"Ladri di biciclette e ladri in bicicletta", la proposta in Consiglio regionale di targare le bici
La mozione di legge presentata in Regione Lombardia per contrastare non solo i troppi furti di biciclette, ma anche l'incremento delle infrazioni al Codice della Strada e i reati commessi sulle due ruote. "Non vorremmo fosse solo l’anticamera del bollo per le bici”, la risposta delle associazioni
14 December, 2014
La mozione è stata presentata il 10 dicembre in Regione Lombardia e s’intitola “Biciclette, targhe personalizzate e microchip per garantire la sicurezza a 360 gradi”, primo firmataria Maria Teresa Baldini del Gruppo Misto-Popolari per l’Italia, poi i consiglieri Carlo Borghetti del PD e Riccardo De Corato di Fratelli d’Italia.
La mozione prende spunto da alcuni dati che i ciclisti purtroppo conoscono bene, come l’altissimo numero dei furti di biciclette in Italia (solo a Milano, sarebbero 30 al giorno, come recentemente pubblicato dal Corriere), ma anche da un allarme sull’incremento delle infrazioni al Codice della Strada commesse in bicicletta e, addirittura, dei reati, cosa forse un po’ più discutibile.
Nel testo (in allegato) redatto dal consigliere regionale Maria Teresa Baldini, si legge infatti che sarebbe “ormai cronaca quaotidiana la notizia circa l’utilizzo della bicicletta quale veicolo per commettere reati (da ultimo il caso del giovane arrestato a Milano che, dopo una serie di furti, transitando anche sui marciapiedi, strappava di mano oggetti a malcapitati passanti) …”. Così come si sostiene non solo che siano numerose le infrazioni al Codice della Strada commesse in bicicletta (transito sui marciapiedi, uso della bici in senso vietato, attraversamenti con il rosso), ma che spesso i ciclisti “provocano anche sinistri stradali senza incorrere in sanzioni, perché difficilmente identificabili”.
La diffusione del reato di furto di bicicletta, che nella maggioranza dei casi non viene nemmeno denunciato, è un problema italiano che spesso anche [b]Eco dalle Città ha affrontato. Nuovo invece sarebbe il fenomeno delle attività criminose, come gli scippi, che vedano come protagonisti i ciclisti.
In ogni caso, la proposta di una targa obbligatoria per le bici, non è stata accolta come urgenza impellente dalle associazioni dei ciclisti. Come deterrente al furto delle due ruote, esistono già altri sistemi, quali il Registro Italiano Bici, che con 10 euro consente di targare la bicicletta e di registrarla su un portale collegato alla Forze dell'Ordine. Si teme invece che, se la proposta avanzata in Regione Lombardia divenisse legge, sarebbe un aggravio di costi e burocrazia per i cittadini. Sarebbe insomma “ l’anticamera al bollo”.
Intervistato in merito da Repubblica, Eugenio Galli, presidente di Fiab Ciclobby, ha definito la proposta “fondamentalmente irrealistica, irrazionale e poco utile”, esprimendo appunto il timore che sia solo un primo passo per arrivare a forme di tassazione o assicurazione obbligatorie. "Se diventasse un’immatricolazione obbligatoria è ovvio che sarebbe l’anticamera del bollo. E a questa eventualità noi ci opponiamo".
Carlo Borghetti, il consigliere regionale del Pd che pure ha firmato la mozione della Baldini, ha successivamente precisato che l’intento “non è quello di chiedere l’immissione di una targa obbligatoria, ma di sensibilizzare Comuni e amministrazioni affinché si allestiscano registri volontari e si combattano i furti”.
In ogni caso, se da tempo è un problema reale quello di trovare in Italia la formula giusta che possa essere un vero deterrente ai troppi furti impuniti di biciclette, più dubbia sembra essere l'urgenza di dovere identificare i ciclisti, per un nuovo "allarme sicurezza" riguardante i loro comportamenti. Nell’aggressivo e spesso indisciplinato traffico di città come Milano, recentemente si è registrato un aumento della “maleducazione in bicicletta”, che ha portato al tragico episodio di un investimento mortale di un pedone sul marciapiedi, sul quale era intervenuto anche il Sindaco Pisapia. Diverso risulta invece parlare, come si legge nelle premesse della mozione dei Consiglieri regionali, di un allarme sull’aumento dei reati perpetrati a bordo delle biciclette (che s’immagina possano essere al limite scippi, non certo rapine in banca...).
Forse l’allarme maggiore riguardante i ciclisti italiani è ancora quello attinente la loro sicurezza, rispetto ai comportamenti di guida degli automobilisti. Se non è ancora notizia quotidiana, come sostiene invece il consigliere Maria Teresa Baldini, "l'utilizzo della bici come veicolo per commettere reati", quasi ogni giorno pervengono alla cronaca casi di ciclisti, e soprattutto pedoni, investiti dalle automobili.