Dieci multe ai ribelli di via Netro
Nel Quartiere Campidoglio la Raccolta differenziata va avanti da due anni tra le polemiche - da La Stampa del 07.06.2006
07 June, 2006
I rifiuti che getti oggi, finiscono nel futuro di tuo figlio» dice una campagna tv. Per evitarlo è arrivata la raccolta differenziata. Un concetto semplice, ma così difficile da far digerire. All’inizio furono le «campane» per il vetro e la plastica accanto ai bidoni di raccolta carta: scendevi con un paio di borse e le svuotavi lì. Non bastava per raggiungere gli obiettivi del decreto Ronchi. Così si pensò di responsabilizzare i cittadini con l’infallibile metodo del «chi sbaglia paga», e giù valanghe di sanzioni. L’ultimo nato è il «porta a porta». Della serie: i bidoni li portiamo noi, li conservi tu (contribuente) nel tuo cortile e ne rispondi in caso di incendio o danni. Sembra facile. Invece ogni volta che i bidoni devono essere svuotati vanno portati in strada e riportati al loro posto, non prima d’averli divisi tra vetro, plastica, carta, rifiuti organici, lattine. Guai a mescolare: scatta la multa per il responsabile e il palazzo in cui vive. E in cambio?
«In cambio di tutti questi obblighi non si ottiene nulla», tuona Pietro Rezzin e mostra una decina di multe. Quelle che il suo condominio, in via Netro 17, si è beccato per aver rifiutato i bidoni e averli spostati in strada, dove sono rimasti per settimane. Cento euro a multa (più 18 euro tra bolli e notifiche) per occupazione di suolo pubblico. I morosi non vogliono pagare e hanno rovesciato i bidoni in cortile.
«Qui a Campidoglio il “porta a porta” è cominciato in sordina», continua Rezzin. «Era il luglio di 2 anni fa, la maggior parte della gente stava in vacanza. Il “porta a porta” ce lo siamo trovato al ritorno dal mare. Allora, per indorare la pillola, Comune ed Amiat promisero che in cambio avrebbero ridotto la tassa rifiuti. Guardi il bollettino di 2 anni fa e quello di quest’anno. La cifra è diminuita?» Macché, è aumentata.
Da corso Tassoni in piazza Risorgimento. Un punto strategico per capire i limiti del sistema perchè segna il confine: di qua la raccolta porta a porta, di là il vecchio metodo dei cassonetti. Ma se provi a sollevare qualche coperchio qua e là ti accorgi che i bidoncini «ultima serie», con tanto di prese d’aria e filtro anti-puzza al carbone, sono mezzi vuoti.
Secondo Rezzin il “porta a porta” qui non è piaciuto: «La gente, invece di mettere fuori i bidoncini, preferisce tenerli vuoti in cortile, fa due passi in più e getta tutto nei soliti, vecchi cassonetti. Senza rischiare multe. E poi andare su e giù con tutti quei bidoni dal cortile alla strada è una perdita di tempo infinita, bisognerebbe fare solo quello di mestiere».
Qui, come in altri quartieri, la tabella è serrata: lunedì raccolta dell’indifferenziato, martedì organico e carta, mercoledì plastica, giovedì di nuovo indifferenziato, venerdì organico, sabato vetro e lattine. Bisognerebbe fare solo quello di mestiere. E invece? La gente lavora ed è costretta ad ingaggiare un’impresa ad hoc.
«E noi paghiamo» aggiunge Rezzin. «La stessa cooperativa che ha studiato la fattibilità per il collocamento dei bidoni, si è proposta per il servizio. Il preventivo più basso è stato di 1,20 euro per ogni cassonetto». Ossia: sei giorni di lavoro per un paio di bidoni di ogni tipo fanno 2,40 euro al giorno, che moltiplicati per 52 settimane aumentano di 748,80 euro la spesa annua del condominio.
Camminando per le strade di Campidoglio, si scopre poi che il criterio dei bidoni nei cortili crea paradossi: chi non ha spazio è esonerato. I bidoni stazionano 24 ore su 24 in strada, dove chiunque può gettare di tutto, vanificando lo sforzo della collettività. Oltre al danno, nota Rezzin, la beffa: «Pare che vogliano istituire degli ispettori per controllare a campione il contenuto dei bidoncini. Ma con quale criterio eleveranno le multe negli stabili autorizzati a lasciare i rifiuti in strada? E poi c’è il discorso dell’igiene che è decisamente peggiorata, perché la frequenza di passaggi della raccolta è diminuita».
Basta fare un salto al mercato di corso Svizzera, che produce una quantità di rifiuti pari ad una decina di stabili, per scoprire che qui non esiste raccolta differenziata. Tutto finisce negli stessi bidoni e Rezzin non sa spiegarselo: «Dicono che la divisione viene poi fatta in discarica. Ma allora perché i mercati sì e i privati no? A molti pare una presa in giro. Spendiamo di più di altri quartieri ma per cosa? Un cretino che passa e getta il suo sacchetto “organico” nel nostro bidoncino del vetro ci mette pure a rischio multa». Chissà, magari a incentivare questi cittadini anziché punirli se ne farebbero ecologisti doc.