"Troppi ritardi, nessuna bonifica e rischi sanitari preoccupanti", Legambiente sulla Terra dei Fuochi
Ad un anno di distanza dalla legge del 6 febbraio 2014, l'associazione presenta a Caserta un dossier che denuncia tutte le questioni ancora irrisolte della Terra dei Fuochi: "analisi sui terreni insufficienti, progetti di bonifica assenti, nessuno risanamento delle falde, dati epidemiologici preoccupanti"
11 February, 2015
"Poche analisi sui terreni, bonifiche assenti, nessun risanamento delle falde e dati epidemiologici preoccupanti". In sintesi, "troppi ritardi accumulati". Questa la fotografia scattata da Legambiente nel report sulla Terra dei fuochi, l'area che compresa tra le province di Napoli e Caserta, lanciato ad un anno dall'entrata in vigore della legge. Ecco quello che scrive l'associazione:
Rinascita e riscatto. È questo quello che chiede la Terra dei Fuochi, l’area a cavallo delle province di Napoli e Caserta simbolo e paradigma dei traffici illeciti di rifiuti e dell’estrema pericolosità dell’ecomafia. Una terra martoriata nella sua essenza più profonda ed ignorata per decenni. Nel 2014 arriva finalmente il decreto legge “Terra dei Fuochi”, convertito poi in legge il 6 febbraio 2014, per fronteggiare l’emergenza. Ma a un anno dall’approvazione della legge in questione, troppi sono i ritardi legati alla sua attuazione e le questioni irrisolte.
In sintesi
Gli unici dati presentati dai ministeri delle Politiche agricole e forestali, dell’Ambiente e della Salute sullo stato di contaminazione nei 57 Comuni perimetrati (diventati nei mesi successivi 88), risalgono alla conferenza stampa dell’11 marzo 2014. I risultati delle indagini dirette sui terreni di 51 siti definiti “prioritari e maggiormente a rischio” in 7 Comuni non sono ancora stati resi noti, anche se i lavori sul campo sono stati conclusi e la pubblicazione dei risultati doveva essere fatta entro il 9 giugno 2014. In questi 57 Comuni ci sono ancora 1.335 siti potenzialmente inquinati su cui non sono state fatte ancora analisi dirette. Anche le bonifiche rimangano una chimera: nella maggior parte dei casi tali operazioni non sono neanche iniziate. Fino ad oggi non sono state previste neanche le attività di risanamento delle falde fortemente contaminate e nelle aree agricole, presenti in aree potenzialmente inquinate e vicine ad impianti di smaltimento rifiuti, non sono state attivate procedure di analisi e caratterizzazione. Inoltre non è stata eseguita nessuna attività nei 31 comuni che nel giugno 2014 sono stati aggiunti ai precedenti 57.
E'urgente uno sforzo straordinario che fino ad oggi non c’è stato, a garanzia della salute di chi abita in quelle zone e per dare certezza a cittadini e produttori.
Per scaricare tutto il dossier clicca qui.
Legambiente ribadisce inoltre quanto sia quantomai urgente l'approvazione del decreto legge sugli eco-reati, per cui da tempo si batte: "Il testo, da oggi in discussione in Aula al Senato dopo una sosta lunga un anno nelle Commissioni Ambiente e Giustizia di Palazzo Madama, se approvato permetterà l’introduzione di quattro nuovi delitti ambientali nel Codice penale, a partire da quello di inquinamento e di disastro ambientale".