Rosa Russo Iervolino
23 May, 2006
<b>Beni comuni e sviluppo eco-sostenibile</b>
Le scelte urbanistiche compiute in via definitiva dall’Amministrazione nel corso dell’ultimo quinquennio si pongono l’obiettivo di arricchire la dotazione cittadina di beni comuni, di spazi e funzioni pubbliche. Napoli è, infatti, una città povera di beni comuni, di spazi pubblici qualificati che sono poi quelli che consentono alla gente di vivere insieme, sono quelli che “fanno città”, costituendo anche un fattore di attrazione per la localizzazione di nuove aziende che operano nei settori più avanzati e innovativi.
Un bene comune di importanza strategica sono le aree verdi miracolosamente scampate alla speculazione, gelosamente tutelate dal Piano Regolatore ed ora comprese nel Parco delle Colline, un esperimento unico in Europa, un grande polmone verde che occupa un quinto della città. Un Parco da promuovere e far conoscere, rendendo sempre più accessibile ai cittadini il patrimonio di masserie, aree agricole pregiate, boschi e spazi naturali, paesaggi rurali di incomparabile bellezza.
Beni comuni sono la linea di costa nella sua interezza, con l’impegno di garantire a tutti i cittadini l’accesso alle spiagge ed al mare; il centro storico (“patrimonio dell’umanità” secondo l’Unesco); i due grandi polmoni verdi, i nuovi parchi territoriali per il tempo libero e la vita all’aria aperta, attorno ai quali rinasceranno la nuova Bagnoli e la zona orientale della città.
Ancora, sono beni comuni le infrastrutture per la mobilità e il trasporto, a partire dalla grande rete su ferro, oramai in fase di completamento, che rappresenta un’alternativa sempre più competitiva all’auto privata e costituisce la misura più importante per il miglioramento della qualità dell’aria – bene comune per eccellenza – nell’obiettivo di ridurre l’inquinamento atmosferico nella nostra città Beni comuni sono le strade, le piazze e i giardini della città, gli spazi pubblici che rappresentano
“l’essenza stessa della vita urbana: la convivenza, l’incontro e il confronto
non programmato o istituzionalizzato, di pratiche, stili di vita, cultura, storie diverse. Cioè, la base materiale della democrazia è anche ciò che ha fatto della città la sede privilegiata dello sviluppo culturale e dell’innovazione”.
A tale riguardo, siamo consapevoli di come la qualità di questi spazi sia troppo spesso lontana da livelli accettabili. È necessario un maggior impegno nella cura della città, con la capacità di affrontare in modo integrato i diversi aspetti della pulizia, del traffico veicolare, dell’arredo urbano, della manutenzione, del presidio e della sorveglianza.
Infine per quanto riguarda il bene pubblico per eccellenza, l’acqua, riteniamo che le politiche relative debbano essere ispirate alla sua natura di bene pubblico di uso collettivo per tutti i cittadini e che, nel rispetto dei principi di efficacia ed efficienza economica, il modello e lo strumento di gestione debbano essere coerenti con la natura pubblica del bene stesso.
La città di Napoli ha assunto il tema della tutela e della valorizzazione dell’ambiente come asse di tutte le politiche cittadine tendenti a garantire migliore qualità della vita ai suoi cittadini. Con il PRG si è sancito il principio che lo sviluppo deve essere ecologicamente compatibile e che è necessario ricostruire e/o valorizzare il sistema del verde pubblico in città. In questi anni tanto si è fatto, lavorando alla realizzazione di ben 18 parchi, ma tanto resta da fare; in particolare uno degli obiettivi principali sarà quello del completamento del parco pubblico dei Camaldoli, lo sviluppo del parco Metropolitano delle Colline di Napoli già istituito nell’ottobre 2003, oltre che la realizzazione del grande parco di Bagnoli.
