Emergenza rifiuti di Norvegia e Svezia: da Oslo e Stoccolma ci rispondono che non c'è | ECOPEDIA
Non è strano che la Norvegia rischi il cortocircuito energetico per mancanza di rifiuti da incenerire e paghi per bruciare i propri negli impianti svedesi? E infatti, nonostante la discussione sui giornali italiani, non c'è nessuna emergenza, almeno secondo l'Agenzia per l'Ambiente Norvegese che ha risposto alla nostra intervista
14 May, 2013
Un Paese che rischia il tracollo energetico perché non sa cosa mettere negli inceneritori vende i propri rifiuti ai vicini di casa? C'era un'incongruenza tra l'articolo di Repubblica pubblicato il 6 maggio e l'intervista di Wired alla svedese Catarina Östlund, di novembre scorso. Repubblica titolava: “Vendeteci i rifiuti o restiamo al buio”. L’emergenza al contrario dei paesi nordici”. E apriva così: “La Norvegia ha un problema. Ha finito la spazzatura e non sa più come riscaldarsi e produrre energia...”. Ma allora perché appena sei mesi prima la Norvegia pagava 50 euro a tonnellata per smaltire i propri rifiuti negli impianti svedesi, come dichirato dalla Östlund? E' cambiato qualcosa nel frattempo? La produzione di rifiuti è improvvisamente calata? Ne abbiamo parlato con Catarina Östlund della Swedish Environmental Protection Agency e con il norvegese Pål Spillum (Norwegian Climate and Pollution Agency).
E' vero che i Paesi Scandinavi rischiano di andare incontro ad una crisi energetica a causa della mancanza di rifiuti da bruciare nei propri inceneritori? “No – risponde Pål Spillum – In Norvegia la termovalorizzazione dei rifiuti è una fonte di energia importante soprattutto per il riscaldamento domestico delle città più grandi, e in alcuni casi anche per i processi industriali. Ma esistono molte altre alternative, dall'idroelettrico al gasolio”. Idem per la Svezia. “Da noi l'incenerimento dell'indifferenziato garantisce circa il 20% dell'energia utilizzata per riscaldare gli edifici. Non direi proprio che ci sia preoccupazione nell'aria – risponde Catarina Östlund – l'importazione di rifiuti dall'estero è stata pianificata. E l'Europa abbonda di rifiuti conferiti in discarica...”.
Apparentemente, qualcosa non torna negli scambi di rifiuti scandinavi: la Norvegia importa rifiuti dal resto d'Europa, ma paga per smaltire i propri negli impianti svedesi? “E' una questione di costi – continua la Östlund – alla Norvegia conviene spedire I rifiuti da noi in Svezia perché la tariffe applicate sono più basse”. “Sì. I comuni norvegesi esportano rifiuti – spiega Spillum - ma allo stesso tempo lo Stato importa indifferenziato per produrre energia, seppur in quantità decisamente più ridotte. Può sembrare un controsenso, ma la ragione è abbastanza semplice: i rifiuti sono ormai diventati una merce a tutti gli effetti, e per questo vengono bruciati negli impianti che possono garantire I prezzi più bassi, costi di trasporto inclusi. Nell'Europa del Nord il mercato dei rifiuti funziona come qualunque altro mercato: con l'unica differenza che se tu possiedi i rifiuti devi pagare per mandarli in un impianto di trattamento...”.
Quindi non c'è stato nessun tracollo improvviso nella produzione di rifiuti norvegese... “No, la produzione di rifiuti è stata in costante aumento nel corso del tempo – continua Spillum - e perfino negli ultimi anni, per quanto attorno al 2008 si sia registrato un leggero calo, dovuto alla crisi finanziaria. In ogni caso, la percentuale di rifiuti che sono stati avviati a riciclo e a recupero energetico – soprattutto a recupero energetico – è cresciuta decisamente di più della produzione”.
Questa è una notizia-scheda sempre verde che fa parte della raccolta Ecopedia.it curata dalla redazione di Eco dalle Città
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