Franco Malvano
23 May, 2006
Mobilità
La città di Napoli soffre costituzionalmente, per effetto della peculiare orografia del
territorio e dimensione delle strade, di endemici problemi legati al traffico ed alla mobilità
che incidono in misura determinante sulla qualità della vita e sulla produttività.
L’aumento della popolazione, la caratterizzazione di un unicum urbano tra centro e periferie,
l’incremento delle funzioni direzionali e la centralità degli uffici amministrativi, ha
assoggettato la città ad una pressione sempre maggiore sui sistemi di trasporto ai diversi
livelli.
Le dotazioni infrastrutturali di remota realizzazione sono quindi risultate ben presto
insufficienti al soddisfacimento della domanda di trasporto, assoggettando la popolazione
ad una condizione di invivibilità diffusa ed alla creazione di una giungla stradale che è
diventata elemento caratterizzante della città nella memoria dei visitatori alla stregua dei
romantici sentimenti che suscitava il Grand Tour.
Gli ultimi interventi infrastrutturali completati, che hanno ridotto la pressione sulla città,
sono riconducibili alla realizzazione della tangenziale che ha costituito, 40 anni or sono, una
risposta alle sollecitazioni prodotte dalle pressioni che, in virtù del ruolo “direzionale” nella
gerarchia urbana dell’intera regione, la città subiva.
Dopo aver praticato una serie di interventi sconnessi mediante l’utilizzo di enormi
“finanziamenti pubblici adoperati per costruire opere al di fuori di qualsiasi sistema”, nel
1997 l’Amministrazione comunale ha preso coscienza dell’emergenza, realizzando un
organico piano dei trasporti che avrebbe dovuto liberare i napoletani dalla morsa del
traffico, mediante la proposizione di “un piano di sistema e non un piano di infrastrutture”
che integrando i diversi sistemi di trasporto (su ferro e su gomma) interconnessi nei diversi
nodi di interscambio, avrebbe dovuto consentire “un uso del sistema complessivo senza
soluzioni di continuità”
Il Piano Operativo dei Trasporti sulla base della proposizione di un sistema integrato si
proponeva di “mettere in rete l’esistente, consentendo - con spese relativamente modeste - di
ottenere un enorme valore aggiunto, in quanto solo attraverso una rete interconnessa di
trasporto pubblico si può avere la ottimizzazione degli investimenti nonché dell’uso del
sistema” e prevedeva “scelte di piano di brevissimo periodo, che consentissero di iniziare a
godere dei benefici delle scelte in tempi ragionevoli”.
Ad oggi, dopo circa 10 anni, nonostante il cronoprogramma di progetto, si denuncia
l’assoluto caos che avvolge l’intero ambito della mobilità napoletana o meglio
dell’”immobilità” dovuta al crescente traffico cittadino e periferico. Sono rimaste irrisolte le
problematiche dei nodi di interscambio e la connessa politica dei parcheggi, la città è stata
invasa da una serie di cantieri che hanno ostruito contemporaneamente i centri nevralgici di
traffico mettendo in ginocchio in molti casi le attività commerciali.
A fronte di ingenti investimenti (Metropolitana) spesi in maniera programmata ed in
variante rispetto ai progetti (scavi archeologici di Piazza Municipio ecc.) è stata
assolutamente trascurata la politica della mobilità comune e capillare producendo una
situazione di paralisi insostenibile ed al limite delle caratteristiche di una società civile.
Inutile soffermarsi sulle patologie delle strade, dell’organizzazione del sistema degli autobus,
dell’invasione delle corsie preferenziali, dei costi dei parcheggi direzionali, dell’insostenibile
carico economico che grava sulla popolazione media nte il sistema di strisce blu ed
autorimesse, della manutenzione delle strade e di quanto altro soffre in maniera terminale la
città di tutti i giorni.
Al Piano Operativo dei Trasporti si riconosce una validità di impostazione e programmatica,
ritenendo ovviamente di dover dare continuità all’azione di sviluppo imponendo un
coordinamento tra i vari sistemi e considerando al contempo l’assoluta necessità di mitigare
l’impatto degli interventi sulla città e di trovare risoluzione alle patologie prodotte dal lungo
periodo di trascuratezza dei problemi comuni.
3.1 Viabilità e traffico
Napoli è stata da sempre caratterizzata da una concentrazione, all’interno del centro cittadino
di molteplici funzioni: professioni, commercio, terziario avanzato, artigianato, ecc..; attività
che necessitano di un’agevole mobilità privata.
