Spreco di cibo in Europa: il 16% di quello venduto diventa spazzatura
A stimare la quantità di cibo sprecato è uno studio Ue svolto dal Joint Research Centre che ha calcolato anche l'impronta di acqua e azoto relativa ai rifiuti alimentari dei cittadini europei
04 September, 2015
Un nuovo studio dei
ricercatori del Joint
Research Centre ha analizzato
i dati statistici disponibili sui rifiuti alimentari dei consumatori
europei, stimando
uno spreco medio
di 123 kg pro capite all'anno ovvero il 16% di tutto
il
cibo acquistato
dai consumatori. Quasi
l'80% (97 kg) dello
spreco è evitabile
in quanto cibo ancora
commestibile, che si traduce
in 47 milioni di tonnellate di potenziali
non rifiuti alimentari ogni anno. Gli
scienziati del JCR
che hanno effettuato la ricerca, hanno
anche calcolato i consumi di
risorse idriche e azoto associati
ai rifiuti alimentari evitabili.
Lo
studio dal nome "Lost
water and nitrogen resources due to EU consumer food waste",
si basa su dati provenienti da sei Stati membri: Regno Unito, Paesi
Bassi, Danimarca, Finlandia, Germania e Romania; dove differenti
stili di vita e potere d'acquisto costituiscono
determinano
modelli di consumo e
di spreco differenti.
Tenendo conto dell'incertezza
lo studio ha stimato la quantità di rifiuti di
cibo evitabili, distinguendo tra diversi
gruppi di prodotti alimentari. I rifiuti
alimentari del consumatore medio dell'Unione europea, per esempio,
sono stimabili
tra 45 a 153 kg pro capite all'anno.
L'acqua
blu (risorse
superficiali e sotterranee):
l'impronta associata
a questo spreco alimentare evitabile è in
media 27 litri pro capite al giorno,
una cifra leggermente
superiore alla media
UE dei consumi di
acqua. L'acqua verde
(o acqua
piovana):
l'impronta è
di 294 litri pro capite al giorno,
equivalenti per esempio alla
quantità di acqua impegnata
nella produzione
delle colture in Spagna.
La quantità di azoto
contenuta nei
rifiuti alimentari evitabili è in
media di 0,68
kg pro capite all'anno, mentre
l'impronta di azoto
derivante dalla produzione
alimentare è di
2,74 kg pro capite all'anno, ossia
la stessa quantità utilizzata in
fertilizzanti minerali da
Regno Unito e Germania messe assieme.
Verdura,
frutta e cereali rappresentano gli
alimenti più sprecati
rispetto agli
altri gruppi alimentari in quanto tendono ad avere una durata più
breve e sono i più
acquistati perché generalmente più economici
di altri prodotti
come ad esempio
la carne. Anche se le quantità di carne sprecata
è inferiore se paragonata agli altri
gruppi alimentari, quest'ultima
è quella con un maggiore impatto in quanto la
sua produzione è vincolata ad altro tasso
di consumo di risorse. In altre parole, una
piccola riduzione della quantità di
carne sprecata equivale ad una
grande riduzione di sprechi in
risorse idriche e azoto.
In
un mondo con risorse limitate, la sicurezza alimentare può essere
raggiunta solo da un uso più sostenibile delle risorse, insieme con
adattamenti al nostro comportamento di consumo, tra cui la riduzione
o, idealmente, l'eliminazione dei rifiuti alimentari.