Ecodistretto, a Roma il progetto di Ama per i rifiuti. Cosa prevede e come funziona
A Rocca Cencia è previsto il 1° ecodistretto della Capitale per il trattamento dei rifiuti provenienti dalla differenziata. Aperto il tavolo di consultazione alla Regione, ma i cittadini protestano e temono altro inquinamento
28 February, 2016
Dallo stabilimento Ama di Via Rocca Cencia Tmb all’ecodistretto per la selezione del multimateriale: questo il progetto per il quale dal 25 febbraio è stato aperto il tavolo di consultazione presso l’ufficio V.I.A. della Regione Lazio, il primo di una lunga serie che si svolgerà nei prossimi mesi.
Nel dettaglio, vediamo di cosa si tratta quando si parla di “ecodistretto”, progetto che nelle intenzioni della municipalizzata romana e del Campidoglio punta ad abbandonare definitivamente la strada delle discariche e degli inceneritori puntando invece sulla raccolta differenziata, sul recupero, il riciclo e i “rifiuti zero”.
Cosa è un ecodistretto
L’ecodistretto, che a Roma secondo i progetti di Ama dovrebbe sorgere a Rocca Cencia, è un’area industrializzata attrezzata per ricevere rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata. L’ecodistretto romano prevede un impianto di trasformazione del rifiuto organico, una linea per la selezione del vetro, tre linee di selezione di carta, plastica, alluminio e metalli ed una per il trattamento dei rifiuti ingombranti e dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).
L’impianto di Rocca Cencia, spiega Ama, sarà dimensionato per il trattamento di 40.000 tonnellate/anno di rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata e 10.000 tonnellate/anno di verde derivante da attività di sfalcio e potatura. La struttura trasformerà gli scarti organici in entrata in circa 17mila tonnellate l'anno di compost, che potrà poi essere utilizzato anche nei parchi. L’impianto di compostaggio previsto, sottolinea Ama, è con trattamento iniziale di digestione anaerobica, permette cioè di trasformare, attraverso un processo biologico realizzato in assenza di ossigeno, la frazione organica selezionata presente nei materiali in ingresso in due prodotti: un materiale organico che dopo ulteriore trattamento (compostaggio) permetterà di ottenere compost di qualità, e un biogas. La riconversione dei materiali, cioè la trasformazione in prodotti di tutti i rifiuti in ingresso, avverrà interamente all’interno dell’ecodistretto: i rifiuti differenziati verranno raccolti, preselezionati per matrici distinte e infine avviati a specifici trattamenti tecnologici per la produzione di materia prima seconda, cioè prodotto da collocare sul mercato. Nell’ecodistretto verrano in parte trattati anche i rifiuti indifferenziati: saranno preselezionati per estrarne materie da affidare al ciclo del recupero così, ad esempio, la componente organica eventualmente ancora presente sarà sottoposta ad un processo di mineralizzazione che ne può consentire il successivo riutilizzo, mentre le frazioni secche verranno trattate al fine di recuperarne combustibile utilizzabile nei cementifici e nelle centrali elettriche. In questo modo, si ridurrà la quantità di rifiuti da destinare al TMB.
L’ecodistretto sarà quindi una sorta di cittadella/quartiere dei rifiuti, con padiglioni dedicati ai diversi materiali. Inoltre, accanto alle linee di selezione e valorizzazione dei rifiuti, è prevista l’apertura di laboratori avanzati di ricerca, focalizzati sullo studio di tecnologie innovative per il trattamento dei rifiuti e sull’individuazione di nuovi impieghi per i materiali recuperati. All’interno dei diversi siti saranno aperti dunque appositi “percorsi informativi” per illustrare il ciclo di recupero dei materiali e le tecnologie impiegate e gli impianti saranno visitabili.
Il progetto Ecodistretti a Roma
Ama per il progetto prevede a regime quattro Ecodistretti, della capacità complessiva di 1,6 milioni di tonnellate di rifiuti/anno, corrispondenti alla totalità del rifiuto prodotto dai cittadini romani. L’impianto di Rocca Cencia, unico per il quale ad ora è stato presentato il progetto, è dimensionato per l’avvio a valorizzazione e recupero solo di una parte (circa il 25%) del fabbisogno complessivo della città di Roma e per questo motivo accoglierà soltanto materiali provenienti dal Municipio di Rocca Cencia (VI) e dai Municipi adiacenti (V e VII).
Cittadini ed ecodistretto
Il progetto degli ecodistretti romani non sta trovando l’approvazione da parte dei cittadini, specialmente di quelli della zona di Rocca Cencia che da anni sono costretti a convivere con l'impianto di Trattamento Meccanico Biologico attualmente in funzione. Il timore è che la situazione peggiori dal punto di vista dell’inquinamento.
In particolare, qualche giorno prima dell’apertura della conferenza dei servizi del 25 febbraio, il municipio VI ha convocato la commissione all'assessorato all'Ambiente della Regione Lazio per ribadire “la nostra contrarietà all’ecodistretto: la Regione continua ad ignorare il nostro diniego per questo motivo scendiamo in piazza”, ha dichiarato Marco Scipioni, presidente Municipio VI, secondo quanto riporta l’agenzia Dire.
Inoltre, in occasione dell'avvio della Conferenza dei servizi, i comitati del quadrante est della Capitale hanno manifestato nuovamente la loro contrarietà al progetto: in particolare, la paura dei cittadini è rivolta alla realizzazione del biodigestore e all’inquinamento e agli odori che l’impianto potrebbe generare.
Ama, dall’altra parte, ribadisce che “i processi di lavorazione dei rifiuti avverranno in condizioni di massima sicurezza e compatibilità ambientale e non saranno visibili all’esterno”. Lo stesso Daniele Fortini, presidente Ama, in un’intervista ad Eco dalle Città aveva dichiarato: “Nell’ecodistretto i rifiuti ‘freschi’ verranno processati con lavorazioni a freddo, non ci saranno né lavorazioni chimiche né termiche. Si tratta di impianti in cui non ci sono lavorazioni che abbiano una produzione di emissioni in atmosfera, non ci sono fumi, non c’è nulla che brucia o che è sottoposto a una reazione chimica”. Secondo Ama quindi “dal punto di vista della salute o delle minacce per la salute questo tipo di impianti non avrà alcun impatto negativo”.
Difficile tuttavia convincere i cittadini del quadrante Roma Est, uniti ora nei “Quartieri Riuniti in Evoluzione”, che da decenni sono costretti a respirare l’immondizia della città, a veder sorgere discariche abusive sull'intero territorio, a segnalare miasmi e malesseri accusati dai residenti a causa dell’inquinamento della zona: “Qui c’è la più alta incidenza di tumori, dopo Malagrotta. Abbiamo già dato".