Pietro Santamaria: «Contrada Martucci è un sito unico». Lettera aperta all’Assessore Nicastro
Pietro Santamaria, autore del libro "L’ultimo chiuda la discarica" ed ex assessore del Comune di Mola di Bari, in una lettera aperta all’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro, interviene sul tema dell’emergenza ambientale di Contrada Martucci. «Preoccupati per il disastro ambientale – scrive Santamaria – provocato dalle discariche, nonché per la nostra salute e quella dei nostri figli»
20 September, 2013
Ieri l’assessore Nicastro sul tema dell’emergenza ambientale di Contrada Martucci (tra Conversano e Mola di Bari) aveva dichiarato che “a più riprese torna sulla stampa il tema Contrada Martucci senza però che si faccia l'opportuna chiarezza sulla vicenda. Si parla di Contrada Martucci come se fosse un sito unico, senza distinzione tra la vecchia discarica di proprietà privata e l'impianto complesso, bene pubblico affidato in concessione, recentemente entrato in esercizio. La discarica è oggetto di accertamenti per problematiche connesse alla salubrità dell'ambiente mentre l'impianto complesso è attualmente sotto sequestro per accertare eventuali frodi in fase di realizzazione. (…) ”. Pietro Santamaria, in una lettera all’Assessore all’Ambiente della Puglia Lorenzo Nicastro, spiega al contrario che «le tre discariche di Contrada Martucci» (due in fase di chiusura, l’ultima invece posta sotto sequestro dalla magistratura) «sono una accanto all’altra» e costituiscono « insomma un corpo unico». La lettera di Pietro Santamaria
Gentile Assessore alla Qualità dell'Ambiente Lorenzo Nicastro,
con molta riverenza ma con altrettanta determinazione voglio segnalare che Contrada Martucci è un sito unico.
Quella che Lei chiama vecchia discarica si compone di due lotti: quello attivato agli inizi degli anni ottanta (e chiuso nel 1996) e quello aperto nel 1996 (e chiuso nel 2011): sono uno accanto all’altro, come si può vedere dall’ortofoto che accompagna questa lettera (sul primo lotto ora c’è un impianto fotovoltaico).
La discarica annessa all’impianto complesso, che seleziona e biostabilizza i rifiuti, per produrre CDR, avviato nel 2011, è adiacente al primo lotto. Insomma le tre discariche sono una accanto all’altra. Sono insomma un corpo unico. Non solo, la discarica chiusa nel 1996 non fu impermeabilizzata e nello Studio di Impatto Ambientale presentato da COGEAM (nel 2004) nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale per l’autorizzazione dell’impianto complesso non fu considerata; eppure, come può vedere nell’ortofoto, le due aree sono unite.
Nella Valutazione di Impatto Ambientale gli effetti di interazione tra queste aree non furono valutati. Così come non fu valutata la natura carsica del territorio e la presenza di numerosi inghiottitoi anche nelle aree che ospitano le discariche. Recentemente, questo è stato rilevato sia dalla magistratura sia dal tavolo tecnico della Provincia di Bari, tanto da portarli a dire che in questa Contrada non avrebbe dovuto essere mai realizzata una discarica, stando a quanto prevede la legge (tant’è che oggi i terreni e l’acqua di falda sono inquinati). Però il comitato regionale, nel 2006, non volle saperne ed espresse parere favorevole alla realizzazione dell’impianto complesso con annessa discarica “esclusivamente in considerazione del contesto determinatosi nella Regione Puglia in materia di smaltimento rifiuti e della conseguente e persistente emergenza e con lo scopo di completare il ciclo integrato di gestione dei rifiuti” (determinazione n. 506/2006 del Dirigente del Settore Ecologia della Regione Puglia)”.
Sempre dall’ortofoto è possibile notare che intorno alla discarica ci sono numerosi vigneti e altri campi coltivati. Eppure, sa come fu definita l’area dai tecnici che scrissero lo Studio di Impatto Ambientale? Legga pure: “l'area di studio è caratterizzata da un paesaggio con limitati livelli di pregio”. La maggior parte dei campi presenti intorno alle discariche sono (ora) di proprietà della FILOM (Fondiaria Immobiliare Lombardi), che li ha acquistati nel tempo pagandoli anche 5-10 volte di più rispetto al loro valore di mercato. Questo non sarebbe rilevante se la magistratura non avesse trovato sotto ad un vigneto della FILOM tanti rifiuti smaltiti illegalmente.
Gentile Assessore Nicastro, noi siamo molto preoccupati per il disastro ambientale provocato dalle discariche in contrada Martucci, nonché per la nostra salute e quella dei nostri figli. Perché non viene con noi un giorno in contrada Martucci? Le mostreremmo altri campi che molto probabilmente sono stati realizzati sopra delle discariche non autorizzate, i pozzi inquinati che sono (stati) utilizzati per irrigare i campi (ma lei quell’uva la mangerebbe?), piante di vite morte a causa della vicina discarica, fuoriuscite di biogas all’esterno della discarica.
Purtroppo in tutti questi anni i sistemi di controllo sono stati insufficiente e molto parziali. La gestione dei rifiuti, del percolato, delle acque meteoriche e del biogas non sempre è stata fatta secondo le prescrizioni di legge. Possiamo dimostrare anche questo.
Allora, per la trasparenza, la democrazia e la partecipazione, perché non viene a Mola e a Conversano ad incontrare il popolo inquinato? Sarebbe molto positivo poterci confrontare apertamente per spiegarLe i motivi che ci portano a chiedere di cessare le attività di trattamento dei rifiuti in un’area che ospita discariche (più o meno controllate) da oltre 30 anni (non sono troppi?) e di intervenire al più presto per arginare il danno ambientale, piuttosto che riaprire la discarica.
Purtroppo anche Lei, come tanti altri prima di Lei, ha una visione parziale dei fatti. Da trent’anni la realtà di contrada Martucci viene dissimulata. Con le omissioni e le dissimulazioni, che ho descritto qui e nel mio libro L’ultimo chiuda la discarica, è stata progressivamente distrutta la realtà (che è molto, molto più della “verità”, spesso opinabile). Continuiamo a polemizzare, a fare dichiarazioni roboanti, ad invocare il rischio dell’emergenza ambientale, dimenticando che l’emergenza più drammatica per i cittadini è quella ambientale (e sanitaria), che tante vittime innocenti continua a mietere.
Pietro Santamaria,
Assessore all’agricoltura e all’ambiente del Comune di Mola di Bari dal 2005 al 2006 e dal 2007 al 2010