Ma è soprattutto sulla costruzione di un sistema di verde pubblico nelle nuove municipalità, che s’impegnerà l’Amministrazione, completando o realizzando tanti progetti; tra i principali impegni, ricordiamo imparchi: del Vallone dello Scudillo, di Via Nicolardi, di Via Domenico Fontana, del Gasometro, di Via Imperatrice al Rione Alto, di Villa Salvetti a Barra, Parco di Via Marco Rocco di Torrepadula, , l’ampliamento di Villa Letizia a Barra e così via.
Altro terreno di lavoro con cui l’Amministrazione intende continuare a cimentarsi è il progetto di recupero del mare alla città e alla balneazione. Già nella scorsa consiliatura si è operato per il risanamento dell’intero paraggio costiero centro-occidentale. Tra i prossimi obiettivi vogliamo ricordare gli interventi sulle scogliere per il rifacimento naturale dell’antica spiaggia della Riviera di Chiaia.
Tra i beni comuni l’aria assume un significato particolare è su questo terreno l’azione posta negli ultimi anni per il miglioramento della sua qualità, si sposerà con la necessità di garantire l’efficienza energetica della città.
Nei prossimi anni sarà completato e messo in esercizio, la nuova centrale elettrica a ciclo combinato di San Giovanni a Teduccio. La centrale sarà alimentata a metano, abbattendo drasticamente le emissioni di gas in atmosfera e triplicando la produzione di energia della città.
Un altro obiettivo che ci siamo posti, e che vogliamo consolidare, è la riduzione del rumore in città, attraverso l’attuazione delle norme previste dal Piano di Zonizzazione acustica.
Infine particolare attenzione verrà prestata alla tutela alla salute e alla protezione della fauna urbana.
<b>Difesa del suolo</b>
La Politica del Sottosuolo sarà finalizzata alla tutela dei cittadini, con azioni concrete capaci si essere misurabili e quantizzabili.
Partendo dal dato che la situazione del sottosuolo, dei pendii, dei costoni e, più in generale, del delicato assetto idrogeologico della Città di Napoli, versa in uno stato di precarietà dovuta ad una serie complessa di fattori, quali la vetustà e l’inadeguatezza degli impianti in relazione alle mutate condizioni climatiche, la impermeabilizzazione di vaste zone della città che impedisce un corretto drenaggio delle acque meteoriche, l’abusivismo
edilizio che ha minato e talvolta compromesso il già delicato equilibrio del
territorio cittadino, la realizzazione di consistenti insediamenti abitativi in zone prima destinate all’agricoltura e lo stesso abbandono di aree un tempo coltivate, rimaste, quindi, prive della necessaria manutenzione.
In considerazione di ciò, ed a seguito di alcuni tragici eventi, nel 1997 il Sindaco di Napoli fu nominato Commissario Delegato per le emergenze connesse al consolidamento del sottosuolo e dei versanti della Città di Napoli e fu autorizzato ad avvalersi di un Comitato Tecnico composto di professionalità di elevato profilo scientifico che ha affiancato il lavoro dei servizi comunali preposti.
Nel 2001 il Comitato produsse uno studio sul sottosuolo in cui veniva stimato in poco meno di 3.000.000.000 di euro il fabbisogno per la completa messa in sicurezza del territorio cittadino. All’epoca, tenuto conto delle limitate risorse disponibili e della situazione di emergenza, gli interventi realizzati ebbero come obiettivo primario quello di salvaguardare la sicurezza delle persone e delle abitazioni nonché ridurre al minimo i rischi per i beni esposti.
Solo a partire dal 2002, grazie ai maggiori finanziamenti resi disponibili da alcuni importanti atti di concertazione con lo Stato e la Regione, è stato possibile avviare la realizzazione dei primi consistenti interventi a carattere strutturale. Si ricordano tra i più significativi i lavori per i primi lotti del progetto generale per la riqualificazione idraulica dell’Arena S. Antonio, quelli per il risanamento igienico sanitario ed idrogeologico del
Vallone S. Rocco, gli interventi di riduzione del rischio idraulico nelle Zone S. Giovanni a Teduccio, il consolidamento dei costoni e dei versanti della Collina dei Camaldoli, versante Soccavo, ecc.
