Quale futuro per le aziende di igiene urbana in provincia di Torino? | Intervista a Paolo Foietta
Eco dalle Città ha intervistato Paolo Foietta, presidente ATOR, che ha ricevuto l’incarico di predisporre una bozza di protocollo d’intesa per la “verifica di fattibilità per la formazione della società di gestione dei rifiuti nell’ambito territoriale torinese”
04 July, 2013
Cercare di mettere insieme le diverse società di igiene urbana in un sistema più integrato e meno fragile di quello attuale evitando lo smantellamento del sistema pubblico di queste società. A questo obiettivo sta lavorando Paolo Foietta, presidente ATOR, che ha ricevuto l’incarico di predisporre una bozza di protocollo d’intesa per la “verifica di fattibilità per la formazione della società di gestione dei rifiuti nell’ambito territoriale torinese”. Il tema è stato anche oggetto di un botta e risposta tra Pro Natura, CARP e Rifiuti Zero e lo stesso Foietta.
Su questo argomento Eco dalle Città ha intervistato il presidente ATOR:
L'obiettivo è arrivare ad una unica società metropolitana per la gestione dei rifiuti?
Il processo è simile a quello che avvenne con Smat: fare in modo di avviare un percorso che da dieci piccole realtà porti al superamento della frammentazione e alla riorganizzazione del sistema. Sarà un'unica azienda? Vedremo a seconda di come andrà il percorso. L'obiettivo è ridurre i soggetti. In questo momento nel settore rifiuti "piccolo non vuol dire bello". Si richiede molta innovazione. Dobbiamo, ad esempio, trattare seriamente il recupero di materia che fino ad oggi è stato affrontato in maniera prototipale e non industriale. Le quantità e le qualità del recupero di materia sono ancora troppo basse. Allo stesso modo i corrispettivi Conai potenziali che potremmo prendere sono molto lontani da quelli effettivamente percepiti. Ci sono spazi per aumentare qualità e quantità del materiale raccolto in modo differenziato. Per questo motivo sono necessarie dimensioni di scala e innovazione mettendo insieme i soggetti. Un aspetto da valutare, inoltre, è l'ingresso di un socio privato di minoranza che possa mettere capacità operativa e risorse.
Per quanto riguarda le aziende viene spesso sollevata la questione della separazione tra le attività di raccolta rifiuti e la gestione degli impianti di smaltimento. Qual è il suo punto di vista?
Su questo aspetto continua ad essere ignorato un fatto. Viene sempre citata la legge regionale 24/02. Questa norma è ormai superata dal D.lgs. 152/06, secondo cui le funzioni non devono essere separate, bensì ricomposte. Le società devono quindi gestire l'intero ciclo integrato dei rifiuti*.
Il modello da seguire è stato già definito a livello nazionale. E' quindi la legge 24/02 a non essere adeguata. E' obbligatorio adeguarsi a questa nuova impostazione. Negli ultimi anni inoltre sono stati rari i casi di separazione tra raccolta e smaltimento a livello piemontese. In unico caso (Acsel in Val di Susa) avvenne la separazione ma i risultati economici furono deludenti e si tornò a costituire un'unica società.
Quanto tempo durerà questo percorso?
Il protocollo d'intesa prevede come obiettivo la realizzazione di un documento condiviso di proposta come risultato del tavolo di lavoro. L'obiettivo temporale che siamo dati è avere questo documento da portare nei Consigli comunali e sui tavoli delle aziende per la fine di ottobre. Questo documento tratterà degli assetti societari e l'organizzazione a seconda dei territori. Si tratterà tuttavia di un percorso a tappe: ci sono infatti realtà dove questo percorso è più urgente e non si può pensare di fare tutto in una unica fase.
L'interrogativo è quello che succederà nei prossimi anni. Ormai è confermata la volontà dell'Unione europea di andare a gara sulla gestione e sull'affidamento dei servizi. Ad oggi corriamo il rischio di perdere il patrimonio delle aziende pubbliche. Quando ci sarà la gara, o si è pronti per partecipare e vincerla oppure si resta al palo. Mi sembra un assurdo quindi pospore il problema.
A livello di impianti di compostaggio qual è la situazione in provincia di Torino?
La questione organico rappresenta un problema strutturale: avremmo una capacità produttiva superiore a quella che è la nostra domanda ma di fatto abbiamo due impianti fermi. Ad oggi l'unico impianto che funziona è l'impianto di ACEA a Pinerolo che rappresenta un'eccellenza a livello nazionale. Si tratta di un impianto che ha una capacità di 50 mila tonnellate l'anno. Esistono teoricamente due impianti autorizzati che però sono chiusi per malfunzionamento: Punto Ambiente, che ha una capacità di circa 60 mila tonnellate, e il vecchio impianto di Borgaro che avrebbe una capacità di 30-40 mila tonnellate. L'unico che può gestire una parte dell'organico è quindi l'impianto di Pinerolo, il resto viene esportato verso altri impianti (quasi tutto nelle altre province piemontese). E' il momento di metter mano alla questione anche se occorre ricordare che ormai, con la nuova legislazione, gli impianti che gestiscono il recupero di materia sono fuori dalla gestione ATO e sono quindi affidati al libero mercato. Di conseguenza, la pianificazione dei flussi e la definizione delle tariffe che ATOR fa per quanto riguarda l'indifferenziato non è più possibile farla per l'organico.
*All’ art. 200 (organizzazione territoriale del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani) il D.lgs. 152/06 recita esplicitamente:
1. La gestione dei rifiuti urbani e' organizzata sulla base di ambiti territoriali ottimali, di seguito anche denominati ATO, delimitati dal piano regionale di cui
all'articolo 199, nel rispetto delle linee guida di cui all'articolo 195, comma 1, lettere
m), n) ed o), e secondo i seguenti criteri: a) superamento della frammentazione delle gestioni attraverso un servizio di gestione integrata dei rifiuti;
b) conseguimento di adeguate dimensioni gestionali, definite sulla base di parametri
fisici, demografici, tecnici e sulla base delle ripartizioni politico-amministrative;
All’articolo 183 (definizioni), viene poi esplicitato che per gestione s’intende, alla lettera n), “la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compresi il controllo di tali operazioni e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di smaltimento, nonché le operazioni effettuate in qualità di commerciante o intermediario;” e per gestione integrata , al punto l), s’intende “ il complesso delle attività, ivi compresa quella di spazzamento delle strade come definita alla lettera oo), volte ad ottimizzare la gestione dei rifiuti”. NdR