E alla fine vince l´immobilismo
La lotta allo smog e la memoria corta della Provincia da La Repubblica del 22.07.2006
24 July, 2006
PAOLO HUTTER
Nei giorni del caldo record e dell´ozono da allarme, si polemizza sullo stop ai non catalizzati previsto dalla Regione Piemonte e in questi ultimi due giorni a capeggiare l´opposizione pare sia la stessa Provincia di Torino. Quella che l´anno scorso promuoveva le targhe alterne al mercoledì e al giovedì, fino a quando l´opposizione di Chiamparino da un lato e la freddezza della Regione dall´altro, non le hanno fatte cadere. Adesso la Provincia, trascinata da una mozione presentata dal capogruppo Ds, dichiara all´unanimità : «Che tali veicoli (non kat) rappresentano nella Provincia di Torino una percentuale inferiore al 15%.Che i possessori di tali veicoli ricadono verosimilmente nelle fasce più deboli della popolazione che trovano difficoltà a rinnovare il proprio mezzo anche con gli incentivi promessi alla rottamazione. Che tali veicoli rappresentano comunque una fascia del parco circolante con medie di percorrenza limitate. Che quindi la limitazione riguardante questi veicoli non conseguirebbe alcun risultato sul miglioramento dei parametri di inquinamento atmosferico, rappresentando solamente un insostenibile dispendio di risorse senza significativi risultati».
Di questo passo la Provincia di Torino potrebbe diventare punto di riferimento nazionale dei veicoli non catalizzati che sistematicamente vengono bloccati in quasi tutte le aree metropolitane e le regioni, senza che quasi nessuno se ne faccia paladino istituzionale. Ma era stata la stessa Provincia di Torino (a presidenza Bresso) a stabilire nel suo piano del 2003 quanto segue: «Dal 1 ottobre 2005 sarà fermata la circolazione di tutti i veicoli non ecologici, anche merci, dalle 7,30 alle 19». Il divieto valido per tutta la area metropolitana torinese e per qualche altro centro giudicato più inquinato sarebbe scattato progressivamente, partendo dai mercoledì e giovedì di stop già in vigore nel 2003. Quello stesso piano prevedeva anche che nel giro di due anni i comuni dovessero istituire zone a traffico limitato pari al 2°% della lunghezza delle vie. Non se ne è fatto quasi nulla.
La storia di questi anni è contorta, è un gioco di rimbalzi, di nascondino, di porte girevoli in cui è facile che si costruiscano alleanze anche trasversali per smontare un provvedimento antismog e rappresentare la protesta degli automobilisti, ed è difficile invece che una coalizione tenga ferma la barra anche quando ha oltre il 60% dei consensi e potrebbe rischiarne un po´ pur di far qualcosa di buono. In questi giorni la cosa appare così: la Provincia faceva le targhe alterne, misura con una sua discreta efficacia, il Comune capoluogo e anche un po´ la Regione gliele hanno smontate, ora la Regione promuove un grande blocco dei non catalizzati e la Provincia glielo smonta. In tutti e due i casi la apparentemente saggia considerazione che il provvedimento "non basta" diventa l´alibi per non fare neanche quel poco.
Eppure siamo talmente lontani dai livelli di legge, talmente pieni di smog, che ci sarebbe necessità di fare un po´ di tutto: blocco dei non catalizzati e targhe alterne, Ztl e filtri antiparticolato, promozione della bici e dei mezzi pubblici e magari anche di ticket come a Milano. Ci sarebbe soprattutto bisogno di un dibattito più franco magari conflittuale ma senza offrire le beghe istituzionali come copertura all´immobilismo.