Tari, a Torino il Consiglio comunale approva il piano finanziario e quello tariffario
Secondo quanto deciso da Palazzo Civico, per la tassa rifiuti le attività commerciali pagheranno di meno rispetto al 2013 e per le utenze domestiche saranno previste agevolazioni in base alla fascia Isee di appartenenza
29 July, 2014
Dopo l'approvazione del regolamento Tari lo scorso 16 luglio,il Consiglio comunale di Torino ha approvato gli ultimi due atti conclusivi relativi alla Tari, la tassa rifiuti che dal 1° gennaio 2014 ha sostituito la Tares: il Piano finanziario (approvato con 21 voti favorevoli, 10 contrari e 1 astenuto) e il Piano tariffario (approvato con 22 voti favorevoli e 7 contrari).
Il Piano finanziario si occupa sia di definire i profili tecnico-gestionali del ciclo dei rifiuti e di analizzare i profili economici-finanziari, individuando le spese economiche della gestione con cadenza annuale. È stata approvata dal Consiglio comunale anche una mozione che precisa che i costi del piano tariffario possono dipendere anche dalle scelte della Pubblica amministrazione, e che la pressione tributaria Tari (direttamente dipendente dai costi) deve tendere a diminuire. La mozione chiede alla Giunta, infatti, di ridurre (per il 2015 e anni seguenti) almeno del 2% il corrispettivo del contratto di servizio.
Per quanto riguarda il Piano tariffario, si è deliberato che le tariffe per le utenze non domestiche rispetto all'anno 2013 saranno le stesse con aumenti entro lo 0,3%. Ma la novità di quest'anno è che attività commerciali quali ristoranti, pizzerie, bar, mense aziendali e tavole calde, bar e sale da gioco vedranno una riduzione della tariffa rispetto all'anno 2013 perché erano state più penalizzate a causa dell'aumento del 20% della tariffa nel passaggio da Tarsu a Tares.
Sul fronte delle utenze domestiche invece l'aumento sarà del 3,85% ma saranno presi in considerazione fattori dipendenti dalle diverse situazioni di disagio economico. Verranno prese in considerazione, infatti, le problematiche economiche derivanti da crisi occupazionali (perdita di lavoro, cassa integrazione ecc) e le fascia ISEE di appartenenza. Nello specifico, è prevista una riduzione del 50% per reddito da 0 a 13000 euro, del 35% per reddito da 13001 a 17.000 euro e, infine, una riduzione del 25% per reddito da 17001 a 24000.