Il dopo-giochi la cabina di regia del Toroc affronta lo spinoso problema
- da La Stampa del 28.02.2006
28 February, 2006
<b>Il futuro degli impianti, la pesante eredità lasciata dalle Olimpiadi</B>
<b>La gestione sarà affidata a una Fondazione ma già si calcola un deficit di 6-7 milioni l’anno
Alessandro Mondo</B>
Sfruttare l’eredità dei Giochi e riprendere in mano l’ordinaria amministrazione, cioè i problemi rimasti in lista d’attesa.
Olimpiadi, il giorno dopo. Mentre il grande set della Torino a cinque cerchi comincia a sbaraccare - ieri è stata smontata l’astronave della Nbc in piazza San Carlo, oggi si comincia con lo Sponsor Village di piazza Solferino - Regione, Provincia e Comune si sono rimessi al lavoro. Il clima è da primo giorno di scuola: poca voglia di studiare e tanta nostalgia, accentuata dalle immagini della cerimonia di chiusura rimandate dai telegiornali. Senza nulla togliere alle Paralimpiadi, la sensazione è che la Festa, con la maiuscola, sia davvero finita. Alle 11 Jaques Rogge, il presidente del Cio, si era già eclissato dopo una rapida visita a Chiamparino, Bresso e Saitta: tanti complimenti e grazie, poi via, mentre la città si guardava intorno un po’ smarrita.
E adesso? Il «dopo» sono molte cose. A partire dal futuro degli impianti sportivi che si sono guadagnati l’apprezzamento degli atleti più esigenti. Se ne parlerà oggi nella cabina di regia del Toroc, la prima convocata dopo la fine dei Giochi. La Fondazione che si occuperà del post-olimpico potrebbe essere operativa da giugno (lo statuto, deliberato dalle giunte di Regione, Provincia e Comune, sarà approvato entro marzo dai rispettivi Consigli) e conterà su un patrimonio di 500-550 milioni di euro che le permetterà di accedere al credito. Oggi i soci fondatori cominceranno a definire la proprietà di alcune delle opere finanziate con la legge 285 - impianti sportivi e di innevamento nei Comuni montani, strade, parcheggi - poi conferite alla Fondazione in vista del loro riutilizzo: il meccanismo prevede che quest’ultima, tramite società ad hoc, affidi gli impianti in gestione a soggetti pubblici o privati producendo (si spera) utili.
Detto così, sembra un percorso lineare. In realtà le incognite sono parecchie. Ad esempio, è già stato messo in conto che la gestione degli impianti olimpici resterà in passivo per 5-6 anni prima di raggiungere il pareggio; nel quinquennio successivo ai Giochi il deficit dovrebbe aggirarsi sui 6-7 milioni l’anno. «Gli unici introiti - precisa Saitta - arriveranno dalla riconversione del villaggio olimpico del Sestriere e dall’ex-colonia Medail di Bardonecchia». Da qui la necessità di sostenere la Fondazione, almeno nella fase iniziale, con un impegno considerevole per i soci fondatori. La Regione porterà in dote uno stanziamento di 7-8 milioni, più i beni patrimoniali e il know-how acquisito dal Toroc. La Provincia investirà 3 milioni. Anche il Comune metterà sul piatto i suoi impianti, più una somma ancora da definire. E il Governo? «Per ora da Roma non sono arrivati segnali sulla disponibilità a contribuire», spiega Pierpaolo Maza, vicepresidente del Toroc. Di certo le elezioni, ormai imminenti, non aiutano. Un altro capitolo riguarda l’«accompagnamento» degli impianti fino a maggio, in attesa che la nuova struttura diventi operativa. Il Toroc - che oggi presenterà un quadro dettagliato delle strutture sportive e ricettive (date del rilascio, personale indispensabile alla manutenzione, costi correlati, etc.) - è disponibile a farsi carico di alcune opere. Su altre, è il caso del «Bob» di Cesana, l’Agenzia Torino 2006 deve ancora completare alcuni lavori. Altre ancora, come lo «Snowboard» di Bardonecchia, si sono già guadagnate un supplemento di attività (a marzo dovrebbe ospitare il campionato italiano). Non solo. Lo scioglimento del Toroc e dell’Agenzia Torino 2006, previsto entro fine anno, pone il problema del personale impiegato per far funzionare la macchina olimpica. Alcune delle professionalità impiegate nell’Agenzia Torino 2006, secondo la presidente Bresso, potrebbero essere recuperate nella nuova Agenzia regionale per i lavori pubblici. Anche Saitta, interessato a semplificare la promozione del territorio affidandola ad un unico soggetto internazionale, è favorevole a sfruttare parte delle competenze. No comment, invece, sulle cariche della nuova Fondazione (anche se per la presidenza circola informalmente il nome dell’assessore Tessore). Su questo fronte, è tutto da vedere. «Quello del post-olimpico è un capitolo nuovo, bisogna ripartire da zero», avverte Saitta. «Le nomine? Di certo servirà gente di alto profilo - gli fa eco Bresso -. Sul dopo-Olimpiadi ci giochiamo la credibilità del territorio».
Insomma: i nodi sui quali ragionare sono parecchi. Ma da oggi riprende quota anche la vita «normale», con le sue scadenze: questa mattina, per dire, ripartono i lavori di realizzazione del parcheggio sotterraneo di piazza San Carlo (chiusa al traffico via Alfieri dalla stessa piazza a via XX Settembre). Soprattutto, tornano in agenda i problemi accantonati dal grande show dei Giochi. Parola di Chiamparino: «Penso al mantenimento del decoro urbano, prima e soprattutto dopo le Paralimpiadi, ma anche al parcheggio di piazza Vittorio». Per tacere di altre partite, dal prolungamento del metrò all’inceneritore, condizionate dalla scadenza della legislatura. Idem in Regione («abbiamo molte cose su cui lavorare», conferma Bresso). Mentre alla porta della Provincia già bussano tutti quei Comuni che le Olimpiadi le hanno viste solo dalla finestra.