Lotta a qualsiasi tipo di sfruttamento ambientale, umano e sociale nel sistema produttivo agricolo dei nostri territori. Ecco la sfida di Slow Food Italia per il 2020
A Montecatini Terme con l’elezione dei sette componenti del Comitato Esecutivo prende il via la nuova era di Slow Food Italia. Aboubakar Soumahoro: "5 milioni di migranti sono l’8% della popolazione italiana, lo stesso numero di giovani che vanno a lavorare all’estero. Oggi chiudono i porti per i migranti, e se domani chiudessero gli aeroporti per loro?
09 July, 2018
“Stiamo
vivendo una fase storica della nostra Associazione che segnerà la
strada per un futuro straordinario, in Italia come nel mondo. La
dichiarazione
di Chengdu,
Cina ottobre 2017, con le mozioni approvate a sostegno della nostra
nuova via, rappresentano una linfa vitale che ha rinnovato molti
entusiasmi nei territori in cui Slow Food è presente e dove la sua
attività è stata al centro di iniziative importanti. Da quel
momento, in tutte le nostre Condotte, in tutti i consessi regionali,
all’interno del nostro Consiglio nazionale, le
parole rinnovamento, inclusività, apertura, ascolto, sorriso,
disponibilità, hanno acquisito nuova forza nei dialoghi e nei
confronti
e dovranno continuare a farlo per portare la nostra rete italiana a
presentarsi degnamente al prossimo Congresso Internazionale del
2020”.
È con queste parole che i sette
componenti del nuovo Comitato Esecutivo di Slow Food Italia si
sono presentati ai 650 delegati riuniti a Montecatini Terme per il IX
Congresso nazionale.
“Ci impegniamo a far nostri i temi delle mozioni, dei documenti e dei contributi che sono stati depositati da diverse parti d’Italia durante il Congresso sui temi delle migrazioni, della giustizia del cibo che consumiamo, del sostegno della rete dei giovani, dell’agricoltura sociale, della riqualificazione ambientale, della mobilità sostenibile così come della lotta a qualsiasi tipo di sfruttamento ambientale, umano e sociale nel sistema produttivo agricolo dei nostri territori. Il nostro modo di guardare alla biodiversità è stato e continua ad essere unico nel mondo, al confronto con la moltitudine di associazioni ed organizzazioni che lavorano sulla conservazione della biodiversità con le quali pure già collaboriamo e sempre più collaboreremo. Questa ricchezza dovrà essere al centro della nostra attività attraverso il nostro progetto dei presìdi, lo sviluppo dei mercati della terra, il consolidamento della rete dell’alleanza dei ristoratori. Ma anche attraverso il rafforzamento delle reti territoriali così come quelle tematiche che stanno svolgendo e possono svolgere un ruolo fondamentale nel nostro Paese, soprattutto in aree con specifiche fragilità. E questo impegno dovrà convergere in modo ancora più forte nell’ambito delle campagne internazionali come quella sugli orti in Africa che ci hanno già visto impegnati negli anni scorsi o quella sul cambiamento climatico che merita una strategia attenta a partire proprio dai nostri territori con la consapevolezza di come si svolge a livello globale”. (Clicca per leggere il testo integrale dell’intervento).
Gaetano
Pascale,
presidente uscente di Slow Food Italia,
ha formalizzato il passaggio di consegne al nuovo Comitato Esecutivo:
“Miei
cari, vi aspettano due anni impegnativi. Noi tutti soci dobbiamo
ringraziare queste persone che avranno tante soddisfazioni, ma gli
oneri e le responsabilità saranno superiori agli onori che gli
tributiamo oggi e che riceveranno in futuro. Dobbiamo essere a loro
disposizione, con cura e attenzione, perché il nostro impegno passa
anche attraverso il loro sacrificio. In me troverete sempre una
persona di supporto in qualsiasi cosa farete. Siete straordinari per
aver assunto la responsabilità dell’associazione in un momento
così importante. Faremo molto insieme, con tutte queste belle
persone che ci sono oggi e anche chi non è potuto venire. Grazie e
buon lavoro!”.
