New Delhi capitale del mondo dei rifiuti elettronici
Ogni giorno dismessi 900 pc e 3500 televisori
04 August, 2006
New Delhi sta diventando la capitale mondiale del riciclo non controllato di apparecchiature elettroniche dismesse. Secondo uno studio condotto dalla NGO ''Toxic Link'', ogni giorno nella capitale indiana vengono dismessi circa 900 computer e 3500 televisori, che vengono smontati completamente per recuperare alcune parti riutilizzabili. Quello che non viene utilizzato ammonta a circa 10000 tonnellate di rifiuti all'anno, anche se gli esperti sono sicuri che la cifra sia maggiore. ''La sola citta' di Delhi - spiega Ravi Agarwal, portavoce della NGO - raccoglie circa il 70% della spazzatura elettronica generata nel mondo sviluppato. In termini di produzione totale interna o portata da fuori per il riciclo, la quantita' nella capitale indiana e' dai 10.000 alle 14.000 tonnellate per anno. Nel 2012, diventeranno anche piu' di 20.000 tonnellate annue. L'industria di distruzione e riciclo impiega direttamente circa 15.000 persone''. Ma in questo conto non vengono sommati i rifiuti provenienti dalla dismissione dei telefoni cellulari, il cui mercato nel Paese e' in forte espansione e che quindi porterebbero le dimensioni della ''spazzatura elettronica'' ad aumentare maggiormente. Secondo lo studio, in India esisterebbe un vero e proprio hub organizzato per questo tipo di spazzatura. Gli apparecchi dismessi vengono acquistati e importati a Mumbai (ex Bombay) e a Chennai (ex Madras) per poi essere trasferiti a Delhi dove vengono smantellati. La capitale indiana, infatti, e' un grosso centro per il commercio del vetro e della plastica in tutto l'est asiatico. Ma la cosa comporta anche non pochi problemi, visto che lo smontaggio e la divisione dei pezzi elettronici vengono fatti seguendo solo il criterio della possibile rivendita, senza seguire nessun tipo di norma di sicurezza. ''Questi prodotti - continua Agarwal - hanno componenti che contengono sostanze tossiche come mercurio, cromo, pvc, bario e altre cancerogene come carbone nero e metalli pesanti. Questo mix mortale puo' provocare non pochi problemi in coloro che maneggiano questi prodotti senza precauzioni''. Che non vengono usate precauzioni, lo si scopre subito: basta fare un giro in una delle circa 20 localita' tra Delhi e dintorni dove si effettua questo tipo di riciclo per capire quanto sia pericoloso. I cavi vengono tagliati e sfilettati a mani nude, tirando fuori con forza il rame e l'oro. I circuiti, che contengono anche cromo e zinco, vengono smontati uno ad uno. Nelle vicinanze di queste discariche-riciclo a cielo aperto vengono portati al pascolo animali, si raccoglie l'acqua, si cucina, si mangia. Molto spesso poi si sviluppano incendi, a causa delle elevate temperature della capitale e dell'incuria, che provocano fumi tossici che investono le baraccopoli dove vivono gli indiani impegnati nel riciclo. ''Questo tipo di attivita' - conclude Agarwal - e' molto lontano dalla stessa idea di riciclo. Per realizzare quello vero, ci vorrebbero molti investimenti e mezzi appropriati. Cosa che si potrebbe fare facilmente, con il supporto delle industrie produttrici di questi componenti elettronici se capissero che ne beneficerebbero anche loro dal riciclo''. Una ipotesi che pero' cozza con il fatto che ''riciclatore'' indiano, guadagna a cottimo sul peso e qualita' di prodotti che riesce a recuperare, quindi pochi centesimi di euro al giorno. Niente in confronto a quanto servirebbe per istallare impianti industriali sicuri per il riciclo di questi rifiuti.