Torino, prosegue l'azione di controllo sulle attività illecite di smaltimento rifiuti
Bruciavano di tutto dai filtri dell'olio dei trattori ai farmaci veterinari, il Servizio Vigilanza Ambientale nelle ultime settimane ha sanzionato aziende agricole, industriali e commerciali
13 May, 2015
Prosegue senza soste il lavoro degli
agenti addetti alla vigilanza ambientale appartenenti al Servizio
pianificazione e gestione rete ecologica, aree protette e vigilanza
ambientale della Città Metropolitana di Torino. Di fondamentale
importanza è la collaborazione delle Guardie Ecologiche
Volontarie, la cui attività è coordinata dal personale del
Servizio. Grazie all'apporto delle G.E.V. e delle guardie delle
associazioni ambientali come la L.A.C. (Lega Anti Caccia)
nelle ultime settimane sono state accertate e quindi interrotte
attività illecite di smaltimento di rifiuti dati alle fiamme.
Pur non avendo raggiunto le dimensioni e la diffusione tristemente
note in altre Regioni, il fenomeno ha effetti negativi
sull'ambiente e sulla qualità dell'aria, che si accumulano nel
tempo.
Recentemente sono stati accertati casi di incendi
dolosi e illegali di rifiuti in un'azienda agricola di Cavour e
in una di Piossasco, i cui titolari incenerivano il nylon
dell'imballaggio delle rotoballe dei cereali insieme ad altri
rifiuti, quali farmaci veterinari scaduti o addirittura filtri
dell'aria e dell'olio dei trattori. I rifiuti incendiati
emettevano fumi molto dannosi e fastidiosi e polveri inquinanti che
ricadevano sulle vicine colture.
A Roletto, invece è
stata scoperta l'attività illecita di un'azienda autorizzata al
recupero di rottami ferrosi, nella quale, a tarda sera, venivano
bruciati cospicui cumuli di cartoni verniciati e scarti di stoffe
sintetiche che provenivano da un'industria di confezionamento di
alimenti.
La settimana scorsa, in seguito alle lamentele
di persone infastidite da continui odori e fumi molesti nelle ore
serali e dopo settimane di appostamenti e rilievi fotografici, il
Servizio vigilanza ambientale della Città Metropolitana è
intervenuto presso una importante azienda pinerolese che commercia
materiali per l'edilizia. Nella ditta veniva utilizzata una grande
caldaia per smaltire col fuoco tutti i rifiuti prodotti: gli
imballaggi in plastica, cartone e nylon, scarpe usate e rifiuti degli
uffici. Invece di conferirli alla raccolta differenziata, due
dipendenti dell'azienda addetti alle pulizie incenerivano i rifiuti
nella caldaia, che era priva di qualunque impianto di abbattimento
dei fumi. I due addetti coltivavano il loro orto proprio sotto il
camino da cui usciva il fumo carico di veleni e polveri, con ceneri
le sparse nel vicino pioppeto e forse anche nell'orto. Poiché
l'attività era continua, riguardava grandi quantità di imballaggi e
risultava assai molesta per gli abitanti della zona, gli agenti della
Città Metropolitana hanno posto sotto sequestro giudiziario e
sigillato l'impianto. Il titolare dell'azienda è stato
denunciato all'autorità giudiziaria e dovrà rispondere dei reati
previsti dall'articolo 256 comma 1 e dall'articolo 256 bis del
Decreto Legislativo 152 del 2006 e dall'articolo 674 del Codice
Penale, che prevedono pene da due a cinque anni di reclusione. Tali
reati sono peraltro puniti in modo più severo a partire dal 2014,
quando, con il cosiddetto "Decreto Terra dei Fuochi"
le sanzioni sono state aggravate. Tra le aggravanti segnalate
nella denuncia alla magistratura vi è la presenza a meno di cento
metri sottovento all'area dell'azienda sequestrata di alcuni meleti
molto produttivi e di un'azienda zootecnica che produce latte,
utilizzando il foraggio coltivato nei pressi della ditta.