Bando dei sacchetti in Francia: il testo della proposta e la replica dell'Industria Plastica
La Ministra dell'Ambiente francese Ségolène Royal ha proposto un emendamento alla legge sulla biodiversità che metterebbe al bando dal 1°gennaio 2016 i sacchetti di plastica monouso. Consentiti solo riutilizzabili, carta e biocompostabili per l'ortofrutta. Protesta la Fédération de la Plasturgie et des Composites
30 June, 2014
di Bruno Casula e Elena Donà
La Francia si prepara a mettere al bando i sacchetti di plastica che si acquistano normalmente al supermercato, con la sola eccezione di quelli biodegradabili e compostabili e di quelli riutilizzabili. A darne notizia il Governo francese lo scorso 26 giugno, quando la Commissione per lo sviluppo sostenibile dell'Assemblea nazionale ha approvato un emendamento al progetto di legge sulla salvaguardia della biodiversità per mettere al bando i sacchetti di plastica per uso singolo dal 1 ° gennaio 2016.
Secondo il testo dell’emendamento proposto dalla Ministra dell’Ambiente Ségolène Royal, gli unici sacchetti che potranno essere commercializzati – ma anche distribuiti gratuitamente – sono quelli in plastica spessa riutilizzabile o in carta. Per quanto riguarda invece i prodotti alimentari freschi (frutta, verdura, pesce, carne…), i cosiddetti sacchetti ortofrutta in Italia, le buste di plastica dovranno essere sostituite con sacchetti biodegradabili e compostabili, conformi alla normativa UNI EN 13432.
"Crediamo che l’opinione pubblica sia pronta a questa scelta - ha spiegato Benoît Hartmann, portavoce dell’organizzazione ecologista France Nature Environnement - Ad oggi, in Francia, grazie ad una convenzione volontaria, il numero di buste di plastica distribuite nei grandi supermercati è passato dai 10,5 miliardi del 2002 ai 700 milioni del 2011".
Se da parte delle associazioni ambientaliste la proposta è stata accolta favorevolmente, da parte dell’industria della plastica la replica è stata, come prevedibile, densa di polemiche. Nessuna riserva sullo sviluppo delle bioplastiche, sostiene la Fédération de la Plasturgie et des Composites, ma l’impatto del bando andrebbe prima studiato a fondo in diversi settori. Quello ambientale, prima di tutto, che secondo la FPC non sarebbe ancora stato indagato a sufficienza, soprattutto per le conseguenze sul settore agricolo e per i costi ecologici della produzione delle bioplastiche da materie vergini. Quello lavorativo: se per la ministra all’Ambiente Royal la proposta di legge porterà nuovi posti di lavoro, per la Federazione se ne perderanno 3000. Infine quello organizzativo: in Francia non esiste ancora una filiera del compostaggio ben strutturata e la raccolta dell’umido è, nella maggior parte dei casi, accorpata all’indifferenziato e trattata negli stessi impianti di smaltimento.
Da questo punto di vista però, va detto che il processo di sviluppo è già in atto, e che la direzione in cui si muove il più rapidamente possibile il Governo Francese va verso l’ organizzazione di un sistema di raccolta dell’organico puro destinata al compostaggio, come richiesto dalla stessa Unione Europea.
La Francia segna quindi un'altra tappa sulla strada dell'abbandono progressivo dei sacchetti di plastica nel mondo. L'ultima città in ordine di tempo ad annunciare di abbandobnrli è stata Chicago, con un sistema di divieti che toccherà prima le grandi catene di supermercati e franchising a partire da Agosto 2015.
Il comunicato ufficiale del Ministero dell'Ambiente
La proposta di Ségolène Royal
La replica completa della Fédération de la Plasturgie et des Composites