I venerdì della rumenta all'ATOR torinese, dialogo con Paolo Foietta
Il presidente di ATOR, Paolo Foietta, spiega ad Eco dalle Città quali sono le ultime attività svolte dall'associazione e gli obiettivi futuri. "Abbiamo appena fatto un check completo al sistema dei rifiuti. Il passo successivo saranno le diagnosi e cure da mettere in atto per risolvere i problemi". Raccolta differenziata, smaltimento dell'indifferenziato, superamento delle discariche
02 October, 2013
Presidente Foietta cosa state facendo ad Ator attualmente?
Be' partiamo dalle riunioni del venerdì. Ci stiamo riunendo tutti i venerdì, l'abbiamo fatto quattro volte.
Nella prima riunione abbiamo fatto il quadro su quali sono i risultati prodotti nel sistema dei rifiuti. Una lettura storica degli ultimi dieci anni, dal 2002 al primo semestre del 2013.
La seconda è stata dedicata a capire il sistema dei costi come si è evoluto dal 2007 ad oggi. È la prima volta.
La terza è stata dedicata al punto sul “recupero di materia”: ovvero quanti soldi stiamo perdendo perché non facciamo abbastanza bene la raccolta differenziata o per non avere dei canali adeguati al recupero di materia.
La quarta ha affrontato il tema delle discariche in “post conduzione”. Quando una discarica finisce di avere il suo ruolo attivo la legge 36/2003 prevede che abbia un ruolo passivo per almeno 30 anni, che a volte diventano di più. Comunque per almeno 30 anni dopo che si è finito di portare rifiuti, la discarica deve essere gestita e coltivata: si tratta di tagliare l'erba, gestire il percolato, monitorare il biogas, etc. Nella tariffa di smaltimento in discarica quindi devi – dovresti - prevedere i costi per i 30 anni successivi. Noi abbiamo in qualche misura dimostrato che ad oggi è stato accantonato per la gestione post-operativa delle discariche dell’Ambito solo un quinto del fabbisogno.
Tuttavia una quota potrà ancora essere recuperata sulla tariffa di smaltimento degli impianti ancora attivi.
Tutto questo percorso ci è servito per fare un check completo sul sistema.
Nella prossima riunione di cosa parlerete?
Il prossimo venerdì sarà dedicato alla gestione dell'organico, ovvero all'impiantistica di trattamento della frazione umida raccolta differenziata, in grado oggi di accogliere meno di un terzo del fabbisogno. In questa sorta di assemblea permanente del venerdì, composta da tutti gli operatori del sistema dei rifiuti, ci si accorge che spesso c'è una percezione molto diversa di quella che è effettivamente la realtà. Faccio un esempio: il consorzio Acsel riteneva di fare un'ottima raccolta differenziata. Numeri alla mano abbiamo dimostrato che non è così, né per il livello della raccolta differenziata, né per i costi, né per il modello di recupero.
Altra questione su cui ci siamo chiariti, al netto di tante interpretazioni superficiali che girano.
Il sovvallo, ovvero lo scarto derivante dal trattamento delle frazioni raccolte separatamente, è elevatissimo (a differenza di quello che si pensa) espesso supera il 10% del totale in peso. L'organico della provincia di Torino in questo momento ha il 25% di impurità. Un’azione utile per ridurle al 10% potrebbe essere l’uso di sacchetti compostabili, io preferirei in carta e non in mater bi, con tempi di compostabilità compatibili con quelli dell'impianto, circa 25-30 giorni. Il mater bi ci mette di più. Distribuendo a tutte le famiglie il sacchetto di carta, avremmo una riduzione dei costi successivi che pagherebbe il costo della distribuzione dei sacchetti stessi.
Il tema centrale del prossimo venerdì sarà capire perchè su tre impianti autorizzati che potrebbero assorbire il fabbisogno della provincia di Torino, l'unico funzionante è quello di Pinerolo, gli altri due non sono efficaci per problemi di sforamenti e problemi alla base degli impianti. e ad oggi due terzi dell'organico vengono avviati fuori dalla provincia di Torino, anche fuori dal Piemonte nel passato.
Ma è vero che lo smaltimento dell'organico costa di più dello smaltimento dell'indifferenziato?
Non è vero.
L'ultima gara aggiudicata da Acea su Seta ha un valore di 86 euro a tonnellata. Il costo in discarica è ormai superiore ai 105.
Comunque tornando alla raccolta differenziata, non c'è solo l'organico che crea problemi.
