Giornata Mondiale dell'Alimentazione, la denuncia degli agricoltori italiani: "28 euro al mese nel bidone"
Il 16 ottobre si festeggia la Giornata Mondiale dell'Alimentazione. Ma la Confederazione Italiana Agricoltori denuncia: "Scandaloso quando gli indigenti sono cresciuti del 9% in un anno. Situazione drammatica anche a livello globale: un terzo del cibo prodotto finisce tra i rifiuti, ma con differenze abissali tra Paesi ricchi e Paesi del Sud del mondo"
16 October, 2013
La crisi riduce gli sprechi degli italiani, ma ancora 28 euro di cibo ogni mese finisce nel bidone: la Confederazione Italiana Agricoltori, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione: "E' uno scandalo economico ed etico in un Paese in cui il numero degli indigenti è cresciuto del 9 per cento in un solo anno. La situazione a livello globale è ancora più drammatica, con un terzo del cibo prodotto che non viene consumato e finisce tra i rifiuti, ma con differenze abissali tra Paesi ricchi e Paesi del Sud del mondo. Bisogna acquisire una coscienza solidaristica e mettere al centro della politica la sicurezza alimentare globale.
La quantità di cibo sprecata e persa in tutto il mondo è vertiginosa. Solo in Italia ogni anno finiscono nella pattumiera da 5 a 10 milioni di tonnellate di prodotti alimentari. E anche se la crisi ha ridotto notevolmente le cifre degli sprechi (-25 per cento dal 2008), ancora oggi le famiglie italiane buttano tra i rifiuti circa 28 euro al mese di alimenti ancora commestibili. Uno scandalo dal punto di vista economico ed etico, soprattutto se si pensa che nell’ultimo anno sono aumentate del 9 per cento le famiglie che hanno chiesto aiuto per mangiare, per un totale di 3,7 milioni di persone assistite con pacchi alimentari e pasti gratuiti nelle mense. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione.
Ma a livello globale la situazione è ancora più drammatica, con ben 1,3 miliardi di tonnellate di cibo che finiscono in discarica, pari a un terzo della produzione totale. Alimenti che potrebbero essere usati in prospettiva per alimentare la popolazione mondiale in costante aumento e soprattutto per far fronte ai bisogni di chi soffre la fame e la malnutrizione.
D’altra parte la vergognosa “cultura dello scarto” contro cui si è scagliato oggi anche Papa Francesco è una caratteristica dei Paesi ricchi. Basti pensare che il valore pro-capite degli sprechi alimentari per consumatore in Europa e in Nord America si aggira tra i 95 e i 115 chili l’anno, mentre in Africa sub-sahariana e nel Sud-Est asiatico scende drasticamente tra i 6 e gli 11 chili annui a persona.
C’è bisogno, quindi, di una maggiore consapevolezza da parte di tutti. Oggi più che mai è necessario acquisire una coscienza solidaristica orientata a riequilibrare i mercati - osserva la Cia - Bisogna cancellare gli sprechi e cominciare a ripensare ai nostri stili e sistemi alimentari tenendo conto che nel 2050 la popolazione sarà di 9 miliardi di persone. Per questo è sempre più importante che le istituzioni mettano finalmente al centro dell’agenda il cibo e l’agricoltura, promuovendo politiche che scoraggino lo spreco e lo sfruttamento selvaggio delle risorse e garantiscano invece la sicurezza alimentare globale".
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