Pertanto il programma del futuro governo della città prevede di mettere in pratica nuovi
orientamenti culturali e nuove strategie di intervento, fondate su un approccio non di
contrapposizione ma di coordinamento tra le diverse modalità, favorendone la
compatibilità con il sistema territoriale e le esigenze dei cittadini.
A tal fine si istituirà un tavolo di concertazione e coordinamento per i sistemi di trasporti
che consenta il raggiungimento degli obiettivi primari: il potenziamento delle reti e dei
servizi di trasporto pubblico su ferro e su gomma, la loro integrazione fisica e funzionale
attraverso i nodi di scambio, non come sistema alternativo e contrapposto all’autovettura
privata.
Un sistema collettivo di qualità, caratterizzato da elevati livelli di accessibilità, affidabilità e
comfort tale da:
- rendere la scelta modale realmente libera e non forzosamente orientata all’uso
indiscriminato dell’auto per mancanza di concrete e praticabili alternative
- consentire ad ogni cittadino di organizzare la catena dei propri spostamenti nella maniera
più efficiente e più efficace sia rispetto alle esigenze specifiche di ciascuno sia alla economia
della mobilità nel suo complesso.
Lo sviluppo del sistema di mobilità sarà attuato anche con interventi di grande valenza
funzionale: realizzazione di gallerie, sottopassi e parcheggi, che consentiranno di
decongestionare i grandi nodi della viabilità cittadina (passante sotterraneo di Piazza
Plebiscito con parcheggio interrato) e migliorare la vivibilità di aree ad alto interesse
ambientale e turistico quali Mergellina, Villa Pignatelli, ecc.
Per quanto attiene la mobilità pedonale si ritiene di dover intervenire anche mediante la
ridistribuzione funzionale degli spazi nelle immense piazze deserte che l’Amministrazione di
sinistra, sullo schema sovietico, ha voluto riproporre all’interno della città; un esempio per
tutti Piazza Dante dove gli spazi liberi risultano di molto fuori scala sia rispetto agli ambiti
urbani sia rispetto alle reali esigenze cittadine.
Per perseguire questo obiettivo è oggi chiara la necessità di dover lavorare su più fronti
contemporaneamente, organizzando temporalmente e funzionalmente le scelte in modo da
potenziarne il risultato complessivo.
Il raggiungimento di una condizione di normalità e di legalità della circolazione, la
protezione delle corsie preferenziali (realizzando un sistema di telesorveglianza), la
riduzione delle tariffe dei parcheggi pubblici , la formazione e l’implementazione della
Polizia Urbana, il confronto con i rappresentanti di categoria (ascom, consumatori,
tassisti……) per rendere lo sviluppo aderente alle esigenze degli addetti ai lavori e degli
utenti, sono gli obiettivi da raggiungere immediatamente.
3.2 Parcheggi
Prioritaria appare la soluzione dei problemi riguardanti il traffico, la circolazione e la sosta,
atteso che la congestione del traffico reca danni gravissimi, sia per le inevitabili
diseconomie che ne derivano, sia per gli alti t assi d’inquinamento atmosferico e acustico.
Se è vero quanto afferma il vicesindaco Papa (“la sosta mette in moto la città”) si può
concludere che la città è ferma proprio per l’assoluta carenza di parcheggi, laddove si
rammenti che il fabbisogno di sosta, secondo la stima dello stesso Comune riportata nella
relazione del Programma Urbano Parcheggi (Pup) è di 832.169, anche se più realisticamente,
secondo l’Automobile Club di Napoli, è di 514.000. Purtroppo dobbiamo amaramente
affermare che a diciassette anni dalla Legge Tognoli, che reca la data del 24.3.1989, e a
quasi sette anni dall’approvazione del Pup (22.9.1999) siamo ancora all’anno zero.
Ad oggi l’ulteriore sviluppo della città ha notevolmente incrementato il fabbisogno
cittadino, mentre non risulta ci sia stata alcuna realizzazione degna di nota da parte
dell’amministrazione se non la tanto declamata conclusione del parcheggio di Piazza
Nazionale, finanziato con fondi della ex 219, dopo oltre un decennio di fermo cantiere.
Nonostante le stime effettuate, il piano dei parcheggi è rimasto completamente inattuato; se
pure la legislazione ha ulteriormente favorito sia gli interventi pubblici sia quelli privati
destinati alla realizzazione delle strutture.
