Movida anti-ecologica: testimonianza degli sprechi di un bar
Gli "sprechi notturni" in un locale di Moncalieri. Il racconto e le riflessioni di una giovane "sentinella" dei rifiuti
11 March, 2016
Matilde De Luca
Moncalieri - A quanto pare lo spreco sembra non dormire mai, ma al contrario si perpetua in qualsiasi momento e luogo. In particolare, contesti come quelli appartenenti alla “movida” e allo svago notturno, spesso e volentieri manifestano esplicitamente il disinteresse e la disinformazione nei confronti del riciclo consapevole.Sono le 23,30 di venerdì sera e mentre molti abitanti del quartiere appartengono già al mondo onirico, le porte del locale si spalancano per accogliere la fremente clientela (per ragioni di privacy il nome del locale verrà mantenuto anonimo, servendo però da esempio indicativo dell’approccio alla delicata tematica dei rifiuti).
Dietro il maldisposto bancone del piccolo bar del locale non ci sono bidoni adibiti alla differenziazione dei rifiuti, ma solo un misero secchiello dalle dimensioni ridotte la cui capienza appare ridicolmente inutile. Orde di uomini e donne desiderosi di alterare i propri sensi si affollano lungo il bancone reclamando ciascuno il proprio cocktail a ritmi incalzanti. Bottiglie, lattine, carte, scatolame, cibo organico, tutto viene riversato in quell'unico e solitario cestino, esausto e ricolmo dopo breve tempo di ogni genere di sostanza.
Nella sala principale, investita dai decibel di una ripetitiva musica disarmonica, non si scorgono cestini ne contenitori per i rifiuti. I clienti abbandonano semplicemente i resti del proprio divertimento dove capita: sui divani, tra le sedie e i tavolini, nel bel mezzo della pista da ballo. Ma la notte è lunga e il piccolo secchiello sottostante al bancone del bar dovrà vedersi svuotare e riempire ancora molte volte, senza che vi sia alcun riguardo per la differenziazione dei vari tipi di scarti prodotti, riversati indistintamente in un unico grande sacco indifferenziato.
In una sola notte vengono consumate almeno un centinaio di lattine, altrettante bottiglie di vetro, cannucce, fazzolettini e contenitori di plastica di vario genere. Se si moltiplica questo standard giornaliero per i giorni di apertura e per il numero dei locali notturni, è facile comprendere l’entità del danno. Del resto, come afferma un cliente del locale: ”Qui la gente viene per staccare dalla frenesia quotidiana, per anestetizzare i propri sensi" più che per valorizzarli. L’attenzione ai problemi ambientali è lasciata volutamente fuori dalla soglia d’ingresso, come un sordo grido che si perde nel buio della notte. Quando chiedo ai gestori, non senza una vena di sarcasmo, per quale ragione nel locale non vi sia alcun genere di differenziazione dei rifiuti, la risposta che ricevo è molto più esaustiva di tante inchieste.
Mi viene infatti detto: ”Lo sanno tutti che la differenziata non serve a nulla, che finisce tutto nei termovalorizzatori e che gli unici a trarne vantaggio sono le grandi aziende e società per azioni. Con tutti i pensieri che abbiamo certo le lattine sono l’ultimo dei nostri problemi!”. Ciò che emerge da questa banale ma significativa risposta può aiutarci a comprendere il livello di disinformazione dilagante tra la popolazione, ignara dei reali vantaggi e benefici che potrebbero derivare da una corretta gestione degli scarti del consumo. La sensibilizzazione della collettività dovrebbe procedere di pari passo con politiche di sostenibilità e con il coinvolgimento dei cittadini, direttamente responsabili della produzione di rifiuti. Senza una chiara e limpida informazione, capace di mostrare e incentivare la reale efficienza della raccolta differenziata, il rischio è quello di investire fondi pubblici in attività che non vengono comprese dalla maggior parte dei cittadini e che anzi vengono ritenute superflue ed inutili. L’importanza della raccolta differenziata riguarda la tutela dell’ambiente, delle risorse, ma soprattutto il senso del rispetto nei confronti delle future generazioni.