“Acqua, rifiuti e gas sono i nuovi obiettivi. Così amplieremo l’esperimento Torino”
Intervista a Vito Gamberale, che guida il fondo F2i, nell'ambito del convegno organizzato da Ato-R "Una riforma strutturale del sistema di gestione dei rifiuti. Il modello Torino verso un sistema integrato delle aziende" - da La Repubblica del 05.04.2014
09 April, 2014
Di Diego Longhin
«NOI ragioniamo per filiere e stiamo valutando di realizzarne dell’ambiente. Ci sono opportunità, tra cui Iren Ambiente, per unire Piemonte (dove abbiamo una partecipazione importante insieme a Iren su Trm) a Liguria ed Emilia. In Italia si ragiona per multiutility, ma credo che sarebbe meglio arrivare alle monoutility: grossi aggregati nei singoli settori infrastrutturali». Ampliare l’esperimento Torino, dove il Fondo F2i guidato da Vito Gamberale ha l’80 per cento del termovalorizzatore del Gerbido insieme con Iren, a livello nazionale, con un ingresso in Iren Ambiente.
L’ad di F2i ne ha parlato durante il convegno organizzato dall’Ato-R e dal presidente Paolo Foietta al Castello del Valentino, dove si è illustrata la road map che dovrebbe portare nel 2015 ad una grande azienda unica pubblico-privata per la gestione dei rifiuti nell’area metropolitana di Torino. Il sindaco Fassino ha benedetto l’iniziativa. Il primo passo? La prequalifica che scade a giorni per “candidarsi” alla gare che porterà alla società unica tra Cidiu, azienda che opera su Collegno, Grugliasco, Rivoli, Pianezza e Val Sangone, e il consorzio rifiuti della cintura sud, Nichelino, Beinasco, Moncalieri.
Iren, con il presidente Francesco Profumo, ha già annunciato che si presenterà all’appuntamento. E F2i potrebbe essere un player in prospettiva.
Gamberale, è soddisfatto degli investimenti su Torino?
«Certo che sono soddisfatto, sia per l’inceneritore sia per l’aeroporto, che vogliamo ancora sviluppare ».
I continui fermi del Gerbido non la preoccupano?
«Ma no, anche le auto hanno sempre bisogno di un rodaggio. È un sistema termochimico complesso, ha bisogno di un periodo di start up. Siamo soddisfatti sia per come viene gestito l’impianto sia della collaborazione con Iren. Per questo pensiamo pensiamo a possibili sviluppi con Iren Ambiente».
Altri interventi sulla città?
«Abbiamo investito parecchio su Torino, certo si possono alimentare sempre altre filiere. C’è l’acqua ad esempio».
Difficile avvicinarsi al settore dopo l’esito del referendum, non trova?
«È stato un referendum caricato politicamente. Si sostiene che l’acqua è un bene comune, ma è un bene comune perché quando piove, piove su tutti. Diciamo che l’acqua è del padreterno, ma poi ci va qualcuno che la raccolga, la incanali, la filtri. Se nessuno investe per farlo è difficile che lo faccia il padreterno. L’acqua è un bene essenziale, ma non per questo non si devono fare investimenti. E anche sulla filiera dell’acqua ci dovrebbero essere servizi aggregati. Poi ci possono essere altre filiere interessanti».
Quali?
«Quella della distribuzione del gas, ad esempio, su cui siamo già attivi».
Ai comitati e agli ambientalisti che vorrebbero vedere chiusi tutti gli inceneritori, Torino compreso, cosa risponde?
«Che siamo indietro. In Germania solo l’1 per cento dei rifiuti finisce in discarica, più del 40 per cento è riciclato o compostato, più del 30 per cento va nei termovalorizzatori. È una bufala il fatto che la differenziata da sola sia sufficiente, perché i residui finali devono essere sempre bruciati. Un certo ambientalismo si basa purtroppo solo sull’ignoranza e la manipolazione dei dati scientifici».
È vicino il suo addio al fondo F2i?
«Le aziende sono realtà che vanno al di là delle persone. Quando entriamo in una azienda c’è un giorno d’ingresso e uno di uscita. Prima o poi. L’unica speranza è di lasciare l’azienda meglio di come si è trovata».
Non è un addio dettato dall’inchiesta Sea, da cui sono emerse anche pressioni ed incontri con sindaci, ex sindaci e lobbysti precedenti alle gare
torinesi?
«Spesso viene distorta la visione delle cose. F2i è il fondo più grosso al mondo che investe nelle infrastrutture di un Paese. Veder ridotto un fondo a una cosa oscura o chi lavora nel fondo a dei finanzieri non risponde a verità. Nessuno di noi è un finanziere, tanto meno io, abbiamo tutti delle esperienze alle spalle di tutto rispetto ».
"Noi ragioniamo per filiere e stiamo valutando di realizzarne una dell’Ambiente. Ci sono opportunità per unire il Piemonte con Liguria e Emilia. In Italia ora si ragiona in termini di multiutility ma credo che sarebbe meglio arrivare alle monoutility. Per quanto riguarda Torino sono soddisfatto sia per l’inceneritore sia per l’aeroporto che vogliamo ancorasviluppare.Icontinuistopdell’impianto del Gerbido? Non mi preoccupano, tutte le macchine nuove hanno bisogno di un periodo di rodaggio.Sui rifiuti siamo indietro: in Germania solo l’1 per cento finisce in discarica e il 30 per cento dei termovalorizzatori, più del 40 viene invece riciclato o compostato. Il futuro? Abbiamo progetti di espansione in altri settori".