Rifiuti Genova, Andrea Agostini: "Non c'è la volontà politica di aumentare la raccolta differenziata"
Il vice presidente del circolo di Legambiente “La Nuova Ecologia” di Genova: "La differenziata sta peggiorando e non c'è la volontà di migliorarla, perché l'idea di sindaco e giunta è quella di vendere Amiu ad Iren che brucia tutto"
03 September, 2015
Come confermato pochi giorni fa dall'assessore regionale all'ambiente, Giacomo Giampredone, la Liguria per tutto il 2015 continuerà a trasportare parte dei propri rifiuti fuori regione. “Grazie agli accordi attuali con Emilia e Piemonte e qualche altro siamo coperti fino a fine anno – ha detto Giampredone a Repubblica – quindi per ora non ci sono problemi, ma stiamo già lavorando per trovare un'intesa a medio o lungo termine che ci permetta di coprire almeno tutto il 2016”. Intanto la raccolta differenziata stagna, attestandosi su una media di poco più del 30% (dati 2014), tra le più basse in Italia, con pochissimi comuni su oltre 200 in tutta la regione che raccolgono il 65% dei propri in maniera differenziata, come prevede la normativa. A Genova, dove vive più di un terzo della popolazione regionale, la situazione sarebbe addirittura peggiorata passando dal 34,27% del 2013 al 33,71% dell'anno scorso
Abbiamo raggiunto il vice presidente del circolo di Legambiente “La Nuova Ecologia” di Genova, Andrea Agostini, che fornisce il suo punto di vista sulla situazione generale della gestione rifiuti. Ecco cosa ci ha detto:
“Ci sono alcune criticità. La prima è che la giunta regionale di centrodestra e il principale partito d'opposizione, ovvero il Pd, sono entrambi d'accordo sul non volere un inceneritore in Liguria, proprio come le associazioni ambientaliste e gran parte della cittadinanza. Questo in sé non sarebbe male. La cosa buffa, però, è che a mio parere dietro tutto ciò c'è il progetto di fusione di Amiu con Iren (multiutility controllata dai Comuni di Genova, Torino e Reggio Emilia, proprietaria di diversi termovalorizzatori e biodigestori in Emilia e Piemonte,ndr) che porta tutto l'indifferenziato a bruciare negli inceneritori in Piemonte ed Emilia.
La seconda è direttamente collegata alla prima: la raccolta differenziata in Liguria sta peggiorando e non c'è la volontà politica di migliorarla, perché la volontà di sindaco e giunta è appunto quella di far acquistare l'azienda genovese da Iren e quindi di togliersi da mezzo la patata bollente dell'obbligo di aumentare le percentuali di raccolta.
La terza è il disastro ambientale della discarica di Scarpino, su cui le indagini sono tutt'altro che chiuse. Si annuncia una riapertura ma voglio proprio vedere chi metterà la firma per autorizzarla, visto che stiamo parlando di una discarica che non è assolutamente stabile. C'è Scarpino uno che è la discarica abbandonata per le fuoriuscite di percolato e non è impermeabilizzata. Scarpino due è impermeabilizzata, ma l'aumento del livello del percolato ha fatto scattare le ordinanze di chiusura. Adesso si pensa ad un polo impiantistico su Scarpino tre (per la separazione della frazione secca e di quella umida e un impianto di biostabilizzazione della frazione umida, ndr) ma i tempi sono molto lunghi. In ultimo hanno aperto il sesto lotto di una discarica ad Imperia che era chiusa e il cui proprietario non è proprio limpido. Direi che l'impegno per incrementare la raccolta differenziata cade completamente”.