Ad oggi i lavori ultimati ammontano ad un valore di 130.015.680 euro mentre i lavori attualmente in corso, ovvero già aggiudicati e di imminente avvio, ammontano ad un importo di circa 160.000.000 di euro, per un totale complessivo di circa 290.000.000 di euro.
Nel contempo è stato elaborato di recente un primo programma di completamento degli interventi di messa in sicurezza di cavità, pendii e costoni; adeguamento del sistema di drenaggio e regimentazione delle acque; miglioramento complessivo dell’intera rete fognaria cittadina.
Tale programma è stato articolato dal citato Comitato Tecnico secondo indici di priorità assegnati a ciascun intervento in relazione al carattere di maggiore o minore urgenza e richiede investimenti per oltre 350 milioni di euro. Fra gli interventi ai quali il Comitato ha assegnato la priorità massima, si ricordano il completamento del collettore Arena S. Antonio (per circa 80 milioni) nonché il monitoraggio, i rilievi e gli interventi di risanamento
dei muri di sostegno, costoni, pendii e zone accessorie ricadenti nel territorio comunale (per circa 25 milioni).
Tali interventi, al momento privi di copertura finanziaria, vanno assolutamente realizzati per rendere più sicuro il territorio cittadino ed evitare il ripetersi di gravi danni così come accaduto nei recenti nubifragi del settembre 2001, novembre 2003 e marzo 2005.
Pertanto, la messa in sicurezza del sottosuolo deve rappresentare, unitamente alle opere infrastrutturali della mobilità (metropolitana, strade e parcheggi) la più grande opera pubblica da realizzare nei prossimi anni nella città di Napoli.
<b>Igiene urbana</b>
Nel continuare l’attività, finora rigorosamente espletata, di vigilanza e contrasto contro i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata – in un settore, quale quello dei rifiuti, tuttora oggetto di interesse delle organizzazioni malavitose – e continuando nell’opera di modernizzazione dei servizi, attraverso l’uso sempre più spinto di macchine ed attrezzature di tecnologia avanzata, va effettuato come previsto nel Programma Comunale di gestione dei Rifiuti un salto in avanti; finalizzato a:
1. Imprimere una svolta al rapporto con i Cittadini, basata su precisi impegni,
presi dall’Amministrazione Comunale – attraverso la Sua Azienda, ASIA Napoli – in maniera dettagliata e trasparente e sull’essenziale coinvolgimento dei cittadini per una fattiva mutua collaborazione.
2. Arrivare a livelli di Raccolta Differenziata pari quelli delle grandi città Europee (35%), anche se queste città hanno cominciato tale attività mediamente 15 anni prima di Napoli.
3. Rendere Napoli più pulita, migliorando sensibilmente la qualità dei servizi
operativi erogati. Per ascoltare e parlare con i cittadini, improntando il dialogo a principi di massima trasparenza, al fine di stimolare un comportamento partecipativo e di più elevato senso civico per una città pulita ed ordinata, si prevede:
• la diffusione tra tutte le famiglie del nuovo Regolamento Comunale di gestione dell’Igiene Urbana, che definisce regole certe per i cittadini e per l’A.S.I.A., avviato a diventare unico soggetto gestore delle attività connesse all’Igiene Ambientale;
• l’elaborazione di Carte dei Servizi per ogni Municipalità, con il dettaglio quantitativo e qualitativo dei servizi da rendere;
• l’apposizione sui cestini stradali di cartelli informatori sui giorni in cui è previsto lo spazzamento;
• il sito Internet (www.asianapoli.it) reso più interattivo e con una precisa e dettagliata esposizione dei servizi da rendere, compresi tempi e modalità di erogazione rendendo possibile una corretta interpretazione ed osservazione quotidiana dei servizi;
• il Call Center (n° verde gratuito 800161010) reso interattivo con invio di risposta tramite messaggio sms;
• lo sviluppo di accordi di collaborazione con Associazioni di volontariato, ambientaliste, di cittadini e utenti;
• lo sviluppo dell’Osservatorio sul Senso Civico degli Italiani, attraverso campagne di promozione del senso civico, la pubblicazione annuale del Rapporto Nazionale e del Focus su Napoli e con la premiazione dei cittadini distintisi per comportamenti particolarmente virtuosi;
• l’ulteriore rafforzamento del programma EDUCAMBIENTE, già attivato con successo nella gran parte delle scuole napoletane;
• l’effettuazione e la pubblicazione di due sondaggi di opinione all’anno, che rilevino l’indice di soddisfazione dei cittadini.
