Salento, inquinamento dell'aria ed emergenza sanitaria. Continua la campagna informativa tra i cittadini
Lunedì 5 dicembre a Soleto, in provincia di Lecce, si è tenuto l'incontro "Che aria tira nel Salento", organizzato dal Centro Servizio Volontariato in collaborazione con Nuova Messapia. Abbiamo intervistato Luigi Russo
07 December, 2016
Lunedì 5 dicembre a Soleto, in provincia di Lecce, si è tenuto il 97settesimo #Cantiereperlasussidiarietà dal titolo "Che aria tira nel Salento", organizzato dal Centro Servizio Volontariato in collaborazione con Nuova Messapia. L’incontro a cui hanno partecipato responsabili dell’Arpa, della Asl e il magistrato Mario Fiorella, è stato indetto per continuare ad informare i cittadini sulla cattiva qualità dell’aria che respirano ogni giorno in un territorio che subisce una delle più massicce aggressioni industriali di tutta Italia.
Nella provincia di Lecce ci si ammala di tumore al polmone più che nel resto del paese e di più che in alcune zone della Puglia in cui sorgono stabilimenti industriali altamente inquinanti, come l’Ilva di Taranto o la centrale Enel Federico II di Cerano (Brindisi). Un fenomeno che è stato battezzato ‘paradosso di Lecce’. Il Cnr ha accertato che per una particolare conformazione territoriale il Salento raccoglie le emissioni inquinanti proprio di queste industrie, che viaggiano per decine di chilometri spinte dai venti e che si sommano a quelle derivanti dalle fabbriche presenti sul territorio come la Colacem di Galatina o la vecchia Copersalento di Maglie. Per questo motivo lo scorso febbraio, per la prima volta, la Asl di Lecce nel Report ambiente e salute ha messo per iscritto la necessità di non usare più carbone a Cerano per evitare che Lecce e provincia continuino ad essere avvelenate.
Abbiamo sentito per telefono Luigi Russo, presidente del Csv, per sapere come procede il lavoro di informazione tra la popolazione e qual è la situazione ambientale attuale in Salento.
“Una premessa doverosa che devo fare - esordisce Russo - è che le informazioni sulla salute dei cittadini sono in possesso delle autorità, cioè Arpa Asl e Regione, ma vengono tenute nel cassetto. Non diventano patrimonio diffuso. Se fossero portate a conoscenza i cittadini farebbero dei collegamenti e direbbero: ecco quale può essere la causa dell’aumento delle patologie nel nostro territorio. Quello che noi facciamo è quindi portare il più possibile informazioni tra le persone con degli incontri dove costringiamo le autorità a dire qual è la realtà dei fatti. In due anni e mezzo abbiamo fatto 97 incontri nei quali abbiamo parlato con 17mila cittadini in tutta la provincia di Lecce”.
Ecco, qual è la situazione nella provincia di Lecce?
Quando abbiamo studiato i dati abbiamo capito che c’era qualcosa che non quadrava. Abbiamo un tasso elevatissimo di tumori che ha portato il Salento ad avere gli stessi valori della pianura padana, mentre 28-30 anni fa eravamo in una situazione virtuosa. C’è stato un incremento che non si è registrato in nessuna parte d’Italia, anzi in altre parti del paese la situazione è stazionaria se non in miglioramento. Quindi ci siamo chiesti com’è possibile? Da una parte abbiamo le emissioni industriali. La centrale elettrica di Cerano, l’Ilva, le cui emissioni per una particolarissimo conformazione ambientale finiscono in un canale che arriva proprio nella Grecia Salentina (il territorio compreso tra i comuni di Galatina, Melendugno, Maglie, Lecce ndr) poi la Colacem e opifici vari.
Dall’altra parte abbiamo scoperto che abbiamo livelli di Pm10 e Pm2.5 che sono unici in tutta la Puglia. Si spiega quindi l’aumento della patologie cardiorespiratorie e delle patologie polmonari gravi come i tumori.
