Salone del Gusto, lettera- bilancio di una Sentinella dei Rifiuti. Entusiasmo e qualche critica
Rocchina Cericola, dopo i suoi cinque giorni al Salone del gusto di Torino ci scrive: "Dell'evento salvo molte cose ma viste le presentazioni, i proclami di sostenibilità e giustizia ambientale, le dichiarazioni di lotta agli sprechi, si sarebbe potuto gestire ancora meglio i rifiuti"
26 September, 2016
"Sono cresciuta in un piccolo paese della provincia di Foggia, una realtà senza biblioteche, oratori, circoli ricreativi, aree studio. Un paese con poche associazioni attive sul territorio e tanta conflittualità, molto spesso condite da invidia e, in alcuni casi, ignoranza. Se però ripenso alla mia infanzia mi tornano in mente: la caccia alle farfalle nelle ex aree urbane non cementificate vicino casa; le casette di legno costruite ciclicamente ogni primavera-estate nella pineta di fronte casa; mi torna in mente quando giocavo con gli altri bambini "a fare l'archeologa" scavando i tufi alla ricerca di chissà quali reperti storici o "a fare la biologa" (in questo caso, ci recavamo in massa a raccogliere i girini nello stagnetto per vedere in quanti giorni si sarebbero "trasformati" in rane).
Ho incontrato molte grandi persone in questo piccolo centro urbano: maestri elementari che si sono prodigati per trasmetterci valori civili e umani. Ogni anno la Scuola, con il patrocinio dell'amministrazione comunale e delle poche associazioni presenti, organizzava due eventi che ricordo con rimpianto tutte le volte che, tornando a casa, vedo le panchine sradicate dalla strada o le bottiglie di birra ai lati delle viuzze da cui a volte si leva un buon odore di pipì. Si tratta dell'Orsara Pulita e della pedalata ecologica Orsara - Montaguto. A quei tempi ancora non si parlava di raccolta differenziata dei rifiuti o di riciclo, di ecosostenibilità ecc ecc. A quei tempi, nemmeno tanti anni fa, si riteneva che raccogliere i rifiuti dalle strade fosse un atto dovuto alla Natura ed un sinonimo di amore per il proprio paese. Ci hanno insegnato che le strade, le scale, le panchine, i monumenti fossero appendici delle nostre abitazioni, che un paese è una comunità e che comunità vuol dire "guardare assieme".
Ad Orsara, come in altri centri più o meno grandi del Sud Italia non si fa molta raccolta differenziata. In casa mia, così come in alcune altre, la facciamo ma nel contesto in cui viviamo si tratta di eccezioni. Ovunque vige la distinzione tra bravi e cattivi cittadini: oggigiorno i bravi cittadini del Sud molto spesso sono anche i bravi cittadini del Nord, come ha dimostrato l'esperienza delle Sentinelle dei Rifiuti al Salone del Gusto di Torino, un organico piccolo ma addestrato a rispettare gli spazi e l'ambiente.
Di questo Salone salvo molte cose: le piazze piene e vive, i miei compagni di avventura carichi di storie, esperienze, culture diverse. Ho fatto diversi lavori dopo essermi laureata, ma controllare la buona riuscita della raccolta differenziata come sentinella in questo evento mi ha gratificato a livello umano, mi ha fatto stare bene con me stessa perché il mio possibilismo si è incanalato in azioni volte a concretizzarlo. Ritengo che un mondo sostenibile non sia un'utopia ma una grande possibilità culturale e lavorativa. Mi è piaciuto parlare con i commercianti, anche ascoltarne le rimostranze. Mi è piaciuto sentirmi parte di un progetto di valore e prestigio.
Non tutto però è andato bene dal mio punto di vista. Essendo cresciuta in un posto privo di molti dei mezzi di cui Torino invece abbonda, mi sento in diritto di arrabbiarmi nel constatare che, al di là di quelli che saranno i numeri ufficiali del Salone del Gusto, la raccolta differenziata si sia fermata su percentuali basse e l'indifferenziato l'abbia fatta da padrone ancora una volta. Viste le conferenze, le presentazioni, i proclami di sostenibilità e giustizia ambientale, le dichiarazioni di lotta agli sprechi, mi sembra quanto meno paradossale che le isole ecologiche siano state confinate spesso ai margini delle piazze o delle strade, presiedute da volontari spesso impreparati, in alcuni casi da richiedenti asilo che non parlavano italiano. Mi sembra altrettanto paradossale che un'organizzazione del livello di Slow Food richieda agli espositori di utilizzare esclusivamente materiale compostabile ma non si impegni per comunicarlo al pubblico, spiegando che potevano essere buttati nei cesti dell'organico collocati nelle isole ecologiche. Tra l'altro ignote ai più almeno nei primi giorni.
Sono convinta che affidando la gestione delle isole a personale informato, formato e retribuito e potenziando l'aspetto comunicativo (in assoluto il più carente) la prossima edizione del Salone potrà essere un successo per le organizzazioni, per gli espositori ma anche per il nostro bel pianeta. Sarebbe però bello portare il progetto Sentinelle nelle Scuole".