Per quanto riguarda invece l’obiettivo di una Raccolta Differenziata che raggiunga i livelli delle principali metropoli europee, verranno portate avanti le seguenti azioni:
♦ la realizzazione di due impianti per il trattamento dei rifiuti organici (sfalci di potatura, scarti di verdura, residui di cibo);
♦ la realizzazione di dieci isole ecologiche, una per municipalità;
♦ la realizzazione di un impianto di trattamento della carta e del cartone;
♦ la realizzazione di cento ecopiazzole (mini isole ecologiche);
♦ la raccolta “porta a porta” della frazione organica umida dei rifiuti presso tutti i grossi produttori (mercati, mense, ristoranti, fruttivendoli, fiorai) ed in parchi e centri residenziali;
♦ la raccolta porta a porta degli imballaggi presso commercianti ed uffici;
♦ la raccolta del materiale inerte residuato dalle ristrutturazioni edilizie, attraverso accordi con le imprese.
Infine, per diffondere presso i cittadini un maggiore senso civico e una diffusa cultura
civile nella direzione di una Napoli più pulita, si realizzeranno i seguenti interventi:
�� l’istituzione del netturbino di quartiere, attraverso un abbinamento costante
tra zona ed operatore, al fine di ottenere un rapporto di fidelizzazione tra cittadini residenti ed operatori ASIA;
�� l’istituzione di una rete di responsabili della vigilanza e della cura del territorio, che, abbinati a porzioni della città, oltre a gestire le attività di spazzamento e complementari, dovranno segnalare agli altri organi tutte le situazioni di degrado ambientale, di qualunque origine;
�� l’aumento della frequenza media di spazzamento manuale da 4,2 a 5 volte alla
settimana;
�� il potenziamento dello spazzamento meccanizzato;
�� l’effettuazione di servizi di mantenimento della pulizia nelle strade di maggior pregio, sia mediante addetti che presidieranno le stesse, sia mediante mezzi, a trazione elettrica nelle zone pedonali, che circoleranno continuamente per raccogliere rifiuti abbandonati in strada scorrettamente e fuori orario;
�� l’effettuazione, a cadenza mensile del programma “Quartiere Pulito”, che attui, previo divieto temporaneo di sosta degli autoveicoli, un’accurata pulizia, con lavaggio e disinfezione delle strade;
�� la realizzazione in ogni quartiere di aree per cani, gestite e mantenute;
�� il definitivo consolidamento del programma “Cantine Pulite”, che ogni sabato
prevede l’installazione, in tre piazze di Napoli, di appositi grossi cassoni dove i cittadini possono portare suppellettili, elettrodomestici e rifiuti ingombranti in genere;
�� l’istituzione di servizi di sorveglianza del territorio, anche mediante telecamere, in quelle strade particolarmente degradate, diventate sversatoi illegali di rifiuti.
<b>Per una migliore mobilità urbana
Strade</b>
Con la istituzione delle municipalità, essendo stata trasferita alle stesse la competenza sulla viabilità secondaria, sarà possibile una gestione più diretta di tale patrimonio stradale ed interventi più immediati al verificarsi dei disagi. Nel contempo, l’Amministrazione ha disposto l’avvio di un’attività di gestione complessiva della rete stradale principale, che resterà di competenza dell’Amministrazione comunale e che si sviluppa per una lunghezza complessiva di circa 280 km.
