di spazi in discarica ci permette di arrivare ad avere due anni di autonomia anche se non dovesse partire il Gerbido. Uno o due mesi di ritardo non ci creano alcun problema. La programmazione che abbiamo fatto è stata oculata. La disponibilità di spazi ci permette così di gestire questa nuova fase che nel caso non riuscisse ad andare a pieno regime non ci coglierebbe impreparati.
Il Coordinamento No Inceneritori sta facendo partire una campagna di raccolta fondi per finanziare un piano di controllo sanitario "indipendente". Su questo aspetto c'è la necessita di ulteriori controlli?
I controlli sono già indipendenti. C'è una Commissione sanitaria indipendente nomitata tra l'altro con degli esperti che sono tutt'altro che favorevoli all'inceneritore. C'è l'Arpa, un soggetto indipendente, che fa i monitoraggi e gestisce la parte epidemiologica. Dopodiche, se c'è questa volonta ben venga: più si è in grado di verificare e confrontarsi con i dati, meglio è.