Attualmente i cittadini napoletani sono ostaggio della carenza di posti auto e sono
sottoposti ad una forte pressione economica caratterizzata dai costi delle autorimesse
private e dell’elevato costo del parcheggio pubblico non custodito (strisce blu). Paradossale è
la condizione del Centro Direzionale dove ancora si assiste all’incredibile fenomeno dei
parcheggi vuoti e dell’ingombro selvaggio dei marciapiedi esterni.
L’inefficienza dell’Amministrazione a realizzare i parcheggi è doppiamente pagata dai
cittadini che devono patire il traffico e sostenerne i costi che in assenza di offerta sono
sproporzionati rispetto al servizio fornito, laddove non si incorra (ed è facile e frequente)
nell’addebito per infrazione.
Il programma del futuro Governo della Città, ribadendo di voler fortemente rinnegare il
pregiudizio ideologico contrario alla realizzazione dei parcheggi in quanto ritenuti attrattori
di traffico, è consapevole del ruolo strategico dei parcheggi stessi per il raggiungimento di
un normale livello di qualità urbana. Pertanto in un rinnovato impegno per la mobilità
urbana, bisognerà assumere una “delibera - quadro” confermando la volontà politica di
riconoscere il ruolo prioritario che i parcheggi sono in grado di svolgere, riavviando un
processo di gestione politica e di riorganizzazione delle strutture comunali ponendo a
disposizione di esse tecnici qualificati ed in numero adeguato.
Coerentemente occorrerà riconfermare l’obiettivo di avviare con urgenza la realizzazione di
tutte le tipologie di parcheggi per l’integrazione funzionale che possono assicurare:
parcheggi pubblici su area pubblica; parcheggi privati su area pubblica; parcheggi privati su
area privata.
Occorre prendere realisticamente atto che il PUP, per produrre risultati positivi, richiede un
indispensabile assestamento della pressione amministrativa ed autorizzativa che ne paralizza
la funzionalità, come emerso dall’esperienza registrata negli ultimi anni.
Pertanto a fronte di quanto osservato la C.d.L. prevede di:
· Concentrare le competenze in materia di mobilità urbana, attualmente distribuite
fra una pluralità di Assessorati (Traffico, Protezione Civile e Difesa del Suolo,
Edilizia, Manutenzione Stradale) con evidenti diseconomie organizzative e di
coordinamento, in un unico Assessorato favorendo l’azione dell’Amministrazione in
termini di efficienza, di organicità e coordinamento delle molteplici attività nelle
quali si articola la complessa materia.
· Organizzare un piano di urgenza per i parcheggi da attuare in tempi rapidi e da
valere comunque fino a quando il PUP, con gli aggiustamenti necessari, non sarà
concretamente attuabile.
· Aggiornare le rinnovate esigenze mediante una ricognizione preliminare dei
segmenti della città che presentino condizioni di particolare congestione del traffico e
nei quali siano disponibili aree pubbliche o di proprietà di Enti pubblici per
realizzarvi impianti di parcheggio o con risorse pubbliche o, in alternativa, con
capitali privati attraverso il sistema della finanza di progetto.
· Favorire la realizzazione dei parcheggi previsti nel piano dei trasporti ed altri
pertinenziali, stimolando le sinergie con i privati, semplificando le procedure e
favorendone la gestione secondo le procedure del project financing. La risorsa
sottosuolo, opportunamente indagato, riveste in tale ambito un ruolo fondamentale
per la formazione della dotazione di posti auto.
· Riorganizzare il sistema dei parcheggi su strada al fine di ridurre i costi della sosta
nelle aree a pagamento (strisce blu), ottimizzando la gestione delle società
affidatarie.
In sintesi l’obiettivo proposto attiene il raggiungimento di una dotazione di posti auto che
equilibri il fabbisogno della popolazione, favorendo la riduzione delle auto posteggiate a
bordo strada e quindi lo snellimento del traffico cittadino che si gioverebbe di sedi stradali
più ampie. La partecipazione semplificata del capitale privato consente di prevedere una
rapida esecutività del piano.
3.3 Trasporti Pubblici
Il sistema di trasporti pubblici, sebbene non integrato e lontano dalla configurazione finale
definita nel piano operativo, presenta delle potenzialità che se sfruttate ed inquadrate in una
politica di sviluppo mirata a rendere il servizio aderente alle esigenze della popolazione,
può assolvere alla funzione transitoria di soddisfacimento della domanda di mobilità sul
territorio metropolitano.