L’obiettivo è quello dell’immediata messa in sicurezza del patrimonio stradale, della riqualificazione completa dell’intera rete della viabilità principale, del coordinamento di un unico soggetto gestore della pluralità d’interventi che riguardano le strade e dell’abbattimento del contenzioso grazie ad una notevole diminuzione dell’incidentalità.
La formula prevista è quella dell’appalto misto di lavori e servizi in global service, che consentirà una gestione unitaria delle strade e la possibilità di garantire attività quali il censimento dello stato delle strade e sue pertinenze (marciapiedi e caditoie) e dei passi carrabili, il censimento dell’arredo urbano, la formazione del catasto delle strade, nonché la continua sorveglianza dello stato di manutenzione delle pavimentazioni stradali.
È prevista altresì la creazione di un call center e la presenza costante di uomini e mezzi sul territorio in tutte le ventiquattro ore della giornata, per consentire, laddove è necessario, primi interventi.
Le scelte per la mobilità urbana sono strategiche per un compiuto sviluppo sociale e produttivo della città. La politica della mobilità urbana deve essere fortemente connessa, in maniera non subordinata, alle altre scelte strategiche che l’amministrazione compie in settori rilevanti quali quello dello Urbanistica e delle Infrastrutture di Trasporto, dello Sviluppo Produttivo e del Turismo. Per questo essa deve essere articolata in sei componenti fondamentali, tra loro fortemente connesse: Politica del trasporto
collettivo, Politica della sosta, Politica della salvaguardia ambientale, Politica della circolazione, Politica dell’innovazione tecnologica, Politica della gestione urbana.
<i>Politica del trasporto collettivo</i>
La politica del trasporto collettivo ha assunto in questi ultimi anni rilevante importanza, da un lato per lo sviluppo e la integrazione (funzionale e tariffaria) delle linee su ferro a livello urbano (Metropolitana e Funicolari) e comprensoriale (Cumana, Circumflegrea, Circumvesuviana, Linea 2 di Trenitalia), dall’altro per il consolidamento del trasporto su gomma ANM e CTP. Questa politica ha consentito di raggiungere in città una quota di trasporto collettivo (750.000 spostamenti al giorno, il 55% degli spostamenti
globali) superire a quella privata, pari al 45%.
È necessario continuare su questa strada, completando la costruzione delle linee metropolitane 1 e 6. Solo in questo modo sarà possibile ridurre ulteriormente la quota di trasporto privato ed istituire altre zone a traffico limitato e altre aree pedonali, non solo nel Centro Storico, ma anche nei bacini periferici. Infatti il completamento della linea 1 fino a Piazza Garibaldi e poi fino al Centro Direzionale, all’Aeroporto e a Piscinola chiuderà un anello di metropolitana in grado di integrare il sistema di trasporto urbano su ferro con la metropolitana regionale e con i grandi terminal ferroviari e aeroportuali. Il completamento della linea 6 da Fuorigrotta a Piazza Municipio ed il suo collegamento con la linea 1 consentirà di servire al meglio altre aree centrali e di spostare altre quote
di mobilità sul trasporto collettivo strutturato in forma di rete. È altresì necessario sviluppare nuove ipotesi di linee funicolari, in grado di rispondere compiutamente alle esigenze di mobilità di una città come Napoli.
Per il trasporto su gomma è necessario potenziare l’attuale sistema di Linee Rosse ANM e la rete di corsie preferenziali, operando scelte forti nelle politiche della circolazione e della salvaguardia ambientale, anche attraverso scelte urbanistiche e di arredo urbano volte a garantire in modo equilibrato e concertato la priorità al trasporto collettivo.
Il criterio ispiratore degli interventi deve essere quello della integrazione dei diversi sistemi in una grande rete del trasporto collettivo, che connetta i servizi ferroviari nazionali e regionali a quelli urbani e metropolitani e ai terminal aeroportuali e marittimi.
Nel processo di integrazione vanno inseriti quindi anche i collegamenti marittimi con le isole e le altre località della costiera unite dal metrò del mare.
