La rassegna stampa delle edizioni locali di Torino delle principali testate sui vent'anni di Cartesio
LaStampa e Repubblica Torino sull'anniversatio dei vent'anni di Cartesio
02 July, 2015
I vent'anni di cartesio "rivoluzione in un cestino - di Maria Teresa Martinengo da LaStampa del 01/07/2015
Una grande rivoluzione «ambientale» che ha segnato anche una
grande rivoluzione culturale. E ha fatto di Torino - ancora una volta -
una città all’avanguardia in fatto di buone pratiche. Parliamo dei
vent’anni del Progetto Cartesio, della raccolta differenziata della
carta porta a porta curata dalla Cooperativa sociale Arcobaleno. Ma
anche del fatto che in quella cooperativa, nata nell’ambito del Gruppo
Abele e delle comunità di recupero per tossicodipendenti, lavorarono da
subito persone con storie complicate, di fatica. «La rivoluzione
culturale - dice Tito Ammirati, presidente della coop - è che se
vent’anni fa i lavoratori tornavano la sera, raccontando gli insulti e i
timori della gente, oggi escono con 150-200 chiavi di condomini in cui
sono posizionati i cestini gialli che tutti conoscono, sono rispettati
e apprezzati. A Natale ricevono regali e quando li spostiamo, custodi
e inquilini protestano, privati di un amico».
La festa
Oggi, nell’anniversario di quel lontano primo giorno del 1995, alle
16,30 nella sede di via Paolo Veronese 202 ci sarà una grande festa al
rientro degli operatori con i furgoni. Il pomeriggio prevede interviste
ai protagonisti di allora e a quelli di oggi. Faccia a faccia tra l’ex
assessore all’ambiente Gianni Vernetti e l’attuale Enzo Lavolta.
Aneddoti e ricordi di vent’anni con interventi di Piero Fassino, Paolo
Cantarella, Carlo Moltabetti, Diego Cometto, suor Giuliana Galli e
altri. Alle 18 un’esibizione acrobatica di Silvia Francioni del Circo
Vertigo presenterà ai cittadini di conoscere il nuovo cestino di
Cartesio. Infine, aperitivo e raccolta firme per la proposta di legge
contro le false cooperative. L’invito è aperto a tutti.
I lavoratori
Il
successo della raccolta differenziata della carta - che nel 2014 ha
significato 46.620 tonnellate, ovvero il 24% di tutta la differenziata
di Amiat - è ovviamente fatto dalle persone. «In vent’anni ne sono
transitate 803, il 40% legate alle dipendenze, le altre semplicemente
bisognose di lavoro. Oggi - spiega Ammirati - Arcobaleno conta 280
persone, 200 delle quali impiegate in Cartesio. L’età media è intorno
ai 45 anni, alta. Se incroci i volti dei nostri lavoratori, riconosci
il loro passato di fatica. Ma ce l’hanno fatta. Lo dimostrano i 260 mila
euro di Tfr che, fuori dalle regole Inps, abbiamo dato in un anno a 60
nostri soci che si sono sposati, che hanno messo su casa, che hanno
avuto i primi bimbi».
La crisi ha legato ulteriormente i lavoratori
alla cooperativa e a un lavoro duro. «Sollevare da terra i cartoni e
farli volare nel camion a 1,6 metri è molto pesante. Anche per questo in
Cartesio impieghiamo solo uomini». Ma Arcobaleno negli ultimi anni ha
lavorato anche per diversificare le attività, per esempio con la
raccolta di rifiuti elettronici. «Con la carta abbiamo toccato l’apice
nel 2010, poi la crisi e la digitalizzazione hanno determinato un
decremento per noi molto dannoso dal momento che non veniamo pagati per
il servizio ma per ogni chilo di raccolta».
Oggi Tito Ammirati
ripercorrerà la storia di questi vent’anni, parlerà della «fiducia
costruita mattone dopo mattone». Racconterà che da una cooperativa
sociale nascono anche progetti culturali (il film «40%, le mani libere
del destino», la collaborazione con gli scrittori in crescita della
scuola Holden). Forse dirà anche che i torinesi buttano libri di
pregio. E che gli operatori ormai sanno riconoscerli come tesori.
Cartesio,vent’anni
ma la raccolta è sempre meno - di Gabriele Guccione da Repubblica del 02/07/2015
Il caso festa per il primo esperimento di “porta a porta” in una grande città: oggi per ogni residente si recuperano 51 chili nei cestini gialli ne finisce sempre meno. L’“oro bianco” ormai scarseggia: nel giro degli ultimi cinque anni la carta raccolta nei cassonetti e negli androni dei condomini è scesa di 10mila tonnellate. La crisi, i ladri di cartone, ma anche la digitalizzazione: prima di stampare una mail ormai ci si pensa su due volte. E così anche “Cartesio”, che ieri ha festeggiato i suoi 20 anni di vita nella sede della Cooperativa Arcobaleno, in via Paolo Veronese, ha smesso di crescere: «Fino a 5 anni fa Torino era la prima città in Italia per quantità di carta differenziata — racconta il presidente della cooperativa Tito Ammirati — Per ogni torinese venivano raccolti e riciclati 62 chilogrammi di “oro bianco”». Ora le cifre sono calate: 51 chili per residente. «Stiamo registrando un deciso impatto della digitalizzazione nella vita comune dei cittadini e delle pubbliche amministrazioni », precisa Ammirati. Per la cooperativa sociale ha significato perdere in fatturato, considerato che la carta viene pagata in media 150 euro a tonnellata. E diminuire i numeri. Certo, quando l’avventura di “Cartesio” iniziò nel 1995 da una costola del Gruppo Abele con il primo appalto di Amiat, i numeri erano ancora più distanti da quelli attuali. Si trattò del primo esperimento di raccolta “porta a porta” della carta in una grande città italiana. «I primi sei mesi — ricorda Ammirati — raccogliemmo 1.700 tonnellate di carta. Adesso siamo a 46.600 tonnellate all’anno. È stata una crescita importante: iniziammo dal centro con 52 persone e 27 mezzi, oggi siamo 198 persone e contiamo 140 mezzi». «Quando nel 1993 cominciammo a sperimentare quello che due anni dopo sarebbe diventato il Cartesio — rimembra oggi Gianni Vernetti, allora assessore all’Ambiente — la raccolta differenziata a Torino era pari al’1 per cento. Il 99 per cento dei rifiuti finiva in discarica. Eravamo all’anno zero. In tre anni passammo dall’1 al 35 per cento». Cartesio, con il suo esercito di raccoglitori recuperati dai centri contro le tossicodipendenze o dal carcere, fu determinante. Ancora oggi lo è: incide per il 24 per cento sul totale dei rifiuti differenziati raccolti in città (pari al 42 per cento del totale dei rifiuti). La prospettiva: «Si spera che si prosegua con il porta a porta — auspica Ammirati — Oggi copriamo circa 400mila abitanti, una quota che vorremmo incrementare». In 20 anni dalla cooperativa Arcobaleno sono passati 800 lavoratori. Di questi 350 segnalati dai servizi per le tossicodipendenze o in regime alternativo alla pena detentiva. «Oltre alla raccolta della carta, che un tempo finiva in discarica — dice il presidente Ammirati — la vera rivoluzione è stata quella dell’impiego di queste persone. All’inizio da parte dei torinesi c’era qualche timore, oggi ogni raccoglitore ha in tasca le chiavi di 150 condomini: venivamo definiti “una cooperativa di tossici”, oggi ci danno le chiavi di casa loro. Questo è il nostro più grande successo».