‘Non è acqua sporca’, il percolato invade le campagne di Giovinazzo. Arpa Puglia: ‘La discarica è in uno stato precario e va messa assolutamente in sicurezza’
Troppo facile liquidare la storia della discarica di San Pietro Pago come l’ennesimo disastro annunciato. Oggi i cittadini riuniti nel Comitato 17 Novembre scendono in piazza per conoscere lo stato di salute dell’area e chiedere la messa in sicurezza del sito
16 November, 2018
Troppo facile liquidare la storia della discarica di San Pietro Pago come l’ennesimo disastro annunciato. Al centro ci sono i rifiuti - quelli urbani - e tutt’attorno omissioni, gare a chi scarica il barile più grosso, interessi economici, amministratori più o meno distratti e i soliti cittadini dalla schiena dritta.
Ad attirare l’attenzione in queste ultime settimane è stato il servizio di Alessio Giannone (Pinuccio) andato in onda il 6 novembre su Striscia la Notizia, raccontando con le immagini il risultato di anni di devastazione e incuria del territorio. Già nell’estate 2015 quando il nostro tour di #PugliaDifferente arrivò a Giovinazzo i rifiuti, l’abbandono illegale e la discarica erano tra le preoccupazioni dei cittadini e non a torto. Forse la parola fine la metterà la magistratura, intanto questa sera i cittadini organizzati nel Comitato 17 novembre hanno deciso di scendere in piazza. L’appuntamento è per le 18.30 al Piazzale Stazione.
Prima di capire come si è arrivati al percolato che bagna interi uliveti, queste sono le richieste del comitato, semplici, non banali ma ignorate da troppo tempo: la costante e regolare aspirazione del percolato; controlli delle falde, dei terreni e dell'aria con cadenza trimestrale, e con risultati pubblici e certificati; un cronoprogramma che descriva chiaramente gli interventi da attuare per mettere in sicurezza la discarica, le tempistiche e i soggetti che dovranno realizzarli e l'immediata rescissione di tutti i vincoli contrattuali in essere tra Comune e Daneco.
Abbiamo scelto di raccontarla così, riportando per prime le parole della Direzione Generale di Arpa Puglia il soggetto che in questa storia tutti tirano in ballo attribuendo una sorta di potere taumaturgico.
Sappiamo che c’è una indagine in corso ma cosa succede a Giovinazzo? Il percolato ha raggiunto le aree esterne alla ex discarica…
Il rilascio di percolato a contorno della discarica, in pratica nei suoli circostanti è un fatto acclarato già da parecchio tempo.
Da quanto tempo?
Da quando conosco il problema, almeno due anni
Nel senso che ci sono analisi di due anni fa che affermano questo?
Analisi nel terreno circostante non sono state fatte. Sono state fatte in questa occasione interessando le aree piantumante e i campionamenti sono stati fatti ieri (giovedì 15 novembre, ndr) nelle aree indicate negli esposti, dove c’è stato il lagunaggio di percolato, e sia prendendo dei campioni distanti da quest’area così da avere una situazione di bianco dei terreni. E lunedì (19 novembre, ndr) saranno fatti i piezometri attorno alla discarica. Noi avevamo chiesto al comune di ripristinare la funzionalità dei presidi messi a monitoraggio delle acque sotterranee della discarica perché non c’era l’alimentazione elettrica e non venivano fatti da parecchio tempo. Quindi il comune ha fatto ripristinare la funzionalità dei piezomentri e faremo anche quelli.
Da quanto tempo non funzionavano?
Almeno da due anni
Senza additare nessuno, Arpa sapeva di chi era la responsabilità di controllare e monitorare la situazione?
Il Comune agisce in surroga del gestore che è una società in liquidazione [Daneco], e quindi ha tutte le responsabilità connesse alla gestione e della tenuta in sicurezza dell’impianto
Cos’altro può dirmi?
Urge la messa in sicurezza della discarica. Messa in sicurezza vuol dire anche la copertura della discarica perché ovviamente con questi rilasci di percolato e con l’arrivo delle piogge e la stagione autunnale aumenta sempre di più il rischio che la situazione si ripresenti.
Quindi l’indicazione di Arpa è la stessa di due anni fa?
Sì, la messa in sicurezza della discarica
Se all’epoca era prevista la possibilità di danno ambientale oggi…
La discarica è in uno stato precario e va messa assolutamente in sicurezza
Vi sentite di tranquillizzare la popolazione o comunque i proprietari dei campi vicini la discarica?