Le attività previste per il soddisfacimento delle attese devono riguardare:
· L’implementazione del servizio (frequenza delle corse ed estensione dell’orario di
servizio delle metropolitane – cumana – circumflegrea – funicolari e autobus)
favorito dal controllo del territorio che consenta di poter rinunciare all’autovettura
anche per i rientri notturni
· Una seria politica di sviluppo che non si limiti alla esclusiva proposizione di un
biglietto unico integrato, che costa alla collettività ogni anno circa 20 milioni di Euro
e contribuisce a mantenere in piedi un sistema forzatamente sussidiato, ma che
riduca le perdite economiche ed aumenti il controllo sviluppando le società di
gestione.
· La garanzia di migliori condizioni di lavoro del personale ottenuto con il
miglioramento della sicurezza cittadina.
· L’ agevolazione per le fasce sociali deboli e per gli anziani
· L’eliminazione della barriere architettoniche da tutti gli impianti e dalle vetture dei
treni oltre che la modifica delle nuove pensiline stradali che impediscono
irrimediabilmente sia l’accesso al servizio di trasporto sia la percorribilità dei
marciapiedi.
· Lo sviluppo e l’implementazione dei mezzi di trasporto a trazione mista ed elettrica
per la copertura del centro storico.
· La creazione di un centro servizi presso l’assessorato di competenza per le
segnalazioni delle disfunzioni e dei disagi.
Per quanto attiene l’aeroporto di Capodichino, si propone una politica di integrazione e
sviluppo con il costruendo aeroporto di Grazzanise, sullo schema della realtà milanese
(Malpensa – Linate), favorendo la connessione delle strutture con i maggiori poli del
commercio, del trasporto e del turismo. Contestualmente si attueranno politiche di controllo
delle rotte aeree sulla città e la mitigazione dei fattori di impatto ambientale.
In definitiva si propone un sistema di sviluppo della mobilità sul territorio metropolitano che
persegua l’azione di dotazione infrastrutturale sistemica, risolvendo contestualmente le
critici tà del traffico quotidiano mediante interventi mirati allo sviluppo della mobilità
comune e capillare ed alla dotazione di parcheggi comunali e privati.
(*) Il testo in corsivo è tratto dal
PIANO COMUNALE dei TRASPORTI ( approvato dal Cons. Comunale il 18 marzo 1997 Del. nn. 90 e 91)
3.4 Manutenzione stradale
L’impianto stradale della città di Napoli, che si estende per una lunghezza complessiva di
circa 1100 Km e si sviluppa su di un area di viabilità principale pari a 3.200.000 mq., ai quali
si aggiungono i 400.000 mq destinati ai marciapiedi, evidenzia quindi un’importante
infrastruttura a rete. (fonte Arpa)
Le strade del centro, costruite in epoche oramai remote e bloccate nel tessuto urbano, sono
state assoggettate a sempre maggiori carichi senza che si sia mai provveduto a intervenire
strutturalmente su di esse, nè sia stato impostato un progetto di manutenzione programmata
che consentisse di mantenere efficiente il livello prestazionale del servizio.
Le pavimentazioni stradali hanno quindi subito un incontrollabile degrado favorito dalla
totale incuria delle Amministrazioni competenti che sono intervenute sporadicamente ed a
guasto avvenuto.
Gli interventi praticati attengono generalmente la chiusura dei dissesti superficiali mediante
interventi impropri e spesso ulteriormente dannosi in quanto praticati senza cognizione di
causa. Basti pensare agli sprofondamenti, fronteggiati con i riempimenti di conglomerati
cementizi o bituminosi che, sebbene abbiano consentito il temporaneo livellamento, hanno
solo aggravato le condizioni delle fondazioni gia danneggiate dai cedimenti e dai
sovraccarichi, riproponendo il fenomeno tal quale solo dopo poco tempo.
La filosofia di intervento attuata ha ridotto le sedi stradali ad un insieme di rappezzi
intervallati da pochi tratti continui, laddove non sia intervenuta la predisposizione di impianti
a rete che hanno tracciato profonde cicatrici e che si sviluppano tra il sistema di chiusini
spesso soprelevati rispetto al manto stradale.
La condotta indiscriminata a danno della cittadinanza ha prodotto una situazione al limite
del collasso, per cui l’Amministrazione Iervolino ha individuato quale unico rimedio
l’esternalizzazione del servizio in forma di Global Service scaricandosi del problema e
provando a far gravare ulteriormente sulle spese dei cittadini il risultato scontato di una
folle gestione.
Il lungimirante obiettivo di efficienza ha, anche in questo caso, condotto gli amministratori a
trascurare le normali esigenze quotidiane e capillari di sicurezza delle strade e di
incolumità dei cittadini.
