Gerbido, il punto sull'attività dell'inceneritore. Intervista al direttore generale di TRM Mauro Pergetti
Facciamo il punto sull'attività dell'inceneritore del Gerbido, ancora in fase di esercizio provvisorio, con il direttore generale di TRM Mauro Pergetti. Gli stop all'impianto, le tonnellate di rifiuti conferiti, le previsioni per il 2013 e quelle per il funzionamento a pieno regime
05 December, 2013
Ing. Pergetti, quanti stop all'impianto ci sono stati dall'inizio del periodo di esercizio provvisorio?
Finora l’impianto è stato fermato 8 volte: si è, infatti, verificato uno stop anche il 24 novembre. Per comprenderne le ragioni, però, bisogna tenere conto che il termovalorizzatore - la cui costruzione è iniziata nel febbraio 2010 – ha avviato il 1° maggio di quest’anno la fase di esercizio provvisorio, che si protrarrà per 12 mesi. È un periodo finalizzato a sottoporre a test tutte le strumentazioni e le apparecchiature, per verificare che le prestazioni dell’impianto siano corrispondenti al progetto e all’autorizzazione concessa dalla Provincia di Torino. In questa fase il costruttore (CNIM, multinazionale francese che ha realizzato oltre 100 impianti nel mondo, N.d.r.) gestisce il termovalorizzatore e – nel contempo – fa formazione al personale di TRM, che inizierà a gestire l’impianto a partire dalla fase di esercizio commerciale, previsto per il 1° maggio 2014. Durante questo periodo, ognuna delle tre linee dell’impianto è sottoposta a test: prima facendola funzionare solo a gas e, successivamente, a rifiuto. L’avvio propedeutico a metano permette la taratura di tutti gli strumenti e il raggiungimento – in caldaia – della necessaria temperatura prevista per legge a garanzia del contenimento delle emissioni.
Paolo Foietta, presidente di ATO-R, dichiarava in estate che per una struttura del genere, così complessa e in fase di esercizio provvisorio, i fermi potrebbero essere nell’ordine di decine. È vero?
Per la complessità, la numerosità e l’interconnessione delle componenti dell’impianto, è fisiologico che - in esercizio provvisorio - momenti di attività si possano alternare a momenti di fermo. Teniamo presente, infatti, che eventuali anomalie possono essere rilevate - e quindi corrette - solo se l’impianto è in esercizio.
Ogniqualvolta si è verificata un’anomalia di funzionamento, però - a salvaguardia della salute della popolazione e dell’ambiente circostante - l’impianto è stato immediatamente spento proprio per poter intervenire con tempestività e ripristinare la corretta operatività, comunicando contestualmente quanto avvenuto agli Enti di controllo (ARPA e Provincia di Torino).
Per questa ragione, è possibile che – prima della fine dell’esercizio provvisorio – si renda necessario interrompere nuovamente l’attività dell’impianto al fine di ripristinare eventuali anomalie funzionali o effettuare interventi migliorativi al fine di assicurare una perfetta operatività per l’avvio dell’esercizio commerciale.
Cosa succede ai rifiuti già conferiti, o in fase di conferimento, quando le linee vengono bloccate?
I rifiuti restano all’interno della cosiddetta ‘fossa’ – un bacino di 18mila metri cubi destinato allo stoccaggio dei materiali conferiti in entrata - dimensionata cautelativamente per assorbire rifiuti fino a 5 giorni di impianto fermo. Nel caso lo stop del termovalorizzatore si protraesse oltre, sarebbe – ovviamente - necessario interrompere i conferimenti: un’eventualità, che, naturalmente, speriamo di non dover contemplare.
Quante tonnellate di rifiuti era previsto venissero conferite nel 2013 e quanto effettivamente si conferirà nell'impianto? In un'intervista di poche settimane fa a La Repubblica, lei ha dichiarato che il pieno regime dell'inceneritore si raggiungerà a giugno con circa 360 mila tonnellate. Questo è un problema, dato che la capienza massima è di 421 mila, o è normale che rimanga un margine simile?
Consapevoli della complessa fase di test rappresentata dall’esercizio provvisorio, fin dall’inizio della programmazione abbiamo previsto che nel primo anno non si arrivasse alla massima capienza autorizzata (che è 421.000 tonnellate di rifiuto all’anno): questo sia per permettere all’impianto il necessario ‘rodaggio’ con quantità ridotte di rifiuti, sia per consentire al sistema dei conferitori di adeguarsi progressivamente al nuovo regime.
Proprio per questo, nel 2013 anche il conferimento dei rifiuti è avvenuto in modo progressivo: all’inizio c’era solo AMIAT per la città di Torino, e poi si sono via via aggiunti CCS (zona di Chieri) e COVAR 14 (che raduna una serie di comuni della zona sud della provincia).
Per l’indeterminatezza della situazione, non abbiamo fatto previsioni per il 2013: attualmente - considerati i flussi delle ultime settimane - stimiamo che, entro fine anno, saranno conferite circa 110.000 tonnellate.