Legambiente: il traffico dei rifiuti è oro per le ecomafie
Nel 2012 sono raddoppiati i materiali sequestrati nei porti italiani e si tratta soprattutto dei cosiddetti cascami, cioè materiali che dovrebbero essere destinati ad alimentare l'economia legale del riciclo e che invece finiscono ad arricchire le "Ecomafie".
17 June, 2013
La criminalità ambientale coinvolge anche i rifiuti: i quantitativi di materiali sequestrati nei porti italiani nel corso del 2012 sono raddoppiati rispetto al 2011, passando da 7.000 a circa 14.000 tonnellate per mezzo soprattutto dei cosiddetti cascami, cioè materiali che dovrebbero essere destinati ad alimentare l'economia legale del riciclo e che invece finiscono in Corea del Sud (gomma), Cina e Hong Kong (materie plastiche), Indonesia e Cina (carta e cartone), Turchia e India (metalli). È quanto emerge dal Rapporto Ecomafia 2013 di Legambiente, giunto alla ventesima edizione. Questi flussi, spiega l'associazione, garantiscono enormi guadagni ai trafficanti, che vendono un rifiuto invece di smaltirlo, e un doppio danno all'economia legale: si pagano contributi ecologici per attività di trattamento che non vengono effettuate e le imprese che operano nella legalità sono spesso costrette a chiudere per mancanza di materiali.