Sacchetti, CNA soddisfatta per l'appoggio inglese: "La Commissione dovrà tenerne conto"
La Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa commenta le ultime novità da Bruxelles: "Anche la Gran Bretagna si oppone al Decreto italiano. Un passo importante per le nostre imprese produttrici: la posizione inglese non resterà, molto probabilmente, isolata"
30 May, 2013
Il comunicato stampa diffuso dalla Confederazione:
"Nei giorni scorsi la Gran Bretagna ha ufficialmente comunicato alla Commissione Europea la propria opposizione al Decreto Interministeriale del 18/3/2013 “Individuazione delle caratteristiche tecniche dei sacchi per l’asporto di merci” (attuativo della Legge n.28/2012) che era stato notificato all’Unione Europea per il parere di merito, e in base al quale si vorrebbe limitare, pena pesanti sanzioni, la commercializzazione in Italia dei sacchi in plastica per l’asporto di merci soltanto a quelli che, pur essendo biodegradabili, risultino anche compostabili ai sensi di un’unica norma tecnica che, peraltro, nemmeno corrisponde ad indicazioni cogenti in ambito comunitario.
Le motivazioni dell’opposizione inglese sono sostanzialmente simili a quelle che per lungo tempo CNA Produzione Nazionale ha sostenuto con determinazione prima in sede nazionale, in vari momenti di confronto con il Parlamento e i Ministeri competenti del precedente Governo, e successivamente in sede europea, presentando a propria volta lo scorso Aprile formale Denuncia alla Commissione Europea per inadempienza al diritto comunitario e incontrando poi a Bruxelles numerosi rappresentanti istituzionali.
In sostanza, una palese forzatura delle disposizioni europee in materia di criteri di biodegradabilità di questi prodotti a tutela dell’ambiente e una violazione alle direttive europee in materia di libera circolazione delle merci, libera concorrenza e in materia di imballaggi e rifiuti da imballaggi. Questioni rispetto alle quali, va ricordato, già pendeva da tempo una Procedura d’Infrazione (2011/4030) nei confronti dello Stato italiano.
Come prima conseguenza del parere motivato di opposizione la Commissione Europea ha deciso, come previsto dai regolamenti procedurali UE, di spostare in avanti di 90 giorni il termine, inizialmente previsto al 13 Giugno, entro il quale decidere sulla conformità o meno del Decreto italiano e sull’eventuale chiusura della procedura d’infrazione in atto. La scadenza viene quindi posposta al 13 Settembre 2013, e da essa dovrebbero poi decorrere (in caso di valutazione positiva) altri 60 giorni (per arrivare quindi al 13 Novembre 2013), prima che diventi effettivamente operativo il regime sanzionatorio connesso al divieto di commercializzazione.
Ma, aldilà dello spostamento in avanti dei tempi, comunque positivo per i produttori coinvolti, l’aspetto importante da rilevare è che la posizione inglese non resterà, molto probabilmente, isolata e che la Commissione Europea dovrà necessariamente tenerne conto, al fine di imporre una modifica sostanziale a disposizioni, fino ad ora testardamente sostenute dal precedente Governo, che stabilendo una connessione obbligata tra il concetto di biodegradabilità e quello di compostabilità risponde in realtà al solo scopo di favorire interessi monopolistici escludendo dal mercato numerose altre aziende produttrici e mettendo a forte rischio migliaia di posti di lavoro.
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