L'accordo di Parigi è in vigore. L'obiettivo dei 2 gradi implica enormi cambiamenti
Nonostante non sia vincolante, e probabilmente mai lo sarà, l'accordo si basa sulla condivisione da parte di tutti i paesi del pianeta dell'impegno di restare sotto 1,5 – 2 °C rispetto ai valori preindustriali
04 November, 2016
Oggi, venerdì 4 novembre 2016, a meno di un anno dalla sua firma, entra in vigore l’Accordo sul clima di Parigi. Un accordo che nonostante non sia vincolante, e probabilmente mai lo sarà, si basa sulla condivisione da parte di tutti i paesi del pianeta dell'impegno di restare sotto 1,5 – 2 °C rispetto ai valori preindustriali.
L'impegno è immane: come fa notare Gianni Silvestrini su Qualenergia.it "per non superare i due gradi si potranno emettere solo 800 miliardi di tonnellate di CO2 nel corso di questo secolo, una quantità che verrebbe raggiunta in 22 anni proseguendo con l’attuale livello di emissioni".
"È dunque evidente - dice il direttore scientifico del Kyoto Club - che il perseguimento di questo obiettivo comporterà profonde trasformazioni del sistema energetico, dei trasporti, dell’edilizia, dell’industria e dell’agricoltura, tanto che lo stesso modello economico potrebbe essere rimesso in discussione".
Anche le multinazionali del petrolio e del gas, già in affanno, vivono con preoccupazione il futuro prossimo. "Le esplorazioni continuano, ma vengono eliminate quelle più costose: la Shell ha abbandonato le ricerche nell’Artico, mentre è imminente un declassamento delle riserve di sabbie bituminose canadesi da parte di Exxon".
Inoltre "se il Protocollo di Kyoto aveva avviato la corsa delle rinnovabili erodendo spazio a carbone e gas, l’Accordo di Parigi accelererà la rivoluzione della mobilità elettrica che, nell’arco di un decennio, farà flettere la domanda di petrolio. Uno scenario che è destinato a mettere in discussione anche un altro comparto industriale, quello dell’auto. I costruttori ritardatari rischiano infatti di pagare un prezzo molto caro".
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