Lubatti sul black out della metropolitana: "Si è trattato di un sovradimensionamento dei flussi dei dati sulle vie informatiche"
L'assessore alla Viabilità del Comune di Torino Claudio Lubatti ha risposto in Consiglio Comunale alla richiesta di comunicazioni in merito alle 9 ore di blocco della metropolitana di mercoledì 27 febbraio. “Le cause sono tutt’oggi in fase di analisi. Non appena si giungerà a una completa analisi sono disponibile a riferire i risultati ai consiglieri comunali in Commissione”
05 March, 2013
L’assessore comunale alla Viabilità, Claudio Lubatti, ha risposto in Consiglio Comunale alla richiesta di comunicazioni del consigliere Andrea Tronzano in merito al blocco della metropolitana di mercoledì 27 febbraio. “Le cause delle nove ore di blocco del metrò torinese –ha spiegato l’assessore– sono tutt’oggi in fase di analisi. Trattandosi di un sistema ad alta informatizzazione (e senza autista) alla prima anomalia segnalata dal sistema, il servizio si interrompe. Una prima macro analisi ci consente di dire che si è trattato di un sovradimensionamento dei flussi dei dati sulle vie informatiche. Ma i tecnici sono ancora al lavoro per capire nel dettaglio le cause del blocco e proporre una soluzione per il futuro".
“Una prima miglioria introdotta a seguito del blocco -ha spiegato Lubatti- è stata l’introduzione di un filtro a monte (un router) di pre-diagnostica. L’intervento di sblocco del software è stato fatto in remoto da Parigi. L’obiettivo è giungere a un sistema d’intervento da far avviare direttamente qui da Torino. Non appena si giungerà a una completa analisi della cause del blocco sono disponibile a riferire i risultati ai Consiglieri comunali in Commissione”.
Alle spiegazioni dell'assessore è seguito un dibattito a cui hanno preso parte diversi consiglieri comunali. Vittorio Bertola del M5S ha voluto sottolineare "la percentuale di difettosità superiore ad altre linee di metropolitana in tutto il mondo, con analoghe caratteristiche", e ha chiesto un’analisi approfondita sugli impianti; "non è possibile -ha affermato Bertola- che dopo soli sette anni la metro presenti costantemente dei problemi ai convogli, ai tornelli, alle scale mobili e ai pannelli informativi". Andrea Tronzano del PdL ha aggiunto: "Dobbiamo focalizzare la nostra attenzione su due aspetti fondamentali: il primo riguarda il sistema di backup, che deve entrare in funzione quando si rompe il principale. L’altro aspetto è l’alimentazione elettrica che deve essere gestita con un doppio canale. Spero che Siemens, la società fornitrice del software, abbia previsto il sistema di backup altrimenti occorre chiedere i danni e anche GTT non sarebbe esente da responsabilità”. Piera Levi-Montalcini dei Moderati ha infine auspicato un approfondimento del tema in Commissione, anticipndo però a Lubatti "di non condividere l’ipotesi che prevede ci sia qualcuno esperto sul sistema informatico qui a Torino. Io lascerei in mano agli esperti Siemens, perchè si tratta di software molto complesso. Si può pensare di formare del personale che sia in grado di comunicare più velocemente con gli esperti remoti”.