Cartoniadi, la coscienza degli immigrati per gli imballaggi da riciclare
Torino ha visto il coinvolgimento di varie comunità di stranieri presenti in città: c'è chi non sa nulla di raccolta differenziata e fa fatica a capirne le ragioni e chi ha trovato dei fondamenti religiosi nell'ambientalismo - L'intervento di Paolo Hutter per Repubblica Torino del 26.11.2014
27 November, 2014
di Paolo Hutter
L'edizione torinese delle Cartoniadi ha anche un suo lato multietnico. Il capoluogo piemontese ha infatti visto il coinvolgimento di varie comunità di immigrati presenti in città, da quella marocchina a quella albanese, passando per quella cinese. C'è chi non è per nulla abituato alla raccolta differenziata e fa fatica a capirne le ragioni. C'è chi la fa meglio dei torinesi perchè magari lavora come badante nei comuni collinari del Consorzio Chierese, dove c'è la differenziata spinta. E c'è chi , come il giovane cinese Li Hu, osserva che nel paese dei suoi genitori c'è un altro modo di recuperare, ci sono dei poveri o disoccupati che gli imballaggi li prendono direttamente per rivenderli, "talvolta ti chiedono se gli dai la bottiglia appena finito di bere".
Diversi i pomeriggi trascorsi dalle Sentinelle dei Rifiuti e dai volontari delle Cartoniadi dai commercianti marocchini di corso Giulio Cesare, per un confronto sul tema della raccolta differenziata della carta in Italia e in Marocco.La diversità linguistica non ha fermato la prima gara ecologica torinese, anzi. È stata un collante per connettere abitudini e culture diverse. “Secondo l'Islam, siamo custodi della terra” ha spiegato Brahim Baya, portavoce dell'Associazione Islamica delle Alpi di Torino, riflettendo su quanto la religione, oltre che una coscienza ambientale, siano fondamentali per i musulmani per diffondere la raccolta differenziata.
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