I picchi di smog più pericolosi sono davanti alle scuole
Inquinamento altissimo all’entrata e all’uscita - da l'Unità del 27.04.2006
02 May, 2006
<b>Ricerca della facoltà di Chimica industriale
Andrea Bonzi</B>
Avete presente gli ingorghi che si formano di fronte alle scuole, quando i genitori accompagnano o vengono a prelevare i ragazzi? Sono situazioni che cre-
ano picchi di smog pericolosissimi, come quelli che sono stati registrati di fronte agli Istituti comprensivi di Medicina, in provincia di Bologna.
Nei pressi della struttura - che raggruppa una scuola materna, una elementare e un nido - gli strumenti del professor Luciano Forlani hanno rilevato al mattino punte di polveri fini (pm10) di oltre 470 microgrammi per metro cubo (il limite è di 50 microgrammi). “Colpa”, in parte, dell’arrivo di due scuolabus, che hanno fatto impennare i valori.
Ma questo è solo uno dei dati dello studio, organizzato dal docente della facoltà di Chimica industriale insieme agli studenti di alcuni istituti del Bolognese, che certifica come, anche in «insospettabili» territori di provincia come Castiglion de' Pepoli, lo smog ci sia. E si senta.
La ricerca, presentata ieri alla presenza degli assessori alla Sanità Giuseppe Paruolo (Comune di Bologna), Emanuele Burgin (Provincia) e Lino Zanichelli (Regione), è stata condotta tra dicembre 2005 e gennaio 2006. Per quanto riguarda il benzene, a Porretta Terme gli studenti dell'istituto di istruzione superiore Montessori-Da Vinci hanno rilevato concentrazioni medie di 13 microgrammi al metro cubo (il limite è 9 microgrammi): il rilevatore - una cartuccia di carbone assorbente - è stato posto ad «altezza naso» in via Mazzini («L'Arpa - osserva Forlani - lo mette a tre metri d'altezza»).
Ma chi produce il benzene? Forlani è convinto che il responsabile, più che la combustione, sia l'evaporazione dal serbatoio dell'1% di benzene miscelato al carburante. Per dimostrarlo, il professore ha registrato le emissioni dentro a un garage chiuso, con una macchina nuova: i picchi rilevati sembrano dargli ragione. La soluzione, ovviamente, sarebbe cancellare la sostanza dalle benzine.
Un'ultima parte della ricerca fatta dai ragazzi riguarda le edicole. In cinque gabbiotti (uno a Casalecchio) sono stati registrati più volte picchi di toluene anche di 3.000 microgrammi, provenienti dalle esalazioni della stampa di quotidiani e riviste. Essendo un inquinante «meno tossico del benzene e delle pm10, non c'è un limite per la pericolosità del toluene, ma bene non fa di sicuro», osserva Forlani. Ma che effetto fa spiegare ai ragazzi dati comunque negativi? «Si rischia di spaventarli un po' - dice Forlani -, ma l'interesse da parte loro è altissimo. E magari quando tornano a casa e si accorgono che il diesel di papà non funziona bene, lo spingono a cambiarlo con qualcosa di meno inquinante».