Toscana come crocevia del traffico illecito di rifiuti. Il Noe in ‘Commissione discariche sequestrate e ciclo dei rifiuti’
Toscana come crocevia nel traffico illecito di rifiuti soprattutto speciali. Gazzetti: “Il tema dell’innalzamento dei livelli antincendio all’interno delle discariche può diventare contributo più importante di questa commissione. In tema ambientale parliamo tutti la stessa lingua”
06 November, 2018
Il
tema dei reati e illeciti ambientali, ecomafie e disciplina relativa
al sequestro, parte integrante del programma di attività approvato
lo scorso 18 luglio, ma anche le forme di collaborazione tra
autorità, enti locali e agenzie, sono
state al
centro della seduta di mercoledì 31 ottobre, della “commissione
d’inchiesta in merito alle discariche sotto sequestro e al ciclo
dei rifiuti”,
presieduta da Giacomo
Giannarelli.
Anche
alla luce delle conclusioni contenute nel secondo rapporto
annuale sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione in
Toscana (presentato in Consiglio regionale il 23 ottobre scorso),
la
regione Toscana
figura come crocevia nel traffico illecito di rifiuti,
soprattutto speciali, e
così
i commissari della
commissione hanno
incontrato il tenente colonnello Giuseppe
Adinolfi,
comandante gruppo ambientale di Roma, il maggiore Massimo
Planera,
comandante gruppo ambientale di Firenze e il maggiore Umberto
Centobuchi,
comandante gruppo ambientale di Grosseto.
Un incontro
definito dal presidente Giannarelli “molto
importante”,
che ha “messo
in luce le diverse criticità sul territorio così come le forme di
collaborazione che oggi esistono con la Regione e le sue diverse
articolazioni”.
Una collaborazione che fa della Toscana, a detta dei rappresentanti
dell’Arma “un’oasi
felice”.
Il grado di sinergia instaurato tra gli enti, prima fra tutti
l’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpat) è tale
che al punto in cui siamo oggi occorre solo “limare ciò che già
funziona ed è collaudato da tempo”.
Giannarelli, a
margine della seduta, ha rilevato comunque una “doppia faccia”
della Toscana. “Da
un lato è evidente lo sforzo istituzionale ad instaurare protocolli
d'Intesa anche con il Nucleo operativo ecologico, dall’altro il
nostro territorio non è immune da illeciti ambientali”.
L’attenzione deve quindi rimanere “molto alta” e deve passare
attraverso quegli “stimoli e quei suggerimenti che il lavoro di
inchiesta della commissione sta portando avanti”.
Durante
la seduta
sono emersi “tre punti fondamentali” che Giannarelli intende
“fare propri” e sui quali costruire anche la relazione finale e
quindi “migliorare la normativa regionale”: accelerare su un
nuovo protocollo d’intesa con la Regione per l’accesso diretto
alle informazioni autorizzatorie - “c’è bisogno di
sburocratizzare e velocizzare lo scambio di dati” rileva il
presidente -; digitalizzare le procedure di autorizzazione ancora
giacenti presso le Province “perché siano rese velocemente
disponibili a chi opera nel settore dei rifiuti”; valutare
l’apertura dei laboratori Arpat anche nei giorni festivi, quindi
attivando la reperibilità del personale, per rispondere a
quell’esigenza di analisi di campioni che se fatti a distanza di
tempo potrebbero compromettere anche i risultati, come emerso nel
corso della seduta. Se quindi la Toscana vanta “aspetti sicuramente
positivi”, è una delle poche regioni in cui operano due reparti
Noe (Firenze e Grosseto), occorre uno “sforzo istituzionale” nel
siglare accordi tra istituzioni e forze dell'ordine.
“Non
è una regione felix dove tutto va bene” dichiara il presidente
rilevando che “con
Licio Gelli qui si è inventata l'ecomafia. È una storia scritta che
va ricordata ai cittadini perché l'esperienza del passato non si
ripeta”.
Parallelamente, e anche per quanto detto dai carabinieri del Noe, c’è
necessità di intervenire su problematiche quali il regime
autorizzativo semplificato che prevede l’entrata in funzione
dell’impianto dopo 60 giorni dalla domanda all’ente. “Come
ci è stato fatto notare in commissione, a
seguito di controllo verso attività con rilascio privilegiato
(generalmente di piccole dimensioni e che trattano poche quantità di
rifiuti solidi urbani) nel 90 per cento dei casi si riscontrano
illeciti che possono maturare in sequestri”.
Sul
punto i carabinieri del Noe hanno infatti rilevato la necessità di
trovare un punto di incontro tra la garanzia del controllo ambientale
e di sicurezza del lavoro, con la legittima semplificazione chiesta
dal mondo imprenditoriale.
Molto soddisfatto dell’incontro
anche il vicepresidente Francesco
Gazzetti
che sottolinea un dato “rilevato
dai vertici del Noe: questa è la regione dove la collaborazione e
l’integrazione fra i diversi soggetti ed enti è una eccellenza.
Deve essere motivo di vanto e di orgoglio e ci fa ben affermare che
in Toscana, in tema ambientale, parliamo tutti la stessa lingua”.
Il vicepresidente ci tiene inoltre a ricordare le parole di
apprezzamento spese dall’Arma su Arpat, “definita
una realtà con al suo attivo eccellenze e professionalità, per
supporto tecnico e non solo, come poche altrove”.
La Toscana come oasi felice come definita dal Noe per Gazzetti “deve
far riflettere anche sul lavoro che abbiamo intrapreso e sulla
direzione che vogliamo seguire”.
In questo senso il vicepresidente sottolinea un tema su cui si sta
“spendendo molto”, quello relativo all’innalzamento dei livelli
antincendio all’interno delle discariche (rilevato proprio da Arpat
nel corso della seduta del 17 ottobre scorso).
“Mi pare
che ormai stia emergendo come tratto caratterizzante di questa
commissione” dice Gazzetti che anche alla luce di quanto
evidenziato dal Noe (nel corso dell’incontro è stato suggerito
anche di estendere l’obbligatorietà della videosorveglianza negli
impianti) punta a farne tra gli “elementi caratterizzanti del
lavoro di commissione”. “Aprire una riflessione verso il
legislatore, credo sarebbe un contributo importante”.
Fonte:
Regione Toscana