I risultati delle analisi saranno pronte appena possibile, secondo i tempi tecnici. Noi abbiamo provveduto a fare i campionamenti di rito, è intervenuta anche l’Asl che dal conto suo si occuperà dell’utilizzo agronomico di questi terreni, questo non è compito nostro.
Il sindaco l’ha chiamata “acqua sporca”, lei mi sa dire se è davvero acqua sporca?
No, non è acqua sporca. Si vede da dove si in infiltra il percolato. C’è un lagunaggio a contorno della discarica. C’è un muro in cemento armato e appena termina, tra questo muro e un muretto a secco si vede la fuoriuscita di percolato.
Secondo la sua esperienza, c’è una concreta possibilità che la falda sia stata intaccata?
Dipende dalla natura del terreno sottostante che io non conosco. Se il terreno è argilloso tale da impedire la percolazione fino alla falda, può darsi che la falda sia integra. Vedremo dai risultati delle analisi, dai campionamenti che faremo lunedì e dalle successive analisi.
Se il terreno non è argilloso?
Sarà ovviamente interessata anche la falda
In pratica un guaio. Ma come è stato possibile arrivare a questo punto. Dal Comune fino Ministero dell’Ambiente nessuno si è accorto di niente? Possibile che non esista un ente pubblico che ogni sei mesi si va a fare una passeggiata in una discarica, solo per capire come va?
La parola adesso passa a Daniele De Gennaro, consigliere comunale, un vero e proprio fiume in piena che racconta la vicenda tutto d’un fiato. Abbiamo verificato tutto quello che ha riferito e i fatti stanno così:
La discarica di San Pietro Pago a Giovinazzo non raccoglie più rifiuti urbani dal 2015 ed è stata oggetto da sbancamento di rifiuti su lotti esauriti dal 1980 con ordinanza sindacale del 2014, che fu aspramente contestata dalla cittadinanza perché venne emessa contro il parere contrario dell’ufficio tecnico comunale e percepita come un regalo a Daneco [azienda che all’epoca ne era il gestore] e fece scendere in piazza la cittadinanza. E qui accadde una cosa meravigliosa: nel consiglio comunale di gennaio 2015 l’ordinanza venne revocata perché l’Arpa a seguito della manifestazione si accorse che le guaine costruite negli anni Ottanta non erano in grado di raccogliere i rifiuti.
Successivamente la Daneco si tira fuori lasciando le casse vuote. Nel senso che le fidejussioni per la post gestione (che per una discarica sono trentennali e molto onerose, nel caso specifico parliamo di 32 milioni di euro) erano false ed erano state messe da una compagnia rumena nemmeno iscritta [perché cancellata] dall’apposito albo delle assicurazioni. Di fatto oggi la Daneco è in concordato preventivo, praticamente è quasi fallita.
Dopo che la Daneco scappa via nessuno va a tirare via il percolato e il fatto che la discarica non è stata coperta, con le piogge la situazione diventa davvero critica. Questo percolato non viene aspirato per circa un anno, nel frattempo vengono portati alla luce le questioni relative alle fidejussioni false in consiglio comunale ma il sindaco risponde di non preoccuparsi perché la Daneco ha milioni di crediti sparsi per le varie amministrazioni, liquidando così la vicenda.
Successivamente a fine 2016, dopo aver documentato con dei filmati la fuoriuscita di biogas, la discarica viene posta sotto sequestro giudiziario. Nel frattempo la Procura della Repubblica si accorge che ci sono delle piccole fuoriuscite di percolato. Senonché dopo il sequestro e altre denunce, la Regione Puglia nell’ottobre 2017 accorda al Comune di Giovinazzo un finanziamento di 800 mila euro per indagare lo stato delle matrici ambientali, fare un piano di caratterizzazione di aria suolo e naturalmente acqua, per poter estrarre il percolato che si era accumulato.
Quindi qualcuno si è accorto che qualcosa non andava, arrivano i primi soldi...
Nonostante questi fondi, il piano di caratterizzazione e l’indagine delle matrici ambientali non viene fatto. Viene solo aspirato saltuariamente in maniera approssimata il percolato, tanto che la situazione della discarica non solo non migliora ma peggiora. Il percolato comincia a tracimare da tutti i lati, invadendo le aree dove dovrebbero essere raccolte le acque piovane della discarica e il fossato. In pratica aree dove non c’è la guaina o impermeabilizzazione. Dove non c’è niente. Noi denunciamo questo fenomeno a marzo 2018 e per tutta risposta veniamo denunciati dal sindaco e dall’amministrazione per procurato allarme. La vicenda è esplosa totalmente nell’ottobre di quest’anno, perché il percolato non solo è finito nella recinzione che delimita la discarica ma ha invaso anche le campagne circostanti.