Nella rete devono essere inseriti in modo funzionale anche il sistema dei taxi (singoli e collettivi) ed il trasporto a chiamata, che può rispondere alla domanda di mobilità per particolari settori e fasce orarie.
Al di là degli interventi strutturali in corso di completamento e di progetto è necessario incentivare comunque l’uso di tutte le forme di trasporto collettivo attualmente disponibili, attraverso capillari campagne di sensibilizzazione in scuole, ospedali, uffici, luoghi turistici, promuovendo modalità e tariffe adeguate alle diverse esigenze (lavoratori, studenti, turisti, diversamente abili).
Per raggiungere questo obiettivo la qualità del servizio offerto deve essere migliorata in termini di regolarità e/o puntualità, confort e pulizia dei veicoli, sicurezza, accessibilità alle stazioni.
<i>Politica della sosta</i>
La politica della sosta, finalizzata alla decongestione del centro urbano, ha previsto strategicamente la predisposizione nei bacini periferici di parcheggi di interscambio con il trasporto collettivo su ferro. Questo è l’unico modo per ridurre la pressione veicolare sul centro storico e spostare altre quote di utenza sul trasporto collettivo. Il numero di posti auto in parcheggi di interscambio regolamentati è pari a 5000 unità, mentre il numero di posti auto in parcheggi da regolamentare può raggiungere le 3000 unità.
Il numero dei posti auto attualmente disponibili è dunque inferiore alle esigenze future.
È necessario quindi sostenere l’espansione dei parcheggi periferici, attraverso l’adozione di soluzioni progettuali alternative alla classiche costruzioni civili, quali, ad esempio, strutture modulari composte da elementi prefabbricati assemblati direttamente sulle aree dei parcheggio esistenti e di altre aree disponibili. Le principali caratteristiche del sistema sono la funzionalità, la versatilità e la rapidità costruttiva, che consentono di realizzare parcheggi con le stesse caratteristiche di sicurezza e durabilità di
quelli tradizionali, e nello stesso tempo di intervenire sul territorio senza operare scelte definitive. La realizzazione di tali interventi consentirebbe un incremento della dotazione di posti auto da destinare all’interscambio modale compreso tra il 70% ed 100% dell’attuale.
In aggiunta agli interventi strutturali, possono attuarsi anche iniziative di carattere gestionale volte ad incentivare la sosta nei parcheggi di interscambio. In tal senso le azioni da intraprendere riguardano da un lato la politica tariffaria, dall’altro l’offerta di servizi integrativi. Potrebbe includersi infatti nel costo del parcheggio di interscambio un biglietto
giornaliero del Consorzio NapoliPass. Inoltre, è opportuno verificare, nella progettazione delle strutture di maggior dimensione, la possibilità di prevedere una serie di servizi integrativi (riparazione e manutenzione di autoveicoli, distribuzione del carburante, servizi commerciali, autoricambi, tabacchi, giornali, servizi di ristoro) e di spazi speciali (aree attrezzate per autobus turistici), al fine di incrementarne l’attrattività ed al contempo risolvere alcuni problemi di localizzazione di attività incompatibili con la
loro attuale collocazione urbana.
Nel contesto delle scelte volte a decomprimere il centro urbano possono svolgere un ruolo importante strutture di parcheggio subcentrali, localizzate cioè in siti immediatamente a ridosso del centro. Nel centro urbano e nelle altre aree fortemente addensate di tipo residenziale è necessario operare un censimento sistematico e capillare di tutte le aree e i siti disponibili per istituire e costruire parcheggi di piccole dimensioni per residenti, che possano svolgere anche una funzione di supporto allo svolgimento delle attività
commerciali tipiche della zona stessa, naturalmente nel rispetto dei valori storico-monumentali e ambientali ormai consolidati. In questo processo è opportuno attivare meccanismi amministrativi simili a quelli istituiti con il progetto Sirena per la manutenzione degli edifici.