In virtù della denunciata impossibilità di controllare le lavorazioni di manutenzione
stradale(?), l’Amministrazione intravede come unica soluzione l’affidamento a terzi del
problema globale; nelle more dell’affidamento, improbabile per l’impegno di spesa previsto,
per le motivazioni e per la tempistica proposta a fine legislatura, i napoletani sono costretti
a rischiare la vita nel percorrere strade più simili a piste di moto cross che a percorsi urbani.
E’ addirittura inutile soffermarsi sulla descrizione delle situazione di degrado delle sedi
stradali, essendo queste talmente distrutte che si dovrebbe raccontare di un paese
nell’immediato dopoguerra dove gli unici affari li fanno i gommisti.
Il danno economico prodotto è incommensurabile atteso l’enorme incidenza
sull’economia di scala. Oltre il rischio fisico dei cittadini, si consideri l’usura delle
autovetture, che incide particolarmente sulle categorie per cui l’auto è lo strumento di
reddito (tassisti, rappresentanti, camionisti…..), l’usura del parco delle macchine pubbliche
e degli Autobus del Comune stesso, l’incremento del traffico, i risarcimenti dei danni ai
privati ed il costo dei contenziosi…….
L’Amministrazione è completamente allo sbando ed ha perso di mano la gestione della
rete viaria, favorendo un buco nero di fondi che se diversamente impiegati sicuramente
riuscirebbero a sanare diverse tratte stradali.
A solo titolo di esempio si riportano due dati che si preferisce non commentare,
consigliando però ai cittadini di leggere il testo integrale della relazione che motiva la
delibera di Giunta Comunale del 24 Marzo 2006 circa il concetto di Global Service:
· Da uno studio dell’ARPA risulta che per il risarcimento dei danni dovuti alla
condizione disastrata delle strade, il Comune corrisponde da cinque anni circa
1.000.000,00 €/anno. Per far fronte a questa evenienza il Comune di Napoli ha
stipulato una polizza assicurativa dal costo di 3.000.000,00 €/anno (??????). La sola
differenza tra la copertura assicurativa e le spese per i danni provocati
(10.000.000,00€ in cinque anni) avrebbero consentito di risanare le arterie principali
di traffico (!)
· Sempre dallo stesso studio si afferma che il ricorso ai tradizionali appalti di
manutenzione non risulta efficace perché, trattandosi di interventi sconnessi e privi
di impianti progettuali di ampio respiro, la modalità di affidamento al massimo
ribasso, inficia la qualità del lavoro (?????). Pertanto si individua la soluzione al
problema affidando la manutenzione integrata al sistema misto pubblico – privato,
dove al primo è demandato il livello decisionale e di controllo ed al privato il ruolo
esecutivo (?).
La C.d.L., ritenendo che la dotazione infrastrutturale stradale è indispensabile per una
società civile proiettata nel XXI secolo e che non è pensabile sottoporre la cittadinanza al
rischio dell’incolumità personale oltre che assoggettarla al costo indotto dalla percorrenza
delle strade cittadine, vuole garantire il diritto alla salute ed alla libera circolazione.
Pertanto, considerato che allo stato attuale le condizioni di degrado delle sedi stradali sono
allo stato limite dell’impercorribilità, si prevede nel programma di Governo della Città di
mettere come primario obiettivo da raggiungere in tempi brevissimi:
La sistemazione delle sedi stradali mediante interventi di immediata efficacia che
consentano di migliorare l’assetto delle sedi stradali nelle more della definizione di un
piano strategico di interventi strutturarli che, seguendo un criterio di programmazione e
coordinamento, consenta di raggiungere una condizione di normalità, da cui sarà possibile
partire per l’elaborazione di piani integrati di manutenzione, servizi e gestione.
In sintesi il futuro Governo della Città si pone come obiettivo di brevissimo termine, il
raggiungimento del livello di praticabilità delle strade, mediante interventi puntuali di
immediata efficacia che consentano di garantire una normale qualità della vita;
contestualmente si provvederà alla redazione di un piano di manutenzione strutturale e
programmata dell’intero impianto stradale che consenta di raggiungere i nuovi livelli
di servizio delle strade in funzione dell’analisi dei nuovi carichi incidenti sulle strutture.