Chiamati
a dirigere l’Associazione nel percorso di rinnovamento che porterà
al Congresso del 2020, i sette componenti portano in dote la loro
variegata esperienza nella rete Slow Food italiana:
Massimo
Bernacchini,
cinquant’anni, vive e lavora a Orbetello, dove è attivo nel mondo
della cooperazione e della pesca. Dal 2006 è membro della Segreteria
Regionale di Slow Food Toscana e consigliere nazionale;
Giorgia
Canali,
classe 1986, vive a Cesena dove lavora come giornalista. Nel 2010
viene eletta fiduciaria, contribuendo alla nascita della Rete giovani
di Slow Food in Italia;
Antonio
Cherchi,
sassarese, 63 anni, commercialista, vive e lavora a Modena. Dal 2010
al 2014 è stato presidente di Slow Food Emilia-Romagna; dal 2015 ha
ricoperto l’incarico di Tesoriere e consigliere nazionale;
Silvia
De Paulis,
agronoma, dal ’98 al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della
Laga. Dal 2009, dopo il terremoto che ha sconvolto L'Aquila, ha
contribuito alla realizzazione prima del progetto 10 orti per 10
tendopoli e poi del Mercato Contadino;
Giuseppe
Orefice,
tecnologo alimentare, ha 42 anni e dal 2014 è formatore nell’ambito
del progetto Orto in Condotta e docente Master of Food; è il
presidente uscente di Slow Food Campania e Basilicata;
Francesco
Sottile,
agronomo, insegna Biodiversità e qualità delle colture agrarie
all’Università di Palermo. In Slow Food ha cominciato vent’anni
fa dal mondo dei Presìdi siciliani allargando sempre più la propria
collaborazione sul piano tecnico e associativo anche
all’estero. (Clicca
qui per le biografie dei sette componenti del Comitato Esecutivo di
Slow Food Italia).
Tra
gli interventi della giornata conclusiva anche quello
del sindacalista
Usb Aboubakar
Soumahoro che
ha portato il saluto delle lavoratrici e dei lavoratori della piana
di Gioia Tauro, della Puglia, dei braccianti cuneesi: “Chi
continua a cercare lavoro, chi ha già un lavoro ma si sente schiavo
e quelli a cui viene detto che non hanno diritto a un futuro
migliore. Prima di parlare di futuro però serve anche la memoria:
ascoltando i delegati ieri mi veniva in mente la mia infanzia, il
villaggio in cui sono nato in Costa Avorio dove non andavamo a fare
la spesa nei supermarket. C'era tutto: quello che si coltivava si
mangiava, i semi erano nostro e non venivano imposti da nessuno, si
conosceva la loro qualità. Primo Levi diceva che viviamo in una
guerra costante con la memoria. Questa guerra dice che non abbiamo un
passato e che il presente deve essere di odio verso il diverso, di un
Paese in cui si chiudono i porti dei nostri mari per i migranti
lasciando indisturbate le navi da guerra. Si continua a dire che
siamo invasi dai migranti ma è solo una realtà falsificata. Abbiamo
5 milioni di persone partite dagli altri continenti che non esprimono
una scelta divina, ma fuggono dai cambiamenti climatici, dalle guerre
in corso. Ma non è tutto perso: ci sono tante persone, tanti giovani
che non prendono il megafono dell'odio per attaccare i più poveri.
La risposta deve essere restituire sovranità alimentare e giustizia
sociale a chi è più sofferente.
Il vero problema in Italia non sono i profughi: ci sono 7 milioni di
poveri che non se la prendono con migranti. Il nostro presente è
fatto di luce e speranza, di uomini e donne come voi e insieme
possiamo portare la nave Italia a riva senza far affogare nessuno.
Insieme!”.
Emozionante
per la platea è stato anche l’intervento dello studente
dell’Università di Scienze Gastronomiche Muhamed
Abdikadir,
detto Mudane:
“Sono
un ragazzo sfortunato e fortunato allo stesso tempo. Sfortunato
perché da quando sono nato non ho mai visto pace nel mio paese, la
Somalia, perché non conosco la mia data nascita, perché sono
cresciuto nell’anarchia e nella fame. Ma sono fortunato perché da
1991 ho avuto un aiuto fondamentale da una Ong italiana che molti
altri bambini non hanno avuto. Ho potuto studiare e ora frequento un
Master all’università di Pollenzo, cosa che nessun altro somalo ha
potuto fare. Sono stato fortunato anche perché ho vissuto un terzo
della mia vita nel segno della filosofia di Slow Food”.
Il
saluto ai mille tra delegati, osservatori e ospiti della Chiocciola
alla cittadina Toscana è dato dall’assessore
alle attività produttiva, Helga
Bracali a
nome di tutta l’amministrazione comunale di Montecatini Terme:
“Grazie
per aver colorato la nostra città. La presenza di Slow Food a
Montecatini Terme è per noi un’opportunità incredibile. Spero
portiate a casa tutti bel ricordo di noi e della città e spero che
il connubio con il nostro territorio continui perché è davvero
bello sentirvi dire che siamo una città a misura vostra. Per questo
ci piacerebbe accogliere Slow Food Toscana nel territorio della
Valdinievole. Vi aspettiamo il 13 ottobre per la presentazione e
degustazione nazionale di Slow Wine. Porteremo ancora una volta la
vostra Chiocciola sotto il nostro Tettuccio”.
Fonte: Slow Food Italia