Venezia, ancora grandi navi, ma il carburante è olio di palma
Si può parlare di navi da crociera ecosostenibili? La Orinoco Star, ormeggiata a Venezia, è la prima grande nave al mondo alimentata con olio vegetale bio-sostenibile, prodotto da Eni, che annuncia l'avvio della "Raffineria Green" a partire da marzo
20 February, 2014
E' ormeggiata nella darsena della raffineria Eni di Venezia la prima nave di olio vegetale bio-sostenibile. La Orinoco Star è entrata nel porto della città veneta sabato 15 febbraio e lunedì 17 ha ormeggiato nella darsena della raffineria, dove tutto è stato predisposto per lo scarico di 22.000 tonnellate di olio di palma certificato sostenibile che verrà utilizzato per produrre green diesel. Eni, infatti, conferma che a marzo ci sarà l'avvio degli impianti della green refinery, per iniziare la produzione di biocarburanti in aprile. L'olio di palma caricato nella nave, proveniente dall'Indonesia, è prodotto in stretta osservanza delle norme europee, che vietano la coltivazione in zone aree ricoperte da foresta primaria.
Nello specifico, il sistema di certificazione di bio-sostenibilità prevede la Certificazione ISCC (che attesta la riduzione delle emissioni dei gas serra, la coltivazione effettuata in terreni non caratterizzati da alta biodiversità e alta capacità di sequestrazione di carbonio, adozione di pratiche culturali avanzate per la protezione di suolo, acqua e aria, rispetto dei diritti umani, del lavoro e di proprietà dei terreni), la Certificazione 2BSvs (che attesta la riduzione delle emissioni dei gas serra, la coltivazione effettuata in terreni non caratterizzati da alta biodiversità e alta capacità di sequestrazione di carbonio, adozione di pratiche colturali avanzate per la protezione di suolo, acqua e aria, redazione di un bilancio di massa e controllo dei partner economici) e, infine la Roundtable on sustainable Biofuel (che certifica la riduzione emissioni del ciclo di vita rispetto a combustibili fossili, il rispetto dei diritti umani e standard di lavoro, il contributo allo sviluppo locale e rurale e alla sicurezza alimentare delle aree interessate, l'eliminazione degli impatti negativi sull'ambiente e il mantenimento della produttività dei suoli e della qualità delle acque e dei diritti esistenti sui terreni).
La Green Refinery sarà flessibile rispetto alle cariche biologiche che potranno essere costituite da biomasse oleose di prima generazione, di seconda generazione (grassi animali, oli esausti di cottura e waste del ciclo agricolo) o di terza generazione (oli da alghe e rifiuti).
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