Mobilità scolastica sostenibile a Roma, lo studio dell'Agenzia dei Servizi Locali
Presentato dall’Agenzia per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici Locali uno studio sul tema Trasporto e mobilità scolastica sostenibile: pedibus, bike to school e carpooling. La ricerca ripercorre le principali esperienze romane in questo ambito a partire dal 2003, comparandole con quelle su scala nazionale ed europea
19 September, 2014
Pedibus, bike to school e carpooling: queste le principali esperienze romane analizzate nello studio "Trasporto e mobilità scolastica sostenibile" presentato nel corso della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile dall’Agenzia per il Controllo e la Qualità dei Servizi Pubblici Locali. Si tratta di esperienze nate con più di uno scopo: salvaguardia ambientale (diminuzione di smog e traffico) ma anche opportunità per i bambini e i ragazzi in termini di “crescita psicofisica, diritto alla costruzione di una propria autonomia, rapporto diretto con la città e il quartiere”.
La ricerca ripercorre le principali esperienze romane in questo ambito a partire dal 2003, comparandole con quelle su scala nazionale ed europea. Il primo progetto di mobilità scolastica cominciato nel 2003 è stato lo “scuolabus a piedi”, di cui si è fatta promotrice l'amministrazione comunale di Roma. Nato in Danimarca negli anni ‘70 e diffusosi rapidamente in tutta Europa, lo “Scuolabus a piedi” è un gruppo di alunni che va a scuola accompagnato da adulti e che, come un autobus, parte da un punto di raccolta – ‘capolinea’ – e segue un itinerario definito con fermate durante il percorso. L'iniziativa ha raggiunto nella Capitale la sua massima espansione durante l’anno scolastico 2009/2010 (40 plessi scolastici e 1.800 bambini coinvolti). Interrotto per mancanza di fondi nel febbraio 2011, oggi lo “Scuolabus a piedi” rimane in vita grazie alla buona volontà di alcuni gruppi di genitori e di alcune associazioni no profit che si sono attivati in tal senso in alcuni Municipi (VIII, X, e XII) di Roma Capitale.
Più recente (2013) il Bike to school, esperimento promosso da una scuola dell’Esquilino con l'associazione Salvaiciclisti che ha raccolto un successo crescente nella città e che ora viene organizzato regolarmente l'ultimo venerdì di ogni mese. Tutte le info su biketoschoolroma.it.
Per quanto riguarda il carpooling, cioè genitori che in modo organizzato e a turno accompagnano con la propria auto vari bambini, costituisce una buona iniziativa nei casi in cui la lontananza dagli edifici scolatici non permetta la realizzazione di pedibus o bicibus. In alcune città italiane come Padova il servizio di carpooling, partito a titolo sperimentale in alcune scuole periferiche della città, è stato successivamente esteso nell’anno scolastico 2013/2014 a tutto il territorio cittadino.
Quello che si evince dallo studio, grazie anche ad un confronto con le esperienze di mobilità sostenibile rinvenute in Europa, è che in Italia queste iniziative risultano prive di una progettualità di ampio respiro e, quindi, anche di un coordinamento da parte delle istituzioni che, invece, potrebbero sicuramente contribuire all’efficacia delle stesse. Sulla base di quanto emerso dallo studio, l’Agenzia ha formulato alcune considerazioni e valutazioni al fine di promuovere la propensione dei cittadini verso una mobilità multimodale ed a basso impatto ambientale.
Perché la mobilità scolastica sostenibile si affermi, sostiene l’Agenzia, occorrono “progettualità di ampio respiro”, “coordinamento da parte delle istituzioni”, “realizzazione di interventi infrastrutturali” soprattutto accanto alle scuole (marciapiedi protetti, divieti di sosta per le auto, rastrelliere…), “modifiche al trasporto pubblico e alla viabilità locale in determinati orari” e, ovviamente, “formazione all’educazione e sicurezza stradale con il coinvolgimento di scolari, genitori e residenti”.