L'altra frazione assolutamente problematica è la plastica. Su 100 chili di plastica quelli che vengono veramente recuperati sono 45. Questo non solo perché i cittadini fanno male la raccolta differenziata ma soprattutto perché i consorzi di filiera non lavorano correttamente. Tutto quello che non è imballaggio viene scartato negli impianti di selezione. Il 18-20% che torna indietro è costituito da plastiche non ammesse da COREPLA (consorzio di filiera della plastica) e da altre impurità. Del restante 80%, le plastiche effettivamente recuperabili sono poche. Una quota di questo materiale (ad esempio piatti e bicchieri di plastica) non viene recuperato come materia e finisce ad inceneritori spesso lontani dal luogo di produzione con rilevanti costi di selezione e trasporto. Che gioco è questo di Corepla? I consorzi servono a recuperare materia. Attualmente della plastica differenziata se ne recupera meno della metà. Sulla plastica io sarei per dire “se esiste un termovalorizzatore qui vicino perché io devo far raccogliere ai miei cittadini dei tipi di plastica che vanno poi a finire in un inceneritore lontano?” Non differenziamola dall'inizio e concentriamoci sui materiali effettivamente recuperabili, come il pet o i flaconi, di cui intercettiamo solo il 20%; proviamo ad intercettarne il 60%.
Parliamo dell'idea di una società unica per il ciclo integrato dei rifiuti?
Il protocollo d'intesa sottoscritto a luglio da tutti i comuni e i consorzi partiva dal presupposto che così non si va avanti, soprattutto per la mancanza di un ciclo integrato e di integrazione tra i soggetti. è quindi necessario un soggetto unitario che gestisca il ciclo integrato dei rifiuti a livello provinciale. Ad oggi si parla di una possibile società unica almeno per le aziende della zona metropolitana e di un coordinamento con le zone più periferiche.
L'obiettivo che si è dato il protocollo d'intesa è che entro fine ottobre venga prodotto un documento figlio di questi incontri che metta insieme tre cose: l'analisi, elementi condivisi per la cura dei problemi, il percorso di integrazione.
Con questo documento non avremo la pretesa di sostituirci alle amministrazioni comunali, ma di fornire il materiale utile per assumere le decisioni
Un punto fondamentale per cui occorre il soggetto unico è il recupero.
In fondo cosa fanno le varie aziende? Uno, raccolta e trasporto. Due, smaltimento dell'indifferenziato. Tre, recupero delle frazioni differenziate.
Oggi nessuna società ha la dimensione e la capacità per fare un recupero ottimale. Se gli imballaggi raccolti fossero nella fascia di qualità più alta, il sistema potrebbe ricavare 60 milioni di euro anziché i 20 attuali. C'è un potenziale di 40 milioni persi. Anche la gestione dei centri di pulizia o preselezione privati presenta delle criticità e non incide positivamente sui ricavi (spesso capita che i materiali di maggior valore, ad esempio le cassette, vengano rubati e rivenduti).
Ma il processo che avete messo in moto per un'azienda unitaria, o almeno un coordinamento, non viene poi spezzato dalle gare?
La gara è una ipotesi. Facciamo un esempio. I tre territori metropolitani, 750/800 mila abitanti, (nord, ovest e sud di Torino), potrebbero essere oggetto di gara insieme per dare valore ai relativi assets societari e contemporaneamente affidare ad un unico soggetto anche la gestione del servizio sulla base di un capitolato d'appalto standard.. In questo quadro si riuscirebbe ad avere comunque la capitalizzazione delle società, la loro aggregazione e una dimensione di servizio che passa da 200 mila abitanti a 750 mila.
I programmi successivi dell'Ator quindi quali sono? Diciamo quelli di ottobre...
Venerdì 4 ottobre si parlerà dell'organico.
Il passo successivo saranno “diagnosi e cure” da mettere in atto dopo aver tracciato il quadro del sistema. E poi, come risolviamo il problema dell'integrazione impiantistica nella città di Torino, che ha un impianto di termovalorizzazione, il Gerbido, che ha 421 mila di tonnellate di capacità? La mia risposta, che è anche una provocazione, è che dobbiamo farcelo bastare. Facendo due operazioni. Una, aumentare la raccolta differenziata della Provincia di Torino fino al 65% (a Torino città al 50%, mentre attualmente è sotto il 42%) e due diminuire il sovvallo.
Solo così si può metter fine una volta per tutte alla necessità di discariche in provincia, chetra l'altro è uno degli obiettivi principali dell'Unione Europea.
L'Ator finisce il suo lavoro a natale?(domanda)
L'Ator scade quando parte un eventuale nuovo soggetto. Non mi pare che nessuno ci stia lavorando effettivamente. Quindi continuiamo.