Smog, nella Ztl solo le Euro 4
Il divieto limitato alle non catalitiche secondo il Comune è insufficiente - da La Stampa del 30.08.2006
30 August, 2006
«Sì, è vero, nel mio programma dico “no” alle targhe alterne. Ma qualcosa bisognerà pur fare contro lo smog. E allora, il provvedimento che al momento mi pare più sensato è quello di riservare, da dicembre, l’accesso alla Ztl allargata soltanto ai veicoli che inquinano meno: vale dire agli Euro 4 e naturalmente alle auto a gas e a energia elettrica». Sono parole del sindaco Sergio Chiamparino, che danno il benvenuto - si fa per dire... - ai torinesi appena rientrati in città. Un segnale forte che per il prossimo inverno, almeno in centro, si sceglierà la linea dura del «vietato inquinare»: una tolleranza zero sulla quale concordano anche l’assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero e il capogruppo dell’Ulivo Andrea Giorgis.
Certo, la decisione non è stata ancora presa (anche perché bisognerà discuterne nelle sedi opportune, vedi le commissioni, la giunta e il Consiglio), ma la soluzione immaginata da Chiamparino risulta essere fra le più papabili. La Sestero in questi giorni proprio sull’argomento ha già organizzato alcune riunioni: «Abbiamo pronte tre diverse possibilità che la prossima settimana sottoporremo all’attenzione dei consiglieri. La prima, quella che piace al sindaco, rappresenta un inasprimento dell’attuale normativa: oggi restano fuori dalla cosiddetta Ztl allargata (l’area in cui si organizzano le domeniche a piedi, ndr) soltanto le vetture non catalitiche, cioè le auto più inquinanti. Il prossimo inverno si andrebbe oltre, aprendo i confini del cuore cittadino solo ai veicoli più “virtuosi”, vale a dire agli Euro 4 e alle auto a gas o elettriche».
E la seconda ipotesi? «E’ un po’ più complessa e consiste nel suddividere la città in tre cerchi concentrici - risponde ancora Sestero -. La filosofia? Più inquini e meno ti avvicini al cuore di Torino». Che tradotto in parole povere significa che le vecchie auto non catalitiche potranno circolare soltanto all’estrema periferia.
Una cosa è certa, Torino non imiterà mai Milano imponendo ai non residenti il pagamento di un ticket per entrare nel centro (ma neanche Venezia, che ha rilanciato l’ipotesi di un pedaggio turistico in Laguna). Su questa linea il capoluogo piemontese non cede: vale per il «ticket anti-smog», che il sindaco giudica impraticabile fino a quando la città non si sarà dotata di una linea di metropolitana completa; vale per quello turistico. «Un’iniziativa del genere, magari utile per le certe grandi città d’arte, sarebbe un boomerang per Torino - ha ribadito Chiamparino -. Da noi il rapporto fra residenti e turisti è completamente diverso».
Ma ai torinesi piace o no l’idea di pagare un ticket per entrare in centro? Secondo i dati diffusi da Legambiente il 49% sarebbe favorevole al pedaggio per arrivare nel cuore della città, così come già fanno a Londra, Oslo, Singapore, per ridurre il traffico e i livelli d’inquinamento. Ma fa discutere la tariffa da applicare: la Ztl ambientale, quella in vigore oggi, che vieta l’ingresso alle auto non ecologiche, almeno, è un provvedimento egualitario: tutti devono tenere la macchina in garage, che siano ricchi o poveri. E a ben guardare, secondo una ricerca condotta dal Censis, quelli disposti a pagare sarebbero solo i cittadini con i redditi più alti. «Negli anni passati avevamo già ipotizzato una Ztl a pagamento - ricorda Sestero - ma le reazioni erano state estremamente contrarie: un provvedimento del genere avrebbe senso solo se la tariffa fosse alta così sarebbe un elemento dissuasivo, ma non democratico». Un’altra cosa è certa: Torino non ripeterà l’esperienza delle targhe alterne che per anni ha considerato un «provvedimento tampone al pari di un’aspirina».