Dopo i consorzi, il governo dei rifiuti in provincia di Torino | Intervista a Roberto Ronco
Mentre ATOR studia la formazione della società di gestione dei rifiuti nell’ambito territoriale torinese, la Provincia di Torino sta lavorando in parallelo sull'altro livello: il governo dei rifiuti e la sua ridefinizione dopo l'abolizione di consorzi e ATO. Intervista di Eco dalle Città all'assessore provinciale all'Ambiente, Roberto Ronco
10 July, 2013
Mentre ATOR, con il presidente Paolo Foietta, è impegnato nella “verifica di fattibilità per la formazione della società di gestione dei rifiuti nell’ambito territoriale torinese”, la Provincia di Torino sta lavorando in parallelo sull'altro livello: il governo dei rifiuti e la sua ridefinizione dopo l'abolizione di consorzi e ATO. «Questo percorso serve a superare la frammentazione del sistema - ha spiegato ad Eco dalle Città l'assessore provinciale all'Ambiente, Roberto Ronco -. Si parla da anni di superare la frammentazione dei Consorzi. Attualmente ci sono problemi che potrebbero trovare risposta solo attraverso l'aggregazione. Penso alle diversità in termini di tariffa e costi, dei risultati sulle RD, delle diverse soluzioni tecniche e gestionali adottate».
«A differenza del passato - ha continuato Ronco - oggi esiste una legge regionale (2012 n.7), che al di là delle critiche, va in quella direzione. E abbiamo anche norme nazionali che hanno stabilito la soppressione di consorzi e ATO. Il compito della Provincia è stato quello di continuare il percorso iniziato con la legge regionale. In parallelo, il passaggio di aggregazione delle aziende suggerisce che sia un attore di governo di dimensioni e peso tali da potersi interfacciare con il soggetto che sta dall'altra parte».
Un assetto efficiente nel governo dei rifiuti può favorire migliori performance anche in termini di riduzione e raccolta differenziata? «Ci sono Comuni con caratteristiche simili che però hanno raggiunto risultati diversi: in alcuni casi sono realtà all'avanguardia, in altri casi c'è ancora da lavorare. Modelli e gestioni di raccolta efficienti che potrebbero essere trasferiti in altre realtà allo stato attuale non lo sono siccome si trovano in bacini diversi. Avere una realtà più grande capace di inglobare tutti i 315 comuni della provincia permetterebbe invece di trasferire e allargare facilmente le conoscenze tra le diverse realtà».
Circolano timori che si possa arrivare alla privatizzazione della gestione dei rifiuti. «Quanto più ci sono soggetti privati tanto più deve esserci un soggetto pubblico capace di controllare. Se non vogliamo essere pilotati nelle scelte dobbiamo essere capaci di leggere i bilanci e le proposte che ci vengono fatte. Penso che una Conferenza d'Ambito costituita da persone di alto livello sia all'altezza di confrontarsi con il soggetto che sta dall'altra parte» ha concluso l'assessore Ronco.