Progetto Prisca: quando il rifiuto diventa risorsa. Il seminario di Torino | Video
Dopo Vicenza, l'innovativa filiera del riciclo è arrivata a San Benedetto del Tronto e presto altri comuni potrebbero seguire a ruota. Numerosi i rappresentanti degli enti locali, gli esperti ed operatori del settore intervenuti al seminario che si è svolto giovedì 15 maggio a Torino
20 May, 2014
Di Andrea Cannas
Il XIX seminario regionale di Prisca si è svolto presso il mercatino della cooperativa Triciclo, all'ecocentro Amiat in via Arbe 12 a Torino.
PRISCA - Pilot project for scale re-use starting from bulky waste stream - è un progetto finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Life Plus Ambiente 2011 che si propone di dimostrare la fattibilità di due Centri di Riuso, realizzati a Vicenza e a San Benedetto del Tronto, deputati ad avviare a riutilizzo i beni riusabili presenti nel flusso dei rifiuti solidi urbani e che, in assenza di una filiera organizzata, attualmente sono destinati per lo più allo smaltimento.
Numerosi i rappresentanti degli enti locali, gli esperti ed operatori del settore intervenuti al seminario.
Dopo i saluti istituzionali da parte di Mauro Sterpone dell'Assesorato all'Ambiente del comune di Torino, Agata Fortunato, responsabile Pianificazione Ciclo Gestione Rifiuti della provincia di Torino, Agata Milone, responsabile Settore Ciclo integrato dei Rifiuti della regione Piemonte,Riccardo Fortina presidente WWF e Andrea Galparoli, responsabile pianificazione Amiat che hanno sottolineato l’importanza della diffusione della cultura della tutela dell’ambiente e la necessità e l’opportunità della riduzione dei rifiuti, il seminario è entrato subito nel vivo.
Prima di parlare specificatamente del progetto PRISCA, Massimiliano Varriale del WWF Ricerche e Progetti S.r.l. è intervenuto per introdurre il tema dei rifiuti con una panoramica nazionale ed internazionale e un focus sulla regione Piemonte.
A seguire Gianfranco Bongiovanni di Occhio del Riciclone Italia Onlus ha raccontato il progetto Prisca, della gestione e implementazione del centro per il riuso di Vicenza, già esistente e avviato, e della possibilità di riproporne il modello in un nuovo contesto, a San Benedetto del Tronto. Da questi centri di raccolta molti sono i beni che possono tornare ai cittadini, fornendo costantemente i mercati dell'usato, valorizzando così qualsiasi oggetto e portandolo a fine vita. Tutto ciò necessita di una notevole attività gestionale e programmatica dei flussi in entrata e uscita. Questo è un importante servizio offerto alla collettività tutta, e i centri come questi in nord Europa, Danimarca e Fiandre, sono sostenuti dallo stato con incentivi, visto che il prezzo di mercato del venduto non può coprire i costi di gestione e lavoro.
Al termine della presentazione del Progetto PRISCA si sono succeduti gli interventi da parte dei tecnici degli Enti e degli operatori del territorio, che hanno inquadrato la problematica a livello locale e innescato il dibattito sulle possibilità di applicazione del modello nel contesto locale. Pier Andrea Moiso, Presidente Cooperativa Triciclo, ha raccontato l'attività di Triciclo, che dal 1996 recupera e ripara, e grazie alla sua officina ha, ad esempio, riportato in uso 500 biciclette solamente nel 2013. Si ragiona sui singoli oggetti e non sulle quantità in peso, così si valorizza la materia.Sebastiano Marinaccio, Vicepresidente Rete Onu e Presidente de Il Mercatino srl, ha spiegato quale sia la forza commerciale della rete dell'usato “Il Mercatino”, e quali benefici economici, sociali, ambientali ha portato in tutti i loro anni di attività.
Altrettanto ha fatto Alessandro Stillo Vicepresidente Bazar Project ponendo l'attenzione sul mercato di Porta Palazzo.
Mauro Galliano, Galliano Habitat ha spiegato le possibilità di intrecciare design e recupero, come da anni fanno in un loro laboratorio. Anche con il recupero si possono creare oggetti belli e funzionali, grazie a ricerca e innovazione.Giuseppe Tipaldo, PhD Professore di Sociologia della comunicazione e Analisi del Contenuto, ha posto l'attenzione su come si può fare buona comunicazione su questi temi e su tutte le situazioni di rischio ambientale. La comunicazione non può avere la bacchetta magica, può essere la voce di una buona politica ambientale, ma se manca questa l'efficacia delle informazioni sui cittadini non può che vacillare.