L\'altra faccia.. (dalla mostra di Pro Natura)
Eredità pesante, dice l'associazione piemontese
01 February, 2006
GLI IMPIANTI ABBANDONANDI
Nonostante che il territorio montano in cui si dovevano svolgere le gare olimpiche fosse già ampiamente strutturato, alcune opere “dovevano” ancora essere realizzate. Così ad esempio, sono stati costruiti bacini di accumulo dell’acqua per la produzione di neve artificiale (perché la neve non la fanno più le perturbazioni, ma l’uomo, nel suo delirio di onnipotenza), così sono stati potenziati impianti scioviari ed aperte nuove piste. Ma soprattutto, ed il “soprattutto” è riferito al loro impatto ambientale, sono stati realizzati i trampolini per il salto a Pragelato e la pista di bob e slittino a Sansicario. Che fine faranno questi impianti è facile prevederlo: costeranno moltissimo in manutenzione senza dare un ritorno economico, visto il numero estremamente esiguo di praticanti.
Al momento, si calcola che l’impianto del trampolino costerà 894 euro al giorno, mentre quello del bob ne costerà 925.
Ovviamente, i Comuni interessati – che pure hanno voluto tali impianti – non hanno nessuna intenzione di sopportare i costi della manutenzione, ed allora qual è la pensata? Costituire una società pubblica che si accollerà gli oneri. Insomma, a pagare siamo sempre noi.
Ma c’è anche una “brillante” alternativa, prospettata dalla Regione almeno per la pista di bob: smantellarla. Ci permettiamo di osservare in proposito che la tecnologia per realizzare questa struttura e poi smantellarla esisteva e noi ambientalisti l’avevamo suggerita, ma ovviamente non siamo stati ascoltati.
Così come esisteva l’alternativa ai nuovi trampolini: utilizzare quelli abbandonati di Albertville.
Ma la nostra era la voce della ragione contrapposta a quella degli affari.
(lo sfregio del trampolino di Pragelato)
LA TORINO CITTA’ OLIMPICA
In vista delle Olimpiadi, il Comune di Torino ha utilizzato circa un miliardo e mezzo di euro di finanziamenti pubblici per costruire villaggi per gli atleti e per i giornalisti (soprattutto ex Mercati Generali e Spina 3); per realizzare quattro impianti per il ghiaccio (di cui uno ottenuto svuotando il Palazzo a Vela dell’architetto Nervi), impianti dei quali uno solo verrà conservato (!); per costruire un inutile sottopasso in Corso Spezia che si ferma ai parcheggi del Lingotto; per stravolgere il Parco Cavalieri di Vittorio Veneto, conosciuto come Piazza d’Armi, trasformato in “piazza Olimpica”, dove, sull’altare di una soluzione progettuale meramente scenografica, si è sacrificata una parte significativa del verde di Torino.
Le Olimpiadi moriranno Resteranno in eredità le strutture costruite ad hoc ed i loro pesanti costi. Già, i costi. Olimpiadi di Grenoble, anno 1968, debiti saldati nel 1998. Olimpiadi di Montreal, anno 1976, debiti che si estingueranno quest’anno, 2006; Olimpiadi di Atene, anno 2004, 10 miliardi di debiti e treantacinque impianti inutili.
(Il