Torino, domenica 31 maggio l'inaugurazione del nuovo Parco di Spina 4
Intitolato a Aurelio Peccei, il nuovo parco con i suoi 27mila metri quadrati di prato, 420 alberi, 100 corpi luminosi a led, area e percorsi ciclabili, rappresenta il parco più ”smart” della città
28 May, 2015
Una grande
festa fatta di giochi, musica, sport, mostre e passeggiate alla scoperta della
storia dell’area, che un tempo ospitava la Fiat Iveco Telai, accompagnerà domenica 31 maggio l’inaugurazione del nuovo Parco di Spina 4. La grande superficie ex
industriale - circa 43mila metri quadri
- chiusa tra passante ferroviario, via Cigna e via Valprato è ora il cuore
verde del quartiere: una sintesi di innovazione, ambiente e qualità della vita.
Una trasformazione complessa
Una sfida iniziata quasi 20 anni fa nella quale Torino ha messo in campo una
continuità economica, politica e tecnica veramente unica nel suo genere perché
solo con un’azione incessante si poteva passare da fabbrica - come questa zona era - a parco. Una trasformazione resa possibile dalla determinazione e
dall’impegno di un gruppo di lavoro interdivisionale – agronomi, architetti,
ingegneri, e persino antropologi – coordinato nella fase paesaggistica dal
settore Grandi Opere del Verde del Comune, che precedentemente aveva già
partecipato a tutte le fasi dei lavori di questi anni: la demolizione dei
vecchi edifici, la bonifica, la progettazione partecipata e, in ultimo, il
concorso d’arte.
Il cuore verde del quartiere
Con i suoi 27mila metri quadrati di
prato, 420 alberi, un centinaio di corpi luminosi a led, giochi e attrezzi per
grandi e piccini, percorsi ciclabili e una “cattedrale” rimasta indenne per
ospitare grandi eventi di aggregazione e sociali, l’area è pronta ad
accogliere le idee e le esigenze dei suoi fruitori. Terminato il cantiere
prosegue ancora il processo di progettazione partecipata con Urban Barriera, il
programma di sviluppo urbano partito nel 2011 e finalizzato a innescare un
processo di miglioramento complessivo dell'area del quartiere. Da qualche mese
è stato avviato un tavolo di lavoro nato per incontrarsi, discutere e costruire
una ricco cartellone di attività e occasioni mirate alla cura e alla gestione
del parco.
Peccei, la giusta dedica per un parco
unico
Il Parco - che non a caso sarà intitolato a Aurelio Peccei, torinese, ex dirigente Fiat, fondatore nel 1960 del Club di Roma, famoso per la sua attenzione
alle tematiche ambientali e precursore
dello studio di modelli di sviluppo sostenibile – è il primo parco “Smart”
di Torino e, verosimilmente è unico nel suo genere anche nel panorama
paesaggistico nazionale.
Grande attenzione alla sostenibilità
ambientale
Ciò è dovuto al fatto che le scelte progettuali sono state particolarmente
attente alla sostenibilità ambientale: dalla bonifica, attuata sul posto, con
reimpiego dei materiali inerti e ferrosi non inquinanti alla realizzazione
di pavimentazioni e all’uso di vernici che attivano il processo ossidativo di
fotocatalisi di cui è responsabile il biossido di Titanio (TiO2), che, in
presenza di luce (raggi ultravioletti), scinde le polveri sottili inattivando
l’ossido di azoto che viene dilavato con le piogge. Un processo di ossidazione
che già avviene naturalmente ma che la fotocatalisi accelera, favorendo una più
rapida decomposizione ed evitando l’accumulo delle sostanze nocive. Dalle
modalità di gara - che hanno previsto a carico della ditta aggiudicataria dei
lavori l’onere di un cantiere a impatto
zero che bilanciasse, attraverso la messa a dimora di nuovi alberi, le
tonnellate di CO2 prodotte e immesse nell’atmosfera nel corso dei lavori - all’
autonomia energetica su cui può
contare il parco grazie all’impianto fotovoltaico montato da IREN sulla
capriata Porcheddu che compensa i quasi 100
corpi a led introdotti per la sua illuminazione. Fino alle panchine in alluminio, in parte proveniente
da materiale riciclato e all’ innovativa tecnica utilizzata in vivaio per
gli alberi, allevati in contenitori speciali, e poi messi a dimora senza l’ausilio
di pali tutori.
La fantasia dei bambini per l’area
giochi
Una novità è rappresentata anche dalle modalità di progettazione dell’area giochi del parco frutto di un articolato percorso partecipato con i bambini della scuola elementare Pestalozzi che, davanti all’enorme distesa “lunare” della bonifica dovuta agli imponenti scavi, hanno immaginato un’invasione pacifica di extraterrestri ecologisti, che tornano sulla Terra a insegnare ai bambini ad averne cura. Dalle loro suggestioni raccolte dai progettisti, replica orologi di lusso italia è nato il cratere, uno spazio di oltre 1000 mq delimitato da una caratteristica collinetta rivestita in gomma colorata che ospita al suo interno numerose attrezzature per il gioco suddivise per fasce d’età.
Un percorso artistico per raccontare la storia
operaia dell’area
Ad arricchire il Parco contribuiscono dieci
opere d’arte – 5 sono già state posizionate - ispirate alla storia operaia dell’area. Memoria di un luogo che per
più di un secolo è stata un’area industriale, delle persone e delle storie che
lo hanno attraversato, le opere sono state realizzate da giovani artisti che
hanno partecipato a un concorso nazionale di idee aperto a studenti degli
Istituti di Alta Cultura (Accademie di Belle Arti italiane) e delle Facoltà di
Architettura indetto della Città, in collaborazione con il Politecnico e con
l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino