Ama: si torna a parlare di privatizzazione, ma i sindacati non ci stanno
Il sindaco Marino torna a parlare di Ama e privatizzazione, ma l'argomento viene disatteso nell'incontro con Fortini. Per Estella Marino resta però un argomento su cui riflettere
10 September, 2015
Sul fronte dei rifiuti romani l’aria si fa tesa: si torna infatti a parlare di privatizzazione di Ama, la municipalizzata che gestisce i rifiuti della Capitale, in seguito alle dichiarazione di martedì 8 settembre del sindaco di Roma Ignazio Marino, intervenuto in Commissione Ecomafie: “Ho insistito molto affinché, in qualunque caso, ci siano almeno due municipi in cui ci sia un affidamento per lo spazzamento ai privati, una gara e la possibilità di affidare due municipi ai privati. Sono giunto a questa conclusione - ha spiegato - perché ho visto che la competizione ha aiutato molte città europee, ad esempio Parigi e Londra. Certamente una qualche forma di apertura verso il mercato e la competizione virtuosa credo sia auspicabile”.
Ma nell’incontro svoltosi mercoledì 9 settembre in cui il presidente e l’ad di Ama, Daniele Fortini e Alessandro Filippi, hanno illustrato la nuova organizzazione del piano di igiene e spazzamento ai presidenti dei Municipi di Roma e all’assessore capitolino all’Ambiente, Estella Marino, non si è fatto alcun cenno all’annuncio del sindaco sull’affidamento ai privati del servizio di spazzamento in due Municipi di Roma.
Ai presidenti dei Municipi è stata infatti mostrata la nuova organizzazione del piano di igiene e spazzamento. “Ama ci stava lavorando da tempo e poi ha accelerato per arrivare a fine settembre con un piano operativo”, ha detto all’agenzia Dire l’assessore comunale all’Ambiente, Estella Marino. “I Municipi sono contenti della condivisione del piano- ha spiegato Marino, secondo quanto riporta la Dire. “Rilevano che era necessario che l’Ama facesse un passo avanti nell’ingegnerizzazione dei servizi, ma ovviamente ci spronano a dare corpo sul territorio ai risultati che un piano del genere deve avere, perché loro si trovano tutti i giorni a confronto con i cittadini e chiedono giustamente un livello alto di qualità dello spazzamento”.
L’assessore si è espressa a margine dell’incontro anche sulle dichiarazioni del sindaco: “ha ripetuto una cosa che già disse in passato sul fatto di poter chiedere all'azienda un paio di Municipi per metterli a gara e verificare la competizione virtuosa sullo spazzamento. È una cosa su cui si sta lavorando. Oggi nella riunione non ne abbiamo parlato, nessuno ha chiesto nulla- ha aggiunto Marino - ma è una riflessione che il sindaco ci spingerà a fare".
Se nessun commento è arrivato da Ama, alla dichiarazione del sindaco hanno risposto, invece, i sindacati Cgil, Cisl e Uil che hanno indetto per lunedì 14 settembre (ore 14.00) un “appuntamento” con i lavoratori Ama sotto la finestra di Ignazio Marino in Campidoglio. “Con l’annuncio dell’imminente privatizzazione del servizio di igiene urbana della Capitale il Sindaco Ignazio Marino tradisce se stesso, disattendendo gli impegni presi in campagna elettorale, e smentisce quanto sostenuto dalla stessa azienda nel verbale sottoscritto con i sindacati lo scorso 8 agosto per rilanciare il servizio fornito dalla prima azienda pubblica del Paese”, hanno detto i sindacati, ribadendo che negli anni “abbiamo denunciato le inefficienze e fatto accordi per migliorare i servizi, implementare la differenziata e ridurre i costi. A questo atteggiamento responsabile - continuano congiunti i sindacati - il Sindaco ha risposto troppo spesso con attacchi ai lavoratori e minacce di privatizzazioni salvifiche, dimenticando come sia stato anche questo approccio semplicistico nel ricorso ai privati ad aver permesso le infiltrazioni di mafia capitale. In questi due anni il Sindaco ha sempre evitato il confronto, smentendo puntualmente gli impegni assunti con il suo programma elettorale”.
L’attivo unitario previsto per il 14, e convocato per discutere le proposte di efficientamento di Ama, si sposterà dunque infatti in Campidoglio “per dare il via a una mobilitazione che parli alla città e spieghi i rischi di un’ennesima operazione di propaganda priva di progettualità. Sarà il Sindaco - concludono i sindacati - a decidere se sottoporre la città all’ennesimo scontro o se fare marcia indietro per agevolare il percorso di rilancio già avviato