Gestione rifiuti
I risultati della gestione dei rifiuti condotta dalle precedenti amministrazioni è sotto gli occhi
di tutti. Non solo si è rivelata la peggiore possibile anche se paragonata a standard non
europei, ma si è spinta fino all’offesa della dignità stessa della Città, ormai inesorabilmente
associata ad un’immagine di cumuli di immondizia, frutto di una politica demagogica che ha
anche l’impudenza di sventolare la bandiera ecologista!
Il problema si è manifestato in tutte le sue fasi:
· l’organizzazione della raccolta e della pulizia delle strade è carente sotto ogni
aspetto, dalla semplice funzione di spazzamento alla organizzazione dei cestini per i
rifiuti;
· la raccolta differenziata non è stata mai seriamente avviata ed il risultato è che oggi
Napoli rappresenta il fanalino di coda in quanto a frazione di rifiuti differenziati;
· Il costo dello smaltimento è il più alto in Italia grazie alla politica condotta
congiuntamente con la Regione che prevede lo smaltimento oltre frontiera!
Se allo spropositato costo diretto di tale pessimo servizio si aggiunge il costo per la Città
in termini di ricaduta di immagine e danni all’industria del turismo, si può ben
valutare quanto disastrosa sia la gestione dei rifiuti a Napoli.
Noi siamo convinti sostenitori che il ciclo dei rifiuti debba concludersi, con la valorizzazione
degli stessi, nell’ambito della Regione e non risparmieremo energie affinché vengano
realizzati gli impianti di termovalorizzazione secondo il piano approvato.
Per quanto di competenza esclusiva del Comune, affinché venga definitivamente risolto
il problema ci impegniamo a:
- effettuare un efficiente servizio di raccolta e spazzamento sia manuale che
meccanizzato, anche con una differente rimodulazione degli orari per le aree
maggiormente interessate dai flussi turistici;
- avviare e portare a regime la raccolta differenziata, coinvolgendo le singole
Municipalità a partecipare al processo decisionale relativo all’individuazione
delle modalità della raccolta stessa;
- riconoscere fattori premianti (tipo riduzione TARSU) per quelle Municipalità
che abbiano conseguito risultati positivi nella differenziazione del rifiuto;
- utilizzare per la raccolta differenziata i lavoratori assunti a tale scopo dal
Commissariato e sinora rimasti largamente inutilizzati;
- coinvolgere gli imprenditori per gli aspetti relativi alla collocazione sul mercato
del materiale differenziato da riutilizzare;
- avvalersi delle migliori, ed ormai mature, esperienze nazionali ed europee
ispirate sempre più alle esigenze del sistema industriale dell’intera regione e dei
cittadini;
- applicare la norma che impone a tutte le pubbliche amministrazioni di
comprare non meno del 30% dei beni attingendo alla filiera del riuso:
intelligente abitudine che consente, senza costi aggiuntivi, di incentivare il
mercato delle materie riciclate e di alimentare così un’economia crescente e
moderna che, con adeguate tecnologie, può favorire l’interesse da parte dei
giovani nei confronti di una realtà imprenditoriale ricca di potenzialità ma
ancora poco sfruttata.
La gestione dei rifiuti come fonte di occupazione e di reddito.
Momento centrale della gestione integrata dei rifiuti è la raccolta differenziata. Non
basta, tuttavia, conseguire un risultato solo quantitativo; occorre una differenziazione di
qualità. La qualità no n può che essere modellata seguendo le esigenze del mercato, per
far sì che si giunga al recupero di prodotti cui corrisponda una domanda.
Per raggiungere questo risultato - di qualità - occorre:
a) coinvolgere gli imprenditori, offrendo loro le condizioni e gli strumenti perché
partecipino alla programmazione economica della raccolta differenziata;
b) trasformare la raccolta dei rifiuti in un vero e proprio ciclo produttivo, con
lavoratori addetti e con un proprio fatturato.
Per una Napoli pulita, ma anche un po’ più ricca grazie anche alla filiera dei rifiuti!
Politica Energetica
La crisi energetica mondiale sottopone la popolazione a fortissime pressioni che incidono sia
sull’economia sia sull’ambiente. Lo sviluppo di una corretta politica energetica da parte
dell’amministrazione comunale ha quindi un impatto sostanziale sulla qualità della vita
cittadina.
Il Comune deve esercitare un’azione di auto dotazione di impianti a basso impatto energetico
ed impostare una campagna di comunicazione che sensibilizzi al contenimento, risparmio ed
utilizzo delle fonti di energia tradizionale, proponendo incentivi ed agevolazioni per coloro
che trasformino gli impianti esistenti o istallino nuovi impianti di energia alternativa