Toscana, il Consiglio Regionale chiede una soluzione definitiva per il riciclo della bioplastica
Dopo le polemiche scatenate dalle indicazioni dell'azienda Alia, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato una mozione chiedendo che “la Regione si adoperi per individuare una soluzione definitiva al riciclaggio della bioplastica, riunendo a uno stesso tavolo i diversi attori coinvolti”
12 September, 2019
Secondo Alia i prodotti in bioplastica andrebbero gettati nei contenitori dell’indifferenziato perché le condizioni per la degradabilità non sarebbero le stesse della frazione organica e inoltre non potrebbero essere riciclati “a differenza delle plastiche fossili, perché ancora non sono stati messi a punto processi adatti, diventano rifiuti indifferenziati e come tali vanno anche smaltiti”.
Da parte sua Assobioplastiche ribadisce che il materiale è perfettamente compostabile, così come il Consorzio Italiano Compostatori che in una lunga nota scrive che “lo standard europeo di compostabilità EN 13432 prevede sia il test di biodegradabilità che di disintegrabilità e costituisce una sicura garanzia perché tali materiali siano considerati adatti ad essere recuperati attraverso i sistemi industriali di compostaggio”.
Il Consiglio Regionale della Toscana si appella quindi alla Giunta di Enrico Rossi “per individuare una soluzione definitiva” riunendo a uno stesso tavolo i soggetti gestori, le tre autorità di ambito, l’assessorato regionale, Assobioplastiche, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica (Corepla) e il Consorzio italiano compostatori (Cic) per “elaborare una strategia impiantistica e comunicativa condivisa”.
“Se davvero Alia e altri soggetti gestori della Toscana non fossero ad oggi in grado di compostare le bioplastiche – osserva il capogruppo Tommaso Fattori – ci troveremmo di fronte a un problema serio perché un materiale concepito per essere trattato come organico finirebbe invece per essere un rifiuto indifferenziato”. Il testo della mozione è stato emendato su richiesta della vicepresidente del gruppo Pd, Monia Monni, che ha chiesto di cassare due punti dell’impegnativa, relativi agli investimenti negli impianti di selezione e alla progettazione degli stessi, “perché è necessario prima ascoltare le valutazioni del tavolo tecnico”.