I Diari della SUDifferenza #3. Tutti in allerta... Reggio Calabria città (dalla bocca) Aperta
Terza pagina del diario di Rossana Melito da Reggio Calabria. Qui ci racconta come piccoli disagi hanno generato malumori sulla raccolta porta a porta, da pochi mesi avviata nel capoluogo calabrese.
20 April, 2015
di Rossana Melito
E arriviamo al lato oscuro della raccolta differenziata: quelli che non vogliono che le cose cambino, anche se in meglio. Le allerte meteo delle ultime settimane (con splendide giornate di sole), hanno provocato la chiusura dell’impianto di trasferenza più vicino a Reggio Calabria e di conseguenza il servizio di raccolta dei rifiuti indifferenziati è stato rallentato. Si sono allarmati tutti i “difensori della Patria”, come li chiamo io, perché i cumuli di rifiuti venutisi a creare smuovono facilmente le lingue dei più, a cui piace lamentarsi, soprattutto sui social network e su quei pochi giornali online che pubblicano i loro articoli.
Uno di questi riporta che “la città si sta ricoprendo di spazzatura per “colpa” della nuova raccolta differenziata con il sistema “Porta a Porta””, e anche che vi è “un’eccessiva selezione nello smaltire i rifiuti e soprattutto vi sono delle scomodissime modalità di consegna” giustificando quei cittadini i cui rifiuti sono “costretti a gettarli per strada in assenza dei cassonetti dell’indifferenziata genialmente “aboliti” ed eliminati dal Comune”. Le emergenze non sono di certo il risultato di pochi mesi di raccolta porta a porta anzi, in questa fase di passaggio dal vecchio sistema di raccolta al nuovo è normale che vi siano delle criticità, che possono essere superate solamente con la collaborazione tra cittadini, azienda ed istituzioni.
Anch’io, da cittadina, fatico ad accettare che si creino situazioni di disagio. Chi non lavora nel settore della gestione dei rifiuti fatica a comprendere quali siano le vere problematiche di gestione di un servizio così complesso. Le continue allerte meteo degli ultimi giorni, proclamate dalla Protezione civile, hanno costretto AVR a dirottare il conferimento dei rifiuti indifferenziati su altri impianti, a volte distanti, e che richiedono lunghe file e rallentamenti. E così, in alcune zone della città, i rifiuti si accumulano.
Nelle zone in cui il porta a porta è iniziato, invece, non si vedono cumuli di immondizia ed i cittadini trovano estremamente comodo il fatto che i rifiuti siano prelevati ogni giorno sotto casa. Si tratta solo di acquisire una nuova abitudine, il porta a porta, infatti, prevede necessariamente l'eliminazione dei cassonetti. È uno dei pochi sistemi in grado di ottenere percentuali di raccolta differenziata molto elevate, come possono dimostrare diversi comuni in cui questo sistema è adottato, grandi e piccoli, anche del Sud Italia (Salerno, Roccella Ionica, Barletta, ecc.), e con ottimi risultati. Infatti, il 16 per cento dei comuni d’Italia, per un totale di 7,8 milioni di cittadini, ha già detto addio al cassonetto. Nella città di Reggio Calabria, grazie alla raccolta differenziata porta a porta delle circoscrizioni di Gallina, Pellaro e Ravagnese, dopo soli 2 mesi dall’avvio del nuovo sistema, siamo arrivati a ridurre la produzione giornaliera di rifiuti del 10%, (un dato molto rilevante, che cercherò di indagare e di raccontare nel corso delle prossime puntate). Vuol dire, quindi, che ci sono meno rifiuti che finiscono in discarica, meno costi e meno inquinamento dovuto al loro trasporto e allo “smaltimento” sotto terra.
Per farla breve: alcune dinamiche come la chiusura degli impianti dipendono dalla Regione Calabria mentre altre, come i cumuli di sacchetti, dipendono da noi reggini che continuiamo a lamentarci e dare la colpa in giro al primo che passa, piuttosto che renderci conto che è il cittadino il fautore di tutto questo. Si perché siamo noi che produciamo tutti quei rifiuti indifferenziati, e siamo sempre noi che gettiamo buste su buste lamentandoci poi che è tutto sporco e che non si può camminare lungo le strade.
Il problema dei rifiuti è universale e ha messo in moto procedure e linee guida a livello europeo che sono indirizzate verso il massimo recupero di materia. Il percorso iniziato nella nostra città è il primo che riguardi un capoluogo calabrese e può essere un modello positivo e di traino per tutta la Regione.
Concludo dicendo che queste emergenze fanno capire ancora di più quanto sia necessario differenziare! Mentre scrivevo la mia tesi di laurea, per spronarmi a superare la fatica, mi ripetevo spesso "La vita è una merda, ma io ci faccio del compost!".
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