Ma c’è una cosa che ci ha stupito più delle altre. Queste fabbriche fanno le autovalutazioni delle proprie emissioni inquinanti, non le fa l’Arpa. L’Arpa ne fa una ogni tanto. Ci sono solo tre persone in tutta la Puglia che si occupano di fare i rilevamenti per l’Arpa, non sono sufficienti è ovvio. È questo il meccanismo che bisogna portare alla luce, perché è chiaro che un’autocertificazione io la faccio quando e come mi conviene. Non voglio per forza dire che ci sia del marcio in tutto questo ma che quantomeno non si può essere certi che i dati siano attendibili.
Ci sono zone della Grecìa Salentina dove continuamente si sentono odori di bruciatura che arrivano da vari stabilimenti, che risultano a norma per carità, ma intanto i tumori aumentano. Vuol dire che quei livelli autorizzativi, che già sono il parametro usato per delle autocertificazioni, non sono più adeguati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già detto che i limiti del Pm10 vanno abbassati per tutelare la salute delle persone. Così facendo tutto il Salento non sarebbe più a norma di legge e ovunque ci sarebbe una situazione di emergenza sanitaria conclamata”. (Per l’Oms, il Pm10 non dovrebbe superare i 20 mg per metro cubo, invece dei 40 previsti dalla normativa nazionale, mentre per il Pm2.5 non si dovrebbero sfondare i 10 mg/m3, mentre l’Italia ne prevede 25).
Quanti sono i paesi dove ci sono i problemi sanitari più gravi?
“In tutta la Grecìa Salentina, parliamo di 80-90 mila persone. Quando ai nostri incontri c’replica uhren è un pubblico di almeno duecento cittadini io chiedo di alzare la mano per sapere quanti di loro in famiglia abbiano almeno una persona malata di cancro. Di solito sono circa la metà. Io sono laureato in statistica ma qui non c’è bisogno di statistiche. Il fenomeno è così diffuso che metà di noi dovrebbe andare dai propri sindaci e dire a gran voce: tutela la mia salute! L’obiettivo che abbiamo è spingere i 98 sindaci della provincia di Lecce a chiedere che venga applicato il massimo del principio di precauzione previsto dallo Statuto Europeo, perché per adesso non possiamo dimostrare che c’è un nesso di causalità tra queste emissioni e i tumori, però per il principio di precauzione queste emissioni andrebbero messe sotto controllo”.
Che la situazione sia così grave è noto da tempo, è possibile che nessuno dei sindaci abbia fatto ancora niente e che si debba per forza aspettare l’insurrezione popolare?
“Qualcosa si sta muovendo. Calimera ha preteso l’istituzione di un gruppo di lavoro che si chiama ‘Demos’ con una persona che sta studiando la mortalità per cancro in quella zona. Anche il Comune di Corigliano d’Otranto si sta impegnando in questo senso. Ieri sera invece il comune di Soleto, dove abbiamo organizzato l’incontro, non era presente. C’era l’Arpa, c’era un magistrato, c’era la Asl ma il sindaco non è venuto.
Ovviamente il potere economico è superiore al potere politico. Se i sindaci sono veramente preparati intervengono, se invece hanno una preparazione non troppo adeguata, soprattutto dal punto di vista ambientale, si affidano all’impresa. L’impresa si autocertifica ed è tutto a posto. La vertenza della statale 275 è emblematica. Noi cittadini abbiamo sollevato il problema laddove per i politici non c’era nessun problema. Dicevano solo ‘io la strada devo farla perché devo dare lavoro, poi se ci sono le discariche troveremo una soluzione’. Non funziona così. Il potere politico è succube del potere economico. Il Tap ad esempio sta offrendo dei corsi gratis per i cuochi. È tutto regolare ma è troppo forte questo potere rispetto ad un sindaco che prende 600-700 euro di indennità”.