Bejing: inquinamento atmosferico ai massimi livelli, scatta l’allerta arancione
Nelle maggiori metropoli cinesi lo smog ha raggiunto soglie preoccupanti. E le autorità non sembrano in grado di trovare soluzioni immediate
30 November, 2015
Le autorità della capitale cinese di Bejing hanno lanciato il più grande allarme smog dall’inizio dell’anno. Domenica è stato dichiarato Il “livello di allerta arancione”. Questo ha fatto scattare l’obbligo della chiusura delle fabbriche e il taglio della produzione industriale. In alcune zone della città i livelli hanno superato 17 volte la soglia considerata sicura dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.. Domenica a mezzogiorno i rilevatori di smog attivi presso l’Ambasciata americana a Bejing hanno rilevato che l’intensità delle particelle PM 2,5 avevano raggiunto i 400 microgrammi per metro cubo in alcune zone della capitale. Le industrie e i sistemi di riscaldamento alimentati a carbone, la polvere dei cantieri edili contribuiscono a formare lo smog, che poi peggiora a causa dell’umidità e della mancanza di vento.
L’inquinamento atmosferico non riguarda però soltanto Bejing. Si tratta di un grave problema che tocca tutto il nordest della Cina, un’area dove sono situate un gran numero di industrie pesanti e di miniere di carbone. Costituisce un rischio cronico per la salute dei cittadini delle principali città cinesi
A causa della sua rapida crescita economica e industriale, la CIna è oggi considerata il motore dell’economia mondiale. E' una crescita che, a partire dal 1990, è stata accompagnata da una forte espansione urbanistica e dalla nascita di una serie di “mega metropoli”. Questa esmpansione ha provocato un innalzamento nei consumi di energia, nelle emissioni di gas inquinanti e nell’inquinamento atmosferico. Oggi, Beijing, Shanghai, e la regione Pearl River Delta che comprende Guangzhou, Shenzhen and Hong Kong, sono le aree più economicamente avanzate, che contribuiscono al 20 per cento del PIL cinese. Al tempo stesso sono anche le zone che producono maggiore inquinamento atmosferico, sempre al centro dell’attenzione dei media nazionali e internazionali,che continuano a lanciare allarmi ambientali. All'inizio di novembre, per esempio, gli alti livelli di inquinamento della città di Shnyang hanno fatto gridare al disastro ecologico i mezzi di informazione e i cittadini. Dal canto suo, il ministro dell’Ambiente cinese ha dichiarato che soltanto otto delle 74 maggiori città della Cina avevano superato gli standard per la qualità dell’aria stabiliti dal governo nel 2014. La Cina sta cercando trovare un rimedio a questa situazione, potenzialmente disastrosa, ma poco cambierà fino a che i siti industriali continueranno a essere alimentati a carbone.