Revisione sistema imballaggi: le considerazioni e gli interrogativi di Piero Capodieci (Comieco)
Riprendiamo gli interrogativi e le considerazioni fatte da Piero Capodieci, consigliere Comieco, in occasione del convegno “Riflessioni sul mercato e sul sistema degli imballaggi” del 18 ottobre a Roma
26 October, 2016
“Quali sono le alternative all’attuale situazione? Ci rendiamo conto che questo sistema ha permesso di avere nel nostro Paese una bassa evasione del contributo ambientale, una raccolta significativa, un CAC adeguato alla realtà e ha permesso ai Comuni di avere le risorse per la raccolta e l’avvio al riciclo?”. A fare queste considerazioni sul sistema di gestione degli imballaggi è stato Piero Capodieci, consigliere Comieco, in occasione del convegno “Riflessioni sul mercato e sul sistema degli imballaggi” del 18 ottobre a Roma. “Si dice che vengono dati pochi corrispettivi ai Comuni perché non dovrebbero pagare i soli maggiori oneri per la raccolta differenziata, bensì coprire tutti i costi. Ma questo non distorcerebbe la concorrenza?” si è chiesto ancora Capodieci. “Ci troveremmo in una situazione ‘imballaggi contro il resto del mondo’. Perché devono pagare tutto gli imballaggi? Perché gli altri produttori di beni che producono rifiuto, ad esempio umido, come nel caso del settore alimentare, non devono pagare? Se decidiamo che pagano tutti, paghino tutti. Non si capisce perché una categoria debba pagare tutto e non altri no”. Capodieci sottolinea che attualmente c’è il rischio dato da “visioni parziali che vengono prese per verità dai soggetti che poi fanno le leggi mettendo a rischio una modifica vera del sistema”. Piuttosto, “bisogna fare un progetto sistemico” sottolinea il consigliere Comieco. Su un’eventuale revisione migliorativa del sistema, Capodieci illustra ad Eco dalle Città alcune proposte. “Fare una norma con obiettivi uguali per tutti i materiali” sarebbe la prima mossa da fare secondo Capodieci. “Non si può pensare di fare una norma che tende all’internalizzazione dei costi ambientali nei costi di produzione, facendo quindi in modo che un prodotto che ha più problemi di riciclo costi di più, senza predisporre obiettivi comuni”. Come seconda cosa, occorrerebbe “armonizzare la differenza riguardante produttori di beni e produttori di imballaggi tra la normativa italiana e quella europea”. Capodieci ripropone poi un interrogativo molto dibattuto sull'argomento: “Si può togliere la condizione su ‘tutto il territorio nazionale’ sostituendola con ‘dovunque vada venduto il prodotto’? In questo modo qualche produttore tenderà a dire ‘dove vendo io il prodotto’. E chi farebbe i calcoli sul territorio di vendita? Il produttore di imballaggi? E poi, ciò che conta è dove viene venduto il bene dell’utilizzatore di imballaggi e non quello del produttore di packaging”. Bisognerebbe quindi misurare la vendita del vino e non dei contenitori. “In assenza di misurazione - conclude Capodieci - deve essere tutto il territorio nazionale. Altrimenti verranno premiati solo alcuni territori, lasciando sguarnite altre zone dove costa di più raccogliere”. Leggi anche: Raccolta e riciclo imballaggi: proposte per ripensare il sistema nel segno della concorrenza