Idroelettrico e canali sul Po alla Gran Madre. Faccia a faccia tra ambientalisti e progettisti
Si è svolto il 16 settembre a Torino, durante la festa provinciale di Sel moderata dal consigliere Maurizio Trombotto, un dibattito sul ruolo degli impianti idroelettrici a proposito del progetto sulla diga Michelotti. Sempre critiche le associazioni ambientaliste sull'impatto dell'opera
16 September, 2014
Gli impianti idroelettrici come mezzo per la produzione di energia da fonti rinnovabili: un nuovo tassello per accompagnare la città di Torino verso la definizione di Smart City? Se n'è discusso ieri martedì 16 settembre, durante la festa provinciale di Sel, a proposito del progetto dell'impianto idroelettrico sul Po, quello in corrispondenza con la diga Michelotti.
Come si accennava in un precedente articolo, il mese di settembre è quello che segna la fine di un iter procedurale che permetterà di dare il via al cantiere. “Un lavoro che presenta numerosi vantaggi – ha spiegato Maurizio Rosso, docente di Ingegneria per l'ambiente e per il territorio del Politecnico di Torino. Innanzitutto il ripristino di una continuità fino a valle di un percorso che attualmente è discontinuo e che diventerebbe navigabile dalle canoe, e in secondo luogo – continua – il beneficio di introiti economici derivanti dall'impianto. Nel tratto del fiume Po, per intenderci quello nei pressi della Gran Madre, un salto è già esistente, quindi “ben venga costruire un piccolo impianto idroelettrico dove il salto già esiste”.
Un progetto questo, che fa parte di "un più ampio piano di valorizzazione" che dovrebbe condurre alla navigabilità del Po per 12 chilometri (quindi da Moncalieri fino al parco del Meisino e della Colletta), alla costruzione di uno scivolo per canoe e, infine, all'accessibilità del bacino anche al passaggio di attività sportive delle società canottiere.
Eppure il progetto non ha l'approvazione di tutti. Lo hanno raccontato durante il dibattito il vicepresidente di Pro Natura Emilio Soave e l'ambientalista ed ex pescatore Massimiliano Borgia in veste di rappresentante dell'Osservatorio sul Po.
“Non si tratta di pregiudizio ma di capire come e dove si ha intenzione di realizzare un impianto idroelettrico”, con queste parole Soave ha immediatamente messo in luce uno degli aspetti critici che numerose associazioni ambientaliste lamentano.
A cosa si riferisce? All'impatto paesaggistico dell'opera che si inserisce in un contesto di forte valore storico e architettonico, ma non solo. Il riferimento è anche alla reale fattibilità economica dei lavori. Una delle problematiche principali riguardanti il Po e la sua navigabilità e balneabilità è, infatti, rappresentata dalla scarsa o assente manutenzione ordinaria, ed è da qui che sorgono le perplessità di ProNatura: ci saranno risorse in futuro per completare il progetto?
Un'altra questione su cui gli ambientalisti si soffermano e per il quale hanno richiesto all'Amministrazione comunale di poter accedere alla documentazione, inoltre, riguarda l'effettiva navigabilità del fiume dopo la realizzazione dell'impianto. Allo stato attuale in tratto di fiume a valle è caratterizzato da una scarsità d'acqua per lunghi periodi dell'anno: con la presenza dell'impianto idroelettrico il livello del fume si abbasserebbe ulteriormente, comportando, di fatto, il prosciugamento di un tratto del fiume e i conseguenti danni alla flora delle acque. In queste condizioni, come potrebbero i due battelli turistici Valentino e Valentina attraversare il fiume?
Sono queste le principali perplessità che si contrappongono a quelle di chi invece guarda con sicurezza alla fattibilità dei lavori dell'opera. Un'opera per il quale viene auspicato un costruttivo dialogo con i cittadini che “probabilmente guarderebbero con diffidenza alla realizzazione di un'opera, di cui magari non sono a conoscenza”, come ipotizza Massimiliano Borgia, e che si collocherà nei pressi della Gran Madre, proprio lì dove in passato i residenti si sono opposti alla creazione di un parcheggio.