<i>Parcheggi</i>
Sulla base di quanto finora posto in essere dall’Amministrazione Comunale, nei prossimi mesi si procederà all’aggiornamento del Programma Urbano Parcheggi in armonia con il nuovo Piano Regolatore Generale, il Piano Comunale dei Trasporti, il Piano della Rete Stradale Primaria ed il Piano delle Stazioni e dei Nodi di Interscambio ed Intermodali.
L’obiettivo è il potenziamento della rete dei parcheggi di interscambio, finalizzato a limitare l’accesso delle auto al centro della città; la realizzazione di nuovi parcheggi pertinenziali per ridurre la sosta in strada delle auto dei residenti; la localizzazione e la realizzazione di parcheggi di destinazione e/o integrati a supporto dei piani di limitazione del traffico nel centro cittadino.
Contestualmente saranno completati entro l’anno 2006, 8 parcheggi di interscambio, relazione e/o destinazione per circa 2000 posti auto localizzati in Piazza Nazionale, V.le Colli Aminei, Via Montedonzelli, Stadio S.Paolo, Pianura, Piscinola e presso le aree mercatali di Via Metastasio e Chiaiano. Entro l’anno 2007 è previsto inoltre il completamento del parcheggio in Via Morelli e di un altro parcheggio al Centro Direzionale. Sono altresì in corso le procedure per la realizzazione, mediante appalto concorso, con n impegno di spesa di circa 47 milioni di euro, di 7 parcheggi pubblici di relazione ed
interscambio per un totale di circa 2100 posti auto e 150 posti bus. Tali parcheggi saranno realizzati presso le stazioni della Metropolitana di Bagnoli, Chiaiano, Cavalleggeri e Mergellina, presso lo svincolo della Tangenziale di Via Cilea, in Via A. Volta ed in Via Damiano a Capodimonte.
Infine sono stati previsti e verranno realizzati quattro parcheggi nell’ambito del PUE Bagnoli/ Coroglio, dei project financing per la realizzazione del Porto Turistico di Vigliena e per il completamento del Centro Direzionale, del Programma di Riqualificazione Urbana di Soccavo.
Per quanto riguarda la realizzazione di parcheggi pertinenziali su suolo pubblico, essa è affidata ai privati. L’Amministrazione Comunale svolge un ruolo di promozione per l’assegnazione del diritto di superficie delle aree su cui saranno realizzati i parcheggi e di controllo in corso d’opera. Infatti, al momento, l’Amministrazione Comunale ha disposto l’assegnazione di 53 aree per un totale di circa 5800 posti auto di cui è stato già presentato ed approvato il progetto definitivo per due aree (Celebrano e A. Da Salerno);
si è in attesa del progetto definitivo o di integrazioni richieste dagli uffici per nove aree; è in corso l’esame dei progetti preliminari per quattro aree e si è in attesa della presentazione degli stessi per altre trentotto aree.
Ulteriori undici aree sono in fase di assegnazione per un totale di circa novecento posti auto ed entro il 15 maggio 2006 potranno essere presentate proposte da parte di cooperative di cittadini ed imprese per l’assegnazione di nuove aree.
<i>Politica della salvaguardia ambientale</i>
La politica della salvaguardia ambientale è basata sul monitoraggio costante degli inquinanti, dei flussi veicolari e delle condizioni atmosferiche al fine di verificare in ogni zona il legame tra i livelli di inquinamento e i livelli di congestione veicolare. Questo monitoraggio ha evidenziato negli ultimi anni una forte riduzione dei livelli di inquinamento di CO, SO2 e NO2, per effetto del rinnovamento del parco veicolare, delle norme europee sui veicoli a combustione, delle politiche di controllo sullo stato dei veicoli (bollino blu) e degli impianti di riscaldamento domestico. Si assiste invece al permanere di livelli significativi di polveri sottili (PM10), delle quali è nota non solo la dipendenza dal traffico veicolare, ma anche quella dalle condizioni atmosferiche.
