Coronavirus, con il lockdown le emissioni di Co2 nel mondo sono calate del 17%
Lo dice la prima analisi con riscontro scientifico sul calo delle emissioni durante il lockdown per Covid-19. Pubblicata sulla rivista Nature Climate Change, la ricerca ha sviluppato un metodo per stimare la variazione delle emissioni di Co2 per ogni giorno e ogni Paese del mondo da gennaio ad aprile 2020
19 May, 2020
(ansa ambiente)
Il blocco delle attività imposto dalla pandemia ha avuto un effetto "estremo" sulle emissioni quotidiane di carbonio: a livello globale sono diminuite del 17% (pari a 17 milioni di tonnellate di anidride carbonica) durante il picco delle misure di lockdown del 7 aprile rispetto ai livelli medi giornalieri nel 2019, scendendo a una quota osservata l'ultima volta nel 2006. In Italia, il calo massimo delle emissioni è stato del 27,7%. Lo dice la prima analisi con riscontro scientifico sul calo delle emissioni di Co2 durante il lockdown per Covid-19.
Pubblicata sulla rivista Nature Climate Change, la ricerca - guidata dall'Università britannica dell'East Anglia con quella di Stanford e il Center for International Climate research di Oslo (Cicero) - ha sviluppato un metodo per stimare la variazione delle emissioni di Co2 per ogni giorno e ogni Paese del mondo da gennaio ad aprile 2020. Sono stati poi esaminati i cali di carbonio in sei settori: i trasporti terrestri hanno rappresentato quasi la metà (43%) della riduzione, anche energia elettrica e industria insieme hanno contato per il 43% e l'aviazione il 10%.
Gli autori hanno testato l'impatto di questo taglio di Co2 in tre potenziali scenari alla fine di quest'anno, indicando che potremmo essere sulla buona strada per un calo fra il 4 e il 7% delle emissioni totali. Sarebbe il calo annuale più grande dalla seconda guerra mondiale, dicono i ricercatori ma sarebbe comunque temporaneo e insufficiente. Il rapporto dell'Unep (il programma ambientale dell'Onu) ha previsto che sono necessarie riduzioni di gas serra del 2,7% all'anno dal 2020 al 2030 per mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi centigradi e del 7,6% all'anno per mantenerlo al di sotto di 1,5 gradi (uno degli obiettivi dall'Accordo di Parigi del 2015).
Nel rilevare che il lockdown porterà forse alla più grande diminuzione annuale delle emissioni assolute di gas serra dalla fine della seconda guerra mondiale, gli autori osservano tuttavia che questo non avrà un grande impatto sui cambiamenti climatici, perché poco consistente rispetto alle emissioni accumulate finora e ai tagli che sarebbero necessari. Il suggerimento ai governi che devono far ripartire l'economia è di applicare misure che non aumentino le emissioni future ritardando il Green Deal. Serve dunque concentrarsi su trasporti, mobilità e energie rinnovabili.
"Queste riduzioni estreme sono probabilmente temporanee, in quanto non riflettono i cambiamenti strutturali nei sistemi economici, dei trasporti o dell'energia" ha osservato l'autore principale della ricerca, Corinne Le Quéré, osservando che "nelle città e nelle periferie, sostenere gli spostamenti a piedi e in bicicletta" non solo "è molto più economico", ma è la scelta "migliore per il benessere e la qualità dell'aria, e in più preserva la distanza sociale".
Il Co-autore Prof. Rob Jackson dell'Università di Stanford e presidente del Global Carbon Project ha spiegato che "il calo delle emissioni è sostanziale ma mostra la sfida di raggiungere i nostri obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi. Abbiamo bisogno di un cambiamento sistemico attraverso le energie rinnovabili e le auto elettriche, non di riduzioni temporanee dovute a comportamenti imposti". Il coautore Glen Peters, direttore di ricerca presso il Cicero ha aggiunto che "anche se il COVID-19 è una tragedia umana, ci ha costretti a guardare al problema del clima con occhi nuovi. Le politiche di confinamento per il coronavirus non hanno lo scopo di risolvere la crisi climatica, ma i dati in tempo reale che raccogliamo ora possono aiutarci a progettare politiche climatiche più efficaci in futuro".
Il team ha analizzato le politiche governative sul lockdown per 69 paesi responsabili del 97% delle emissioni globali di Co2. La variazione totale stimata delle emissioni ammonta a 1048 milioni di tonnellate di anidride carbonica (MtCO2) fino alla fine di aprile. Di questi, i cambiamenti più importanti sono stati in Cina, con una diminuzione di 242 MtCO2, quindi negli Stati Uniti (207 MtCO2), in Europa (123 MtCO2) e in India (98 MtCO2). Come fa notare Scienza in rete https://www.scienzainrete.it/articolo/con-quarantena-non-si-arriva-emissioni-zero/jacopo-mengarelli/2020-05-28, 1 giga tonnellata di C02 in meno è una diminuzione davvero poco significativa visto che mediamente nel mondo vengono prodotte dalle attività umane circa 42 gigatonnellate di CO2 all’anno (al 2017).