Multa all'Italia per le discariche, le prime reazioni. Galletti, Realacci, Frassoni e Legambiente
Il Ministro all'Ambiente dopo la multa che la Corte di Giustizia Europea ha inflitto all'Italia: “Cercheremo di non pagare nemmeno un euro di quella multa figlia di un vecchio e pericoloso modo di gestire i rifiuti con cui vogliamo una volta per tutte chiudere i conti". Realacci: "Chi ha ha sbagliato paghi". Ciafani: "Auspicavamo questa sentenza"
02 December, 2014
Non è tardata ad arrivare la risposta del Ministro all'Ambiente, Gianluca Galletti, in seguito alla notizia della multa che la Corte di Giustizia Europea ha inflitto all'Italia per non essersi ancora adeguata alla direttiva rifiuti sulle discariche. “Andremo in Europa con la forza delle cose fatte - afferma Galletti in una nota - lavorando in stretta collaborazione con le istituzioni Ue, per non pagare nemmeno un euro di quella multa figlia di un vecchio e pericoloso modo di gestire i rifiuti con cui vogliamo una volta per tutte chiudere i conti".
Il Ministro sostiene che "la sentenza della Corte di Giustizia europea sanziona una situazione che risale a sette anni fa. In questo tempo l’Italia si è sostanzialmente messa in regola”. Galletti riporta alcuni dati che il Governo verosimilmente presenterà alla Corte: “Siamo passati da 4866 discariche abusive contestate a 218 nell’aprile 2013. Una cifra che a oggi si è ulteriormente ridotta a 45 discariche. Con la legge di stabilità 2014 sono stati stanziati 60 milioni di euro per un programma straordinario che consentirà di bonificare 30 delle 45 discariche rimaste, anche attraverso gli accordi di programma sottoscritti in questi giorni con le regioni Abruzzo, Veneto, Puglia e Sicilia. Le restanti 15 discariche abusive saranno bonificate con un ulteriore impegno di 60 milioni di euro”.
Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente, raggiunto da adnkronos ha dichiarato: "Fortunatamente c'è l'Europa. Ora l'Italia approfitti di questa sentenza e approvi una legge che tartassa lo smaltimento in discarica". Poi aggiunge senza mezzi termini: "E'una sentenza che ci aspettavamo e che per certi versi auspicavamo visto che il nostro Paese, nonostante abbia recepito nel 2003 la normativa europea sulle discariche del 1999, in questi 15 anni ha fatto finta che quella normativa non esistesse - spiega il vicepresidente - Abbiamo visto decine e decine di impianti sul territorio nazionale che non rispettavano la legge, non pretrattavano i rifiuti prima di metterli all'intermo della buca, non aspiravano il percolato e il biogas per trattarli, che sono le due fonti di inquinamento più importanti delle discariche. L'Italia ha fatto finta di nulla e fortunatamente l'Europa non è stata a guardare ed è arrivata una sentenza di condanna".
Ciafani ha poi aggiunto: "Saremo costretti noi cittadini a pagare delle pesanti multe per delle gravi inadempienze da parte delle istituzioni nazionali e locali. Ora chi piange per questa sentenza della Corte Ue piange sul latte versato da chi non ha fatto quello che si doveva fare. Sul rispetto della normativa in tema di rifiuti fortunatamente c'è l'Europa che ci può dare una mano a velocizzare l'iter di qualificazione ambientale del ciclo dei rifiuti. In alcune regioni, come Sicilia, Puglia o Lazio, i rifiuti continuano a finire in discarica per l'70-80%".
Il vicepresidente di Legambiente suggerisce infine cosa si dovrebbe fare per uscire definitivamente dal problema: "Per superare il modello dello smaltimento in discarica - afferma - serve che le discariche siano l'opzione di gestione più costosa. L'Italia approfitti di questa condanna e approvi una legge che tartassa economicamente lo smaltimento in discarica così riusciremo a ridurre i conferimenti ai minimi termini".
A breve giro di posta è arrivato anche il commento di Ermete Realacci, presidente Commissione Ambiente e Territorio della Camera, che su twitter scrive: "Inaccettabile che un grande paese come l’Italia venga punito per il mancato rispetto normativa Ue #rifiuti, far pagare chi ha sbagliato".
Monica Frassoni, co-Presidente del Partito Verde Europeo, affida le sue parole ad una nota sul proprio sito: “In un contesto nel quale trovare risorse e destinarle all’uscita dalla crisi è sempre più difficile, il sistematico e pessimo uso dei fondi europei è inaccettabile, come inaccettabile è che una procedura iniziata su nostra iniziativa nel lontanissimo 2007 non abbia trovato alcuno sbocco reale, neanche in prospettiva. Se l’Ue dopo anni di tentativi, riunioni, promesse, si è risolta a questa decisione, significa che non ha trovato alcun appiglio, né a livello regionale, né a livello nazionale. È questo un reale furto di risorse che dovrebbero essere destinate a un territorio ferito che merita tutt’altra attenzione.” Frassoni aggiunge che “l’incapacità dell’Italia di riportare lo smaltimento e trattamento dei rifiuti ad uno stato di legalità è una macchia sulla condotta del nostro paese che non riceve l’attenzione mediatica e politica che, invece, vengono dati a debito e tagli. Del resto, ne è una prova il fatto che lo stesso Sblocca Italia di rifiuti nemmeno se ne preoccupa, se non per autorizzare l’attivazione di impianti di incenerimento.” L'esponenete dei Verdi Europei tuttavia è propositiva: “Il fine di queste sentenze, però, non deve essere la punizione, ma devono essere di stimolo al governo ad agire e porre rimedio al più presto. Per ogni momento sprecato, non solo si perdono ingenti somme di denaro, ma aumenta il pericolo per la salute delle persone e dell’ambiente”.