Le leggi comunitarie e nazionali impongono di adottare provvedimenti restrittivi della circolazione veicolare quando il numero di superamenti annuali della soglia di allarme (50 ìg) raggiunge un valore limite pari a 35. L’Amministrazione Comunale ha predisposto un piano di interventi sistematico per la restrizione settimanale della circolazione veicolare al fine di evitare che il provvedimento stesso fosse sfasato nel tempo rispetto all’innalzamento dei livelli di inquinamento. È necessario proseguire su questa strada, attivando tutte le necessarie collaborazioni con Università ed Enti di ricerca nel settore, al fine di produrre provvedimenti coerenti e diffusi su tutto il territorio urbano.
È anche necessario incentivare l’uso di veicoli ecologici .
<i>Politica della circolazione</i>
I problemi del traffico urbano non possono essere risolti una volta per tutte, ma hanno bisogno di una verifica continua, per il monitoraggio e l’adeguamento costante degli interventi effettuati. Infatti, la riduzione dei tempi di lavoro, legata alle trasformazioni della organizzazione sociale, determina nuove occasioni di spostamento nel tempo libero, non riconducibili agli schemi, classici e prevedibili, degli spostamenti casa-lavoro e casa-studio. Il risultato di questi fenomeni congiunti è un andamento del flusso veicolare che non presenta forti variazioni nell’arco della giornata, con punte di traffico talvolta presenti in orari e zone inusuali e quindi con forti difficoltà organizzative e logistiche per il lavoro di gestione e controllo del territorio svolto dal Corpo di Polizia Municipale.
Le cause di crisi del sistema sono varie (strutturali e/o episodiche, prevedibili e/o aleatorie) e il loro continuo sopraggiungere determina un carattere estremamente dinamico del sistema di traffico urbano, con una perturbazione continua che richiede un continuo monitoraggio dello stato della rete, volto ad individuare nuovi eventuali punti di crisi e/o verificare lo stato degli interventi già effettuati.
La politica della circolazione ha curato in questi anni la predisposizione di dispositivi di circolazione, zone a traffico limitato ed aree pedonali, funzionali a definire una gerarchia di rete basata su una rete primaria, sulla quale si spostano flussi di lunga percorrenza interbacino, una rete secondaria, volta ad assicurare gli spostamenti intrabacino d una rete locale sulla quale i flussi veicolari sono molto bassi, costituto sostanzialmente da residenti.
Ciò ha determinato una riduzione dei volumi di traffico in ingresso nel bacino centrale, ma essi appaiono ancora rilevanti (150.000 veicoli al giorno) e non compatibili con gli obiettivi definiti per la salvaguardia ambientale e la protezione dei luoghi caratterizzati da un rilevante patrimonio storico-monumentale e/o turistico-commerciale. È necessario uindi rafforzare la politica intrapresa, ampliando e proteggendo le zone a traffico limitato e le aree pedonali esistenti, in particolare nel centro (Toledo e Chiaia) e istituendone altre nei bacini esterni al centro con vocazioni simili, avendo cura di garantire la necessaria dotazione di posti auto per la sosta.
Inoltre è necessario definire dispositivi di circolazione a scala urbana volti a evitare l’attraversamento del centro urbano e a favorire l’uso del sistema autostradale urbano. Gli attuali livelli di flusso sulla Tangenziale ovest-est della città sono rilevanti (260.000 passaggi/giorno), ma è ancora possibile, in particolari orari, un incremento del traffico giornaliero. È in corso di completamento l’ampliamento della stazione di Corso Malta che consentirà di evitare la coda che attualmente si verifica sul tratto terminale della
Tangenziale, ma a questo scopo è anche necessario pensare allo spostamento della stazione terminale di Capodichino in un sito che sia oltre gli ultimi svincoli urbani di Doganella e Capodichino.
In prospettiva appare decisivo definire un secondo percorso tangenziale, più esterno di quello attuale, sfruttando la rete di autostrade urbane presenti nell’area metropolitana.
Lo spostamento dei flussi di attraversamento consentirà di decongestionare la Tangenziale attuale, che potrà in questo modo essere utilizzata per spostamenti che ora utilizzano le strade urbane.