Incredibilmente in questa vicenda, accade che noi [i consiglieri comunali di Primavera Alternativa] denunciamo per l’ennesima volta in consiglio comunale la situazione, chiedendo l’emissione di una ordinanza contingibile e urgente che vieti la commercializzazione dei prodotti agricoli in via precauzionale nell’area invasa dal percolato, e questo non viene fatto.
Dopo questo si forma un comitato formato in maniera trasversale da associazioni, partiti e semplici cittadini denominato ‘17 Novembre’ che scenderà in piazza sabato (oggi, ndr). Questa è la vicenda.
In una discarica sotto sequestro da due anni non c’è un dato pubblico, dell’Arpa o del soggetto che ha ricevuto il finanziamento pubblico, che ci dica in che condizioni sono le falde e il terreno, e soprattutto non si capisce come con tutti i soldi messi a disposizione per fare le opere di messa in sicurezza e di bonifica la situazione anziché migliorare peggiora drammaticamente.
Chi doveva gestire i fondi della Regione Puglia per le indagini nella discarica?
Il Comune di Giovinazzo
La situazione è davvero imbarazzante. Nessuno sa con certezza cosa ci sia a San Pietro Pago. Non c’è un dato. Forse nemmeno la Procura che ha messo sotto sequestro la discarica ha dei dati perché, come dice l’Apra, non c’era l’energia elettrica per poter fare i monitoraggi. Sembra una situazione surreale, figuriamoci i cittadini di Giovinazzo come la stanno vivendo. Sicuramente non bene, visto che sentono il bisogno di fare una marcia.
A questo punto non resta che ascoltare loro, quelli del Comitato 17 Novembre, quelli che hanno chiamato a raccolta i giovinazzesi per chiedere delle risposte, che si spera arrivino e presto. Abbiamo raggiunto Marco Lasorsa, portavoce Comitato 17 Novembre, anche lui un fiume in piena.
Perché la necessità di questa manifestazione?
Ci siamo resi conto che i vari enti si stanno rimbalzando le varie responsabilità. La Delibera di giunta del 16 ottobre è piuttosto chiara, l’amministrazione accusa la Regione di non aver fatto abbastanza, accusa l’Arpa di non aver portato a compimento le analisi e i campionamenti che dovevano essere eseguiti, terminando la delibera chiedendo alla Regione di prendersi carico della vicenda della discarica. Lasciando intendere probabilmente che l’intera gestione dei fondi percepiti per l’emergenza, i famosi 800 mila euro e quelli erogati per la messa in sicurezza d’emergenza i 4,3 milioni di euro, dovranno essere gestiti dalla Regione stessa perché non ci sono le competenze all’interno del Comune. Ammesso e non concesso che questo sia vero, possiamo accettarlo per il progetto di messa in sicurezza d’emergenza ma non certamente per la situazione attuale del percolato, per la quale l’amministrazione aveva già cominciato a portarlo via.
L’Arpa aveva segnalato la presenza di percolato nelle vasche perimetrali, parlando di rischio di danno ambientale, di situazione grave perché le vasche erano colme. Senza dimenticare che quelle vasche non sono impermeabilizzate e quindi non è da escludere una infiltrazione nel sottosuolo e nelle falde. Oggi con l’arrivo del percolato nei terreni adiacenti non per tracimazione ma per affioramento. La situazione ci mette in allarme. Difronte a tutto questo ci siamo resi conto ad agosto di quest’anno che era stata sospesa l’azione di captazione del percolato. Non sappiamo se sia sta un’azione intrapresa dall’amministrazione con una richiesta formale all’azienda che stava facendo i lavori, la Teorema. Ed è inspiegabile che lo stop dei lavori sia avvenuto in concomitanza dell’arrivo di una stagione piovosa come l’autunno. E non riusciamo a spiegarci nemmeno il perché del fatto che il sindaco, nel consiglio comunale del 9 ottobre, abbia rassicurato tutti del fatto che il percolato fosse a battente zero, facendo presumere che il sindaco fosse a conoscenza di una situazione diversa, oppure ignaro della vicenda fidandosi di una situazione che lui giudicava in via di miglioramento. Detto questo, non possiamo accettare che un comune non abbia a disposizione del personale tecnico che possa andare a fare un semplice sopralluogo in discarica e visivamente verificare lo stato dell’arte. Per questo riteniamo inaccettabile il comportamento dell’amministrazione comunale che punta addirittura il dito nei confronti della Regione.
Fa ancora più rabbia la risposta del sindaco che ha ulteriormente minimizzato il problema parlando di acqua sporca. Non è un atteggiamento responsabile nei confronti dei cittadini. Per questi motivi è nato il bisogno di dar vita a una manifestazione che non è contro l’amministrazione, la Regione o l’Arpa, ma vuole dare forza all’attività di ricerca, analisi e risoluzione della situazione. Quello che preoccupa è il percolato. La situazione è precipitata dopo l’uscita di scena della Daneco creando un buco nella gestione della discarica e nell’estrazione del percolato ma non nell’estrazione del biogas fatta dall’azienda Greenup.
Quindi c’è una azienda che lavora nella discarica? Come si chiama?
Il biogas è intercettato dalla Green up.
[Abbiamo verificato. La Greenup ha un sito operativo a Giovinazzo in contrada San Pietro Pago per la produzione di Biogas. Sempre controllando ci siamo imbattuti in una particolare coincidenza. La Waste Italia di proprietà dei Colucci, ha affittato a Green Up il ramo d’azienda “relativo alle attività di gestione dei rifiuti e agli impianti di trattamento e smaltimento. Green Up, essendo una controllata di Waste Italia” di proprietà dei Colucci, lavora sulla discarica che Daneco aveva malamente abbandonato (se così si può dire). Una domanda sorge spontanea. Se la proprietà della Daneco è della famiglia Colucci, la stessa delle aziende citate prima, perché non si richiama Colucci alle proprie responsabilità sociali e ambientali d'impresa?]
Se dopo i video e le immagini il sindaco definisce il percolato “acqua sporca”, tu come cittadino che sensazione provi? Come ti senti?
La sensazione è quella di esser stati presi in giro, il sindaco ha sottovalutato la questione, è una presa in giro che fa male perché formalizzata durante un consiglio comunale. Per chi sta assistendo alla fine della vita operativa di una discarica da ormai sei anni è qualcosa di inaccettabile.
Proviamo una grande
rabbia per via del fatto che a causa del rimpallo di responsabilità
e superficialità con cui si sta affrontando la vicenda, tutti stiamo
rischiando un avvelenamento irreparabile di suolo e falde. Il
percolato può contenere sostanze tossiche, mutagene e cancerogene,
in grado di bioaccumularsi nella vegetazione e nell'uomo Qui e le
campagne sono piene di uliveti e orti di piccole e grandi dimensioni.
Scherzare con la salute è inaccettabile, tanto più da parte di enti
pubblici.
D'altro canto però siamo determinati perché
Giovinazzo è scesa in marcia 4 anni fa (quando il sindaco avanzò la
richiesta per eseguire il rialzo della discarica. E chissà se
quell'ulteriore carico in termini di peso non abbia ulteriormente
peggiorato la tenuta delle guaine impermeabili sul fondo della
discarica favorendo ulteriore infiltrazione di percolato?) obbligando
il sindaco alla retromarcia. Anche questa volta saremo tantissimi e
faremo sentire forte la nostra voce, dando sì uno scossone a tutta
la politica che a quanto pare di noi e del nostro futuro se ne
infischia.
Aggiornamento al 15 gennaio 2019:
Le precisazioni del Gruppo Waste Italia e della controllata Green Up srl
In riferimento all’articolo in oggetto si vuole far presente che Gruppo Waste Italia e la società controllata Green Up srl non hanno mai gestito in passato ne stanno gestendo attualmente la discarica di Giovinazzo .
Il dott. Pietro Colucci che è la figura di riferimento dell’attuale proprietà del Gruppo, già nel lontano 2011, si è separato dai fratelli che rimangono i soli proprietari del Gruppo Daneco spa.
Tutta l’attività dei monitoraggi, dei controlli e della gestione del percolato è pertanto strettamente di competenza della Daneco spa.
Green Up srl svolge l’attività di estrazione e monitoraggio del solo Biogas con recupero energetico. In questi anni è stata l’unica presenza all’interno della discarica a garantire un minimo di presidio. Tale presenza ha limitato tra l’altro possibili fenomeni di vandalismo e furti che avrebbero potuto compromettere ulteriormente la situazione già per altro difficile.
Inoltre va sottolineato come Green Up srl si trovi parte lesa in quanto costretta ad operare in una situazione complicata in cui anche le performance della sua attività sono compromesse a causa della presenza eccessiva di percolato .
Si prega quindi di tenere distinte le informazioni e le responsabilità relative alle due società Daneco spa e Green Up srl e conseguentemente